In un articolo scritto a titolo personale, e pubblicato ieri, un medico inglese afferma che i nuovi obiettivi per la diagnosi della demenza, come definiti dal governo della Gran Bretagna, faranno più male che bene.
Il governo sta mettendo pressione [ndt: anche con incentivi economici] sulle aziende sanitarie e, a sua volta sui medici generici, per aumentare le diagnosi di demenza, ma non è stata effettuata alcuna analisi per valutare il danno che potrebbe essere causato da questi obiettivi.
Il dottor Martin Brunet dice che "la medicina dipende da un tacito accordo fondamentale tra pazienti e medici [...] l'unico fattore che influenza la decisione di diagnosticare dovrebbe essere il migliore interesse dei pazienti". Egli aggiunge che l'idea dei medici di essere motivati da interessi personali è "aberrante e mina alla base il rapporto".
Egli dice che la diagnosi può portare "un grande danno se non è corretta", ma fissare obiettivi percentuali per le diagnosi è stato "in gran parte non contestato, nonostante il suo potenziale di portare danni sostanziali", aggiungendo che i le aziende sanitarie cercheranno "disperatamente" di togliersi dall'elenco di quelle peggiori per la diagnosi di demenza.
Il Dr Brunet è preoccupato del fatto che finora non c'è stata alcuna analisi dei danni potenziali nel fissare obiettivi per le diagnosi e teme che i "bisogni dei pazienti diventino secondari rispetto alla richiesta di rispettare le quote".
Nel concludere, il dottor Brunet dice che la demenza è un "grande business", e ci sono molti interessi che "stanno per beneficiare da un aumento del numero di diagnosi". Egli afferma che, anche se la validità di queste strategie non è in discussione, c'è il pericolo che si diffondano in altre aree della medicina. E ancora che "la diagnosi deve appartenere sempre e solo al paziente" e che "è necessaria una discussione urgente prima che questo ci sfugga di mano".
Fonte: BMJ-British Medical Journal (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: M. Brunet. Targets for dementia diagnoses will lead to overdiagnosis. BMJ, 2014; 348 (apr01 2): g2224 DOI: 10.1136/bmj.g2224
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