Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mancanza di una proteina potrebbe essere la chiave per l'Alzheimer

La mancanza di una proteina nel cervello che mantiene sani i nostri tessuti mentre invecchiamo è legata al morbo di Alzheimer (MA), secondo una ricerca recente della University of Texas di Houston (UTHealth).


Lo studio, pubblicato su Molecular Psychiatry, suggerisce che la rilevazione precoce della carenza di interleuchina 33 (IL-33), con interventi clinici, potrebbe aiutare il cervello a invecchiare in un modo più sano prevenendo le malattie degenerative.


I risultati hanno dimostrato che la IL-33 è fondamentale per rimuovere dal cervello ciò che il coautore senior Yahuan Lou PhD, ha definito 'spazzatura', mantenendo le cellule più sane per un periodo di tempo più lungo e aiutando a minimizzare i danni nel tempo. Lou è professore nel Dipartimento di Scienze Diagnostiche e Biomediche della UTHealth. L'altro coautore senior è João L. de Quevedo MD/PhD, professore nel Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali della UTHealth.


"Nel cervello, i neuroni normali si autoriparano scartando le proteine ​​anomale, proprio come noi buttiamo fuori la spazzatura", ha detto Lou. "Sebbene i neuroni invecchino negli esseri umani a partire dai 35/40 anni, il continuo minimizzare la 'spazzatura' o il DNA danneggiato e le proteine ​​che si accumulano negli organi, consente ai neuroni di rimanere in salute e funzionare correttamente, anche quando invecchiamo".


Durante la mezza età, i neuroni nel cervello subiscono un invecchiamento accelerato, che interferisce con la capacità del corpo di disintossicarsi o di riparare il DNA danneggiato e le proteine. Questo è chiamato 'danno ossidativo'.


"Senza quei processi antinvecchiamento, i neuroni umani iniziano a morire o non funzionano più correttamente ad un tasso molto più elevato a 60/65 anni", ha detto Lou.


Nella maggior parte delle persone con MA, i sintomi appaiono per la prima volta verso i 65 anni e il disturbo cerebrale distrugge lentamente le capacità di memorizzare e di pensare e alla fine la capacità di effettuare i compiti più semplici. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, si stima che nel 2018 ci fossero 5,7 milioni di americani con il MA. È la quinta causa di morte di morte per gli over-65 e la sesta causa di morte per tutti.


Secondo gli autori, un meccanismo aggiuntivo sulla molecola IL-33 funge da agente di controllo e accelera il drenaggio delle proteine ​​anormali dal cervello, confermando gli studi precedenti che avevano spiegato l'importanza della molecola. Il meccanismo appena scoperto fa parte, come ha detto Lou, di un sistema 'fognario' nel cervello chiamato 'sistema glinfatico', composto da piccoli spazi attorno alle vene che si sbarazzano dei detriti cerebrali.


Difetti nel sistema glinfatico, un percorso di eliminazione dei rifiuti del sistema nervoso centrale, porterebbero all'accumulo di proteine ​​anormali collegate al MA negli esseri umani. Lo studio svela l'importanza di una molecola chiamata aquaporina 4, una 'pompa' dell'acqua nel cervello che guida l'acqua a rimuovere i rifiuti che circondano il neurone verso le tubazioni di vasi sanguigni nel cervello. Tuttavia, una volta che il gene IL-33 viene eliminato, queste piccole 'pompe' non sono più prodotte.

 

Applicazione clinica e prossimi passi

Lou ha detto che quando questi meccanismi sono rotti, il cervello accelera nell'invecchiamento, portando al MA e alla morte [dei neuroni]. Una volta che il cervello è nello stato degenerativo, è troppo tardi per invertire i danni.


Poiché questo processo inizia in gran parte alla mezza età, egli propone il periodo tra l'età adulta e la vecchiaia come un buon momento per rivedere i livelli di IL-33 e altri biomarcatori correlati, come quelli presenti nel sangue e nell'urina, per la diagnosi precoce del MA.


Questi esami possono diventare una misura preventiva per i pazienti con o senza una storia di malattia degenerativa. Secondo Lou:

"Per i pazienti futuri che hanno livelli inversamente proporzionali di aumento dei rifiuti nel cervello e di riduzione della IL-33, sarebbe necessario un intervento immediato. Ciò potrebbe consistere nell'iniezione di IL-33 nella barriera emato-encefalica per aumentare la circolazione del sistema glinfatico, e testare se il drenaggio delle proteine ​​della placca nel cervello è efficace".


L'obiettivo terapeutico è mantenere il cervello più sano mentre è ancora giovane, per ridurre il rischio di malattie cerebrali degenerative e ridurre il suo processo di invecchiamento.


"Non possiamo curare il MA, ma possiamo fermare il suo progresso o addirittura prevenire la malattia fin dall'inizio", ha concluso Lou.

 

 

 


Fonte: Sarah Kaddour in University of Texas Health Science Center at Houston (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jean Wu, Colin Carlock, Junbo Shim, Ines Moreno-Gonzalez, William Glass II, April Ross, Tatiana Barichello, Joao Quevedo &Yahuan Lou. Requirement of brain interleukin33 for aquaporin4 expression in astrocytes and glymphatic drainage of abnormal tau. Molecular Psychiatry, 12 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.