Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


«Così ho riacceso il motore della memoria»

La scoperta è stata fatta casualmente su un paziente stimolando un'area cerebrale. Si cercava di curare un paziente obeso inibendo l'area dell' appetito. E invece si è aperto un nuovo campo di ricerca.

Uno studio pubblicato da pochi giorni sulla rivista Annals of Neurology ha già fatto il giro del mondo: ricercatori canadesi hanno inaspettatamente evocato in un cinquantenne il ricordo di eventi che risalivano a trent' anni prima con tale dovizia di particolari da farli sembrare attuali.

Il paziente, un grande obeso che aveva provato ogni tipo di cura, si era rivolto alla neurochirurgia del Toronto Western Hospital, in Canada, per essere curato con una particolare microstimolazione elettrica capace di inibire nell' ipotalamo l' area del cervello che controlla molte funzioni, fra cui l' appetito.

Questa metodica, definita stimolazione cerebrale profonda, aveva, finora, avuto successo in altre patologie come il Parkinson, la depressione e la cefalea a grappolo.

A capo dell' équipe di Toronto c' è un neurochirurgo già noto per essere stato il primo a pubblicare dati sull' impiego della tecnica nella depressione grave, ma che dopo questa "scoperta" è balzato agli onori della cronaca di tutto il mondo: Andres Lozano.

Nato a Siviglia e trasferitosi in Canada, Lozano ha frequentato l' Università di Ottawa, dove si è laureato nel 1983. Entrato poi nello staff dei neurochirurghi del Western Hospital di Toronto, oggi è il presidente della Società mondiale di neurochirurgia stereotassica e funzionale e professore di Neuroscienze.

Professor Lozano, stimolando l' ipotalamo che non è certamente un centro rilevante per la memoria si è ottenuto un potenziamento straordinario della capacità di ricordare. Che cosa ci insegna questo caso e quali prospettive si aprono? «È una classica serendipity, una scoperta del tutto casuale. Il nostro paziente anche a distanza di mesi migliorava del 27 per cento alle prove di memoria solo quando era sotto stimolazione. Un risultato straordinario. Questo recupero mnemonico ci dice tre cose: che è possibile identificare i circuiti cerebrali implicati nei meccanismi della memoria, che la memoria può essere modulata attraverso adeguati stimoli elettrici; che usando questi stimoli si potranno migliorare i disturbi mnemonici di malattie come l' Alzheimer».

Perché in questa persona emergevano solo i cosiddetti ricordi autobiografici? «Non sono sicuro che le cose stiano proprio così: il nostro paziente si è ricordato di una gita al parco fatta a vent' anni, ma, come ho detto, sembrano esistere differenti circuiti per ogni traccia mnesica e probabilmente è solo questione di individuare quello giusto. È noto, peraltro, che i diversi tipi di memoria utilizzano substrati neuroanatomici diversi»

Lei adesso sta tentando lo stesso tipo di stimolazione in alcuni malati di Alzheimer. Che cosa si aspetta da questi esperimenti? «Dopo questo risultato inatteso, stiamo in effetti studiando le sue possibili applicazioni nell' Alzheimer che notoriamente comporta anche una grave alterazione della memoria. Sono stati già arruolati sei pazienti: la stimolazione cerebrale profonda non potrà cambiare il decorso della malattia, ma ne potrà forse migliorare un sintomo importante».

Che cosa ha di particolare la neurochirurgia stereotassica funzionale? «L' impiego di microimpulsi elettrici che, tramite sottilissimi elettrocateteri, vanno a modulare l' attività di aree del cervello che, a seconda dei casi, vengono inibite o stimolate. Il termine "stereotassica" indica i sistemi di puntamento computer-assistiti per centrare l' area da trattare e "funzionale" significa che agisce sul funzionamento dei neuroni, risettandoli con i microimpulsi».

Questa è la neurochirurgia del futuro? «Negli ultimi anni dopo i successi ottenuti nella depressione grave, ci siamo concentrati soprattutto sul trattamento dei disturbi del movimento, ma abbiamo usato la stimolazione cerebrale profonda anche in malattie come l' epilessia, o il disturbo ossessivo-compulsivo. Come vede, le applicazioni si stanno dilatando».

 

Il déjà vu
Il paziente trattato da Andres Lozano con la microstimolazione ha descritto in dettaglio una scena della vita passata Parkinson. Il chirurgo ispano-canadese ha curato con la stimolazione cerebrale profonda 400 persone colpite da questa malattia 

Chi è Andres Lozano
Spagnolo, ma neurochirurgo a Toronto, da molti anni si dedica alla chirurgia sperimentale del cervello. È uno dei maggiori esperti di stimolazione cerebrale profonda 

L' alternativa
Il buon umore punta sul vago.  Si può stimolare il cervello in profondità senza aprire il cranio. Si fa con «la stimolazione vagale»: un pacemaker, impiantato sottocute, invia impulsi a certe aree cerebrali sfruttando il nervo vago che transita nel collo. L' Fda nel 2005 ne autorizzò l' impiego per la depressione resistente ai farmaci, ma si usa anche per epilessia e Parkinson.

 

Articolo di Cesare Peccarisi, Corriere della Sera, 10 febbraio 2008, Archivio storico.

Notizie da non perdere

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.