Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Chi evita compiti e obiettivi difficili può avere più declino cognitivo dopo la pensione

Alcuni adulti di mezza età e anziani, soprattutto donne, che tendono a svincolarsi da compiti e obiettivi difficili dopo il pensionamento, possono avere un rischio più alto di declino cognitivo quando invecchiano, secondo una ricerca pubblicata dalla American Psychological Association.


“Questo studio mette in evidenza che le differenze individuali di motivazione e genere possono avere un ruolo nel declino cognitivo, e punta all'importanza potenziale di continuare a impegnarsi in attività mentalmente stimolanti in pensione”
, ha detto il primo autore Jeremy Hamm PhD, della North Dakota State University. “Questa può essere una sfida significativa per le persone che hanno la tendenza a lasciar perdere gli obiettivi quando incontrano ostacoli iniziali e battute d'arresto”.


Lo studio, pubblicato sulla rivista Psychology and Aging®, ha analizzato i dati del Midlife in the United States, un sondaggio longitudinale a livello nazionale con 7.108 partecipanti, volto ad individuare i fattori che influenzano la salute quando le persone invecchiano.


Hamm e il suo team hanno usato un sottogruppo di 732 partecipanti al sondaggio per esaminare le differenze nella funzione cognitiva tra chi è in pensione e i coetanei che hanno scelto di continuare a lavorare dopo l'età pensionabile. La metà dei partecipanti era di sesso femminile e il 94% erano bianchi.


Precedenti ricerche avevano dimostrato che andare in pensione è associato ad un aumento del rischio di declino cognitivo, ma si sapeva poco sui fattori di motivazione che potrebbero rendere più probabile tale calo, secondo Hamm:

“La premessa era che non tutti coloro che vanno in pensione devono per forza avere un rischio più alto di declino. Abbiamo pensato che le persone che vanno in pensione possono essere più o meno a rischio, a seconda della loro tendenza a disimpegnarsi dall'affrontare compiti e obiettivi, che altrimenti potrebbero fornire una fonte di stimolazione mentale“.


I ricercatori hanno misurato il livello di disimpegno dall'obiettivo dei partecipanti, o la tendenza delle persone ad abbassare le loro ambizioni e diminuire l'impegno su obiettivi personali. I partecipanti sono stati invitati a valutare il loro livello di accordo con affermazioni come “Per evitare delusioni, non fisso troppo in alto i miei obiettivi” e “Mi sento sollevato quando lascio andare alcune delle mie responsabilità”, su una scala da 1 a 4.


I partecipanti si sono anche sottoposti a un test telefonico per misurare le funzioni cognitive di base, come la memoria, il ragionamento e la velocità di elaborazione.


Lo studio ha trovato che le donne in pensione che erano inclini al disimpegno hanno avuto cali più pronunciati nel funzionamento cognitivo rispetto alle coetanee che erano rimaste al lavoro. Tuttavia, non sono emerse differenze tra uomini in pensione e al lavoro che erano inclini a disimpegno, il cui stato socio-economico più alto può averli protetti dai primi cali, secondo Hamm.


“I nostri risultati suggeriscono non tutti coloro che vanno in pensione hanno un rischio maggiore di declino cognitivo. Ci sono molte opportunità di impegnarsi in attività mentalmente stimolanti in pensione, come la lettura o i giochi di parole”, ha detto. “Tuttavia, impegno personale e motivazione possono emergere in questa fase della vita, dal momento che queste attività hanno spesso bisogno di essere auto-iniziate e mantenute in autonomia”.

 

 

 


Fonte: American Psychological Association (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jeremy M. Hamm, Jutta Heckhausen, Jacob Shane, Margie E. Lachman. Risk of cognitive declines with retirement: Who declines and why? Psychology and Aging, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.