Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Greg O'Brien: le prescrizioni hanno effetti collaterali

Greg O'Brien: le prescrizioni hanno effetti collateraliConor aiuta suo padre Greg a organizzare i farmaci. Greg prende diversi farmaci per trattare i sintomi dell'Alzheimer. (Foto: Amanda Kowalski per NPR)

"Rifiuto di prendere questa perché mi rincretinisce", spiega Greg, davanti al lavandino di cucina, indicando uno dei flaconi di pillole allineati davanti al davanzale della finestra.


Prende un altro flacone. "Queste le chiamo le mie pillole intelligenti", dice, lottando con il tappo a prova di bambino. "Queste cose maledette", grugnisce, l'acqua scorre nel lavandino. Estrae una pillola e la appoggia in bocca, mettendo la testa sotto il rubinetto per bere.

Sorride. "Non ho sempre le migliori maniere, lo so".


Anche se non c'è un farmaco per rallentare o fermare l'inevitabile progressione dell'Alzheimer, persone come Greg, diagnosticate della forma ad insorgenza precoce della malattia, spesso assumono diversi farmaci per trattare i sintomi. Greg ha la prescrizione di quattro farmaci che dovrebbe assumere ogni giorno: due per combattere la demenza e altri sintomi cognitivi, e due antidepressivi, Celexa e trazodone.


Il trazodone è quello che Greg rifiuta di prendere. Insieme con il secondo antidepressivo, è destinato ad aiutarlo ad affrontare la depressione e i pensieri suicidi che aveva talvolta dopo la diagnosi.


"Nell'Alzheimer, non è colpita solo la capacità di ricordare le cose e di imparare le cose, ma anche parti del cervello che controllano l'umore", dice Rudy Tanzi, ricercatore e assistente professore di Alzheimer alla Harvard Medical School. Dice che l'Alzheimer colpisce il lobo frontale del cervello, che è coinvolto nella capacità di auto-controllo. Quando il lobo frontale degenera, diventa più facile cedere ai desideri e alla paura. Molte persone sono depresse, arrabbiate e ansiose.


Il Celexa e altri cosiddetti stabilizzatori dell'umore possono contribuire a ridurre lo stress, l'agitazione e la depressione. Ma la ricerca ha anche dimostrato che tali farmaci possono rendere più difficile pensare e concentrarsi, cosa che a sua volta rende difficile fare cose come scrivere.


E Greg è uno scrittore. Da anni lavora a giornali e riviste di Boston e di Cape Cod. Dopo la sua diagnosi, ha scritto un'autobiografia (Su Plutone: Dentro la Mente di Alzheimer), una seconda edizione della quale sarà disponibile a luglio. Lavora ancora come scrittore e redattore indipendente, in parte perché dice che la sua famiglia ha bisogno di entrate.


E così, per ora, ha deciso di vivere con rabbia e depressione, piuttosto che compromettere la sua capacità di scrivere.


Non tutti sono d'accordo con la sua scelta di rinunciare a un farmaco. Sua moglie, Mary Catherine e suo figlio Conor, che è assistente a tempo pieno di Greg, hanno le proprie opinioni. Questa primavera, Mary Catherine ha parlato con uno dei medici di Greg.


"Stavo chiedendo qualche medicinale, quindi non mi dispiace di essere sposata da 40 anni", dice, scherzando, mentre scarica la spesa. Ha detto che uno dei lati inaspettati dell'Alzheimer di suo marito è che li ha avvicinati, ma tutti nella famiglia sembrano essere d'accordo che la sua rabbia è ancora particolarmente difficile da gestire.


"Devono sopportare questo"
, riconosce Greg, "non è giusto". "Capisco", continua, sorridendo. "Sono preoccupato di non essere in grado di controllare la rabbia, e sta arrivando al punto in cui disturba. Mio figlio non vuole più nemmeno guardare una partita dei Celtics con me, perché se qualcuno dribbla nel modo sbagliato, non la passa liscia, soprattutto se è di notte".


"Come faccio ad controllarlo? Non sono abbastanza sicuro. Ma voglio scrivere. Questo è ciò che mi tiene integro. Questo è ciò che mi rende chi sono".


La tristezza sostituisce la sfida nella sua voce. "Non lo so, non voglio perdere più di quanto mi sia già stato tolto", dice. "Significa che divento meno di me stesso".

 

 

 


Fonte: Rebecca Hersher in NPR (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)