Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Medicare blocca terapia cognitiva per pazienti con Alzheimer

Comunicato stampa di Memory Training Centers of America.

SHARPBRAINS ha pubblicato un articolo che è una lettura essenziale per tutti gli operatori, pazienti e familiari che sono preoccupati per la disponibilità di interventi efficaci per curare l'Alzheimer. Memory Training Centers of America concorda con le preoccupazioni espresse in questo articolo, e avverte che stanno arrivando altre 'cattive notizie'.


Peter J. WhitehouseNell'articolo, "Dalla pallottola magica anti-Alzheimer alla vera salute del cervello", il Dott. Peter Whitehouse (foto a sinistra), scrive che se si desse retta ai titoli che circondano il Piano Nazionale di Alzheimer (NAPA), "probabilmente concluderebbe che la soluzione più probabile per mantenere la salute del cervello tutta la vita è attendere fino al 2025 la scoperta del 'proiettile magico', per curare (o finire o impedire) l'Alzheimer e il declino cognitivo associato all'invecchiamento. Questo tipo di credenze, spesso rinforzati da medici e pubblicità, possono spiegare i miliardi spesi oggi dalle aziende farmaceutiche per scoprire nuovi composti ..." (SharpBrains, 31 maggio 2012)


Il Dott. Whitehouse continua dicendo che l'approccio del 'proiettile magico' non riflette le "esistenti o emergenti evidenze cliniche o il pensiero neuroscientifico, né risponde alle esigenze di tutta la vita e alle richieste dei nostri cittadini". Il Dott. Whitehouse ci sfida, invece, ad "immaginare le implicazioni dell'essere in grado di massimizzare le prestazioni cognitive e ritardare il declino cognitivo", e così facendo, "ampliamo ciò che già sappiamo". Molto di quello che sappiamo oggi risulta dal completo 'State of the Science Review' dei National Institutes of Health del 2010, che fornisce la prova dei benefici degli interventi non farmacologici. Uno dei risultati più significativi è che la formazione cognitiva sembra essere una protezione contro il declino cognitivo, considerando che gli interventi farmaceutici (la 'pillola magica') non hanno avuto un tale effetto.


Il Dr. Whitehouse continua: "E' semplicemente privo di senso mettere tutte le uova nello stesso paniere biomedico .... Certo, più ricerca è meglio di meno ricerca, e ci auguriamo che i nuovi studi finanziati si tradurranno in farmaci utili. Ma né i responsabili politici, né i cittadini devono attendere fino a quel momento per favorire e prendere decisioni sullo stile di vita che possono ottimizzare le prestazioni cognitive nel corso della vita".


Non possiamo che essere d'accordo con le preoccupazioni sollevate dal Dott. Whitehouse. Il rapporto dei NIH ci dice che c'è così tanto che può essere utile agli anziani sani e ai soggetti affetti da MCI e AD nella fase iniziale. E tuttavia il NAPA (ultima versione 15/5/2012) non menziona neanche una volta la terapia cognitiva o la formazione come intervento efficace, e neanche menziona finanziamenti per ulteriori studi. Anche se di fronte al rapporto NIH e ad innumerevoli altri (non elencati nella bibliografia NAPA), gli effetti protettivi e ristoratori della formazione cognitiva non sono discussi.


E' possibile, come suggerisce il dottor Whitehouse, che i finanziamenti dalle aziende farmaceutiche e la ricerca della "pallottola magica", portino a trascurare ciò che è già noto e disponibile nel nostro "arsenale" per aiutare i pazienti alle prese con gli effetti iniziali dell'Alzheimer? Pensiamo che sia così, e che un disservizio vero sia fatto ai pazienti e alle famiglie che hanno un disperato bisogno di aiuto ADESSO. Noi certamente crediamo che la ricerca biomedica dovrebbe continuare, ed naturalmente è la nostra fervida speranza che la ricerca continua porterà a cure nuove e migliori per i pazienti con malattie croniche neurologiche come l'Alzheimer, compresa la possibilità di una cura con la "pallottola magica". Tuttavia, dobbiamo anche fare ogni sforzo per tenere il pubblico ben informato in merito all'effettivo intervento non-farmacologico.


Sappiamo che nella pratica clinica, gli interventi biomedici e psicologici o riabilitativi non si escludono a vicenda. Infatti, nel campo della riabilitazione cognitiva, una recensione di Marzo 2012 di Cotelli, et al, spiega i benefici della combinazione di interventi di riabilitazione biomedici e cognitivi in relazione ai pazienti di Alzheimer: "Gli studi descritti sopra hanno dimostrato che l'intervento non farmacologico può aumentare l'effetto del trattamento ChEI" (Cotelli, 2012).


Quindi sappiamo dalla revisione dei NIH e di altri che la formazione cognitiva è un trattamento efficace per il declino cognitivo e per l'AD in fase iniziale. Sappiamo anche dalla revisione NIH che i benefici degli approcci farmacologici non hanno mostrato alcun effetto del genere. E ora sappiamo che aggiungere formazione cognitiva all'intervento farmacologico "esalta" l'effetto del farmaco da solo. Eppure, il NAPA non parla della pratica di finanziare l'intervento cognitivo. E ci sono altre cattive notizie in arrivo. Nonostante il rapporto NIH, e nonostante le raccomandazioni dei sostenitori organizzati a favore del paziente di Alzheimer (AA, AFA e altri) in merito alla necessità di diagnosi precoce e interventi efficaci, uno dei Carrier più importanti di Medicare (la NGS) ha ritirato la riabilitazione cognitiva come trattamento per la perdita di memoria, quando il deterioramento cognitivo deriva da malattie neurologiche. Questa sentenza impatta direttamente sul paziente con Alzheimer precoce (pre-clinico).


Nel 2007, la NGS ha rivisto la ricerca a disposizione, e ha cambiato la sua politica per permettere ai malati di Alzheimer di ricevere la riabilitazione cognitiva, compresa la formazione della memoria. Tuttavia, nel 2009/2010, quando la NGS è stata riorganizzata, tale decisione è stata invertita - al stesso tempo in cui la NIH ci ha informato che la formazione cognitiva era il fattore associato più fortemente ad un minore rischio di declino cognitivo. E' possibile che la NGS non fosse a conoscenza delle più recenti ricerche? E' possibile che questo risultato fondamentale fosse noto, ma ignorato?


I Memory Training Centers of America hanno chiesto che la NGS riprenda la copertura ai pazienti affetti da Alzheimer (così come di altre malattie neurodegenerative croniche) per consentire a tali pazienti di ricevere uno degli unici interventi di cui è nota l'utilità in questo momento. Il 23 Maggio 2012 la NGS ha respinto questa richiesta. La NGS non permetterà che la riabilitazione cognitiva sia applicata alla perdita di memoria e ad altri disturbi cognitivi derivanti da malattie neurologiche come l'Alzheimer iniziale. A questi pazienti saranno concessi solo farmaci inefficaci. Ci stiamo appellando a tale decisione.


Bisogna chiedersi quale potrebbe essere la motivazione di Medicare per interrompere un trattamento medico necessario che può alleviare o ritardare i sintomi principali di questa malattia devastante, nonostante la ricerca, in assenza del "proiettile magico" e con l'obiettivo dichiarato del NAPA di trovare quel proiettile entro il 2025. Che cosa dobbiamo dire ai nostri pazienti OGGI, che sappiamo di poter aiutare, ma ai quali Medicare ora sta togliendo il trattamento?


Firmato: Bruce Brotter , PhD, Direttore Clinico di Memory Training Centers of America.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato in PRNewswire il 5 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)