Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dieta mediterranea potrebbe proteggere da perdita di memoria e demenza

Il morbo di Alzheimer (MA) è causato da depositi proteici nel cervello e dalla perdita rapida di materia cerebrale. Ma una dieta mediterranea ricca di pesce, verdure e olio d'oliva potrebbe proteggere il cervello da questi scatenanti di malattie. Esperti del DZNE riferiscono su questo in uno studio recente pubblicato il 5 maggio 2021 su Neurology®.


Nel MA muoiono i neuroni nel cervello, e responsabili di questa morte sono in gran parte certi depositi proteici nel cervello degli individui colpiti: le cosiddette proteine ​amiloide-beta, che formano grumi (placche) tra i neuroni, e le proteine ​​tau, che si incollano insieme all'interno dei neuroni. Le cause di questi depositi sono ancora poco chiari.


Inoltre, nelle persone colpite si può osservare un'atrofia rapida progressiva, cioè un restringimento del volume del cervello. Le conseguenze sono i sintomi del MA, come perdita di memoria, disorientamento, agitazione e comportamento difficile.


Gli scienziati del DZNE guidati dal Prof. Michael Wagner, capo di un gruppo di ricerca e psicologo senior della clinica universitaria della memoria, hanno trovato ora in uno studio che uno schema dietetico regolare, di tipo Mediterraneo, con un apporto relativamente più alto di verdure, legumi, frutta, cereali, pesci e acidi grassi monoinsaturi (come l'olio d'oliva), può proteggere dai depositi proteici e dall'atrofia del cervello. Questa dieta ha una bassa assunzione di prodotti lattiero-caseari, di carne rossa e di acidi grassi saturi.

 

Studio nazionale

Allo studio hanno preso 512 soggetti con un'età media di circa 70 anni: 169 di loro erano cognitivamente sani, mentre 343 sono stati scelti per il loro rischio più elevato di sviluppare il MA, a causa del decadimento soggettivo della memoria, del lieve deterioramento cognitivo (che è il precursore della demenza) o della relazione di primo grado con pazienti diagnosticati con il MA.


La ricerca nutrizionale si è svolto nell'ambito del cosiddetto studio DELCODE del DZNE, che fa ricerca a livello nazionale sulla fase iniziale del MA, quel periodo prima che appaiano sintomi pronunciati.


"Le persone nella seconda metà della vita hanno abitudini alimentari costanti. Abbiamo analizzato se i partecipanti allo studio seguono regolarmente una dieta mediterranea, e se questo può avere un impatto sulla salute del cervello", ha detto il Prof. Michael Wagner.


I partecipanti hanno innanzitutto compilato un questionario, indicando quante porzioni di 148 diversi cibi avevano mangiato negli ultimi mesi. Coloro che mangiavano di frequente cibi sani tipici della dieta mediterranea, come pesci, verdure e frutta, e solo occasionalmente cibi come la carne rossa, hanno ottenuto punteggi molto alti su una scala [di valutazione].

 

Una vasta serie di test

Gli scienziati hanno quindi studiato l'atrofia del cervello: hanno eseguito scansioni cerebrali con risonanza magnetica (MRI) per determinare il volume del cervello. Inoltre, tutti i soggetti sono stati sottoposti a vari test neuropsicologici per valutare le abilità cognitive, come le funzioni della memoria. Il team di ricerca ha anche esaminato in 226 soggetti i livelli di biomarcatori per le proteine ​​amiloide-beta e tau nel cosiddetto fluido cerebrospinale (CSF).


I ricercatori, guidati da Michael Wagner, hanno scoperto che quelli che seguivano una dieta malsana avevano più livelli patologici di questi biomarcatori nel liquido cerebrospinale di quelli che seguivano regolarmente una dieta mediterranea. Anche nei test di memoria, i partecipanti che non aderivano alla dieta mediterranea sono andati peggio di quelli che mangiavano regolarmente pesce e verdure.


"C'era anche una significativa correlazione positiva tra una aderenza più stretta a una dieta mediterranea e un volume più elevato dell'ippocampo. L'ippocampo è un'area del cervello considerata il centro di controllo della memoria. Nel MA si restringe presto e gravemente", ha spiegato Tommaso Ballarini PhD, postdottorato nel gruppo di ricerca di Michael Wagner e primo autore dello studio.

 

Pianificata la continuazione dello studio nutrizionale

"È possibile che la dieta mediterranea protegga il cervello dai depositi proteici e dalla sua atrofia, che può causare perdita di memoria e demenza. Questo è quello che suggerisce il nostro studio", ha detto Ballarini. "Ma il meccanismo biologico che lo sottende dovrà essere chiarito con studi futuri".


Come prossimo passo, Ballarini e Wagner prevedono ora di riesaminare gli stessi partecipanti allo studio tra 4/5 anni per esplorare come la loro nutrizione (di tipo Mediterraneo o malsana) influenza l'invecchiamento del cervello nel tempo.

 

 

 


Fonte: DZNE - German Center for Neurodegenerative Diseases (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Tommaso Ballarini, ..., Michael Wagner, DELCODE study group. Mediterranean Diet, Alzheimer Disease Biomarkers and Brain Atrophy in Old Age. Neurology, 5 May 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)