Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cammino, giardinaggio, nuoto e danza possono impedire il calo del volume cerebrale negli anziani

Le persone anziane che camminano regolarmente, fanno giardinaggio, nuotano o danzano possono avere un cervello più grande rispetto ai loro coetanei inattivi, secondo uno studio preliminare che sarà presentato al 72° incontro annuale dell'American Academy of Neurology a Toronto (Canada), dal 25 aprile al 1 maggio 2020. L'effetto dell'esercizio è stato pari a quattro anni in meno di invecchiamento cerebrale.


Lo studio ha usato la risonanza magnetica (MRI) per misurare il cervello delle persone con vari gradi di attività, da nessuna a molta. Le scansioni hanno dimostrato che le persone meno attive avevano un volume più piccolo del cervello.


Yian Gu PhD, primo autore dello studio, della Columbia University di New York, ha detto:

“Questi risultati sono entusiasmanti, in quanto suggeriscono che, semplicemente diventando più attive, le persone possono potenzialmente impedire al cervello di contrarsi e ridurre gli effetti del suo invecchiamento. Studi recenti hanno dimostrato che quando le persone invecchiano, l'attività fisica può ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza.

"Il nostro studio ha usato scansioni del cervello per misurare i volumi cerebrali di un gruppo eterogeneo di persone e ha scoperto che coloro che erano nel 30% superiore di livello di attività fisica avevano un volume del cervello equivalente a quello di persone 4 anni più giovani, rispetto alle persone che erano al 30% inferiore dei livelli di attività”.


Lo studio comprendeva 1.557 persone con un'età media di 75 anni. Nessuno aveva la demenza, ma 296 persone avevano un lieve decadimento cognitivo e il 28% aveva il gene APOE che è collegato a un rischio più alto di Alzheimer.


I partecipanti si sono sottoposti a esami fisici e a test di pensiero e memoria, e hanno riferito le loro attività quotidiane e altre attività fisiche. I ricercatori hanno quindi calcolato il tempo e l'energia impegnati da ogni persona per i compiti e le attività.


I ricercatori hanno diviso le persone in tre gruppi: inattivi, alquanto attivi (circa 2,5 ore alla settimana di attività fisica a intensità bassa, o 1,5 ore a intensità moderata o un'ora a intensità alta) e più attivi (7 ore alla settimana di attività fisica a intensità bassa, o 4 ore a intensità moderata o 2 ore a intensità alta).


I ricercatori hanno quindi rivisto le scansioni MRI del cervello di tutti i partecipanti e hanno scoperto che, rispetto alle persone inattive, quelle che erano più attive avevano un maggiore volume cerebrale totale.


Dopo la correzione dei dati per età, sesso, istruzione, razza / etnia e stato del gene APOE, la dimensione media del cervello per coloro che erano inattivi era di 871 cm3 rispetto agli 883 cm3 dei più attivi, con una differenza di 12 cm3 (1,4%), che equivalgono a quasi 4 anni di invecchiamento cerebrale. I risultati sono rimasti simili anche dopo aver escluso le persone che avevano un lieve decadimento cognitivo.


“I nostri risultati rafforzano le evidenze che una maggiore attività fisica è legata a un volume più grande del cervello nelle persone anziane”, ha detto Gu. “E aumenta le evidenze che muovere più spesso il corpo per tutta la vita può proteggere dalla perdita di volume del cervello”.


Un limite dello studio è che le informazioni sull'attività fisica si sono affidate alla capacità di ogni partecipante di ricordare quante volte e per quanto tempo era stato attivo. Inoltre, Gu ha osservato che, per come è stato progettato, questo studio non dimostra che l'esercizio impedisce il restringimento del cervello, mostra solo un'associazione.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yian Gu, Jennifer Manly, Nicole Schupf, Richard Mayeux, Adam Brickman. Leisure Time Physical Activity and MRI-based Brain Measures in a Multi-ethnic Elderly Cohort. AAN 72nd Annual meeting, April 25 to May 1, 2020. Abstract

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)