Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Revisione di un secolo di dati mostra che il Covid-19 può avere un impatto sul cervello

covid

Un articolo pubblicato il 5 gennaio su Alzheimer’s & Dementia cita decenni di prove scientifiche pubblicate che sostengono in modo convincente gli effetti a lungo termine del SARS-CoV-2 sul cervello e sul sistema nervoso.


I ricercatori sulla demenza dell'Health Science Center dell'Università del Texas di San Antonio (UT Health San Antonio) sono autori primi e senior del rapporto e sono affiancati dai coautori dell'Alzheimer’s Association e delle università di Nottingham e di Leicester in Inghilterra.


"Dopo la pandemia influenzale del 1917 e del 1918, molte delle malattie simili all'influenza sono state associate a disturbi cerebrali", ha detto il primo autore Gabriel de Erausquin MD/PhD/Msc, professore di neurologia alla UT Health San Antonio. “Quei virus respiratori includevano H1N1 e SARS-CoV. Il virus SARS-CoV-2, che causa il COVID-19, è noto anche per avere un impatto sul cervello e sul sistema nervoso".


Il dott. de Erausquin, ricercatore del Glenn Biggs Institute for Alzheimer's and Neurodegenerative Diseases alla UT Health San Antonio, ha affermato che sta diventando chiaro che il danno causato dalla pandemia non sarà limitato agli effetti acuti, come il delirium in ospedale, ma avrà conseguenze croniche che avranno un impatto sulla qualità della vita e sull'indipendenza di molti individui.


La questione è in che misura e sotto quale forma. Anche le infezioni lievi da COVID-19 possono avere effetti negativi sul cervello a lungo termine, ha detto il dott. De Erausquin.


"Come sottolinea lo studio su Alzheimer's and Dementia, la storia medica sotto-riconosciuta di questi virus nel secolo scorso suggerisce un forte legame con le malattie del cervello che influenzano la memoria e il comportamento", ha detto Maria C. Carrillo PhD, responsabile scientifico dell'Alzheimer's Association e coautrice della ricerca. "In questo momento difficile, possiamo creare un 'rivestimento d'argento' capitalizzando sulla conoscenza e reputazione globali dell'Alzheimer's Association, riunendo la comunità di ricerca per illuminare l'impatto a lungo termine del COVID-19 sul cervello".

 

Studio internazionale urgente e necessario

L'Alzheimer’s Association sta finanziando il lavoro iniziale di un consorzio di esperti di oltre 30 paesi per capire come il COVID-19 aumenta il rischio, la gravità, il ritmo e la progressione delle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e le malattie psichiatriche, compresa la depressione.


I membri del consorzio arruoleranno i partecipanti allo studio selezionandoli da un insieme di milioni di casi confermati di COVID-19, documentati negli ospedali di tutto il mondo. Un secondo gruppo di iscritti sarà composto da persone che partecipano a studi di ricerca internazionali esistenti. All'inizio e di nuovo a 6, 9 e 18 mesi i partecipanti saranno valutati con una serie di misurazioni che includono cognizione, comportamento e, quando possibile, volumi cerebrali misurati mediante risonanza magnetica.

 

Infiltrarsi nel cervello

È noto che il coronavirus entra nelle cellule attraverso i recettori chiamati ACE2. La più alta concentrazione di recettori ACE2 si trova nel bulbo olfattivo, la struttura cerebrale coinvolta nell'olfatto.


"L'idea di base del nostro studio è che alcuni dei virus respiratori hanno affinità con le cellule del sistema nervoso", ha detto l'autrice senior Sudha Seshadri MD, professoressa di neurologia all'UT Health San Antonio e direttrice del Glenn Biggs Institute. "Le cellule olfattive sono molto suscettibili all'invasione virale e sono particolarmente colpite dal SARS-CoV-2, ed è per questo che uno dei sintomi principali del COVID-19 è la perdita dell'olfatto".


Il bulbo olfattivo si collega con l'ippocampo, una struttura cerebrale responsabile in gran parte della memoria a breve termine.


"Il tragitto del virus, quando invade il cervello, porta quasi direttamente all'ippocampo", ha detto il dott. de Erausquin. "Si ritiene che questa sia una delle fonti del deterioramento cognitivo osservato nei pazienti COVID-19. Sospettiamo che possa anche essere parte del motivo per cui ci sarà un declino cognitivo accelerato nel tempo per gli individui suscettibili".


Gli autori sottolineano che:

  • La somministrazione intranasale di SARS-CoV-2 nei topi provoca una rapida invasione del cervello.

  • Cefalea, ipogeusia (ridotta capacità gustativa) e anosmia (perdita di olfatto) sembrano precedere l'insorgenza dei sintomi respiratori nella maggior parte dei pazienti affetti.

  • Il SARS-CoV-2 si può trovare nel cervello post-mortem.

  • Una immagine anomala cerebrale, che può essere caratterizzata dalla comparsa di lesioni in diverse regioni del cervello, e dalla comparsa di altri cambiamenti cerebrali anormali che possono influenzare la presentazione clinica, è emersa come una caratteristica importante di COVID-19 in tutte le parti del mondo.

  • Immagini anormali sono state osservate in un individuo il cui unico sintomo era la perdita dell'olfatto.


Lo studio continuerà raccogliendo informazioni nei prossimi due o tre anni. I primi risultati sono previsti all'inizio del 2022 per la prima serie di valutazioni. Il consorzio è aiutato dalla guida tecnica dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

 

 


Fonte: University of Texas Health Science Center at San Antonio (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Gabriel de Erausquin, Heather Snyder, María Carrillo, Akram Hosseini, Traolach Brugha, Sudha Seshadri, the CNS SARS‐CoV‐2 Consortium. The chronic neuropsychiatric sequelae of COVID‐19: The need for a prospective study of viral impact on brain functioning. Alzheimer's & Dementia, 5 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)