Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come trattare la pressione alta dei pazienti di demenza ospiti nelle case di cura

Nonostante il 27% degli anziani che vivono nelle case di cura in questo paese [USA] abbiano sia la pressione alta che la demenza, non abbiamo ancora abbastanza ricerche per informare gli operatori sanitari sul modo migliore per curare la loro pressione alta.


In particolare, non sappiamo quando i benefici dell'assunzione di farmaci per abbassare la pressione del sangue superano i potenziali rischi, soprattutto negli anziani che hanno anche demenza da moderata a grave e una prognosi sfavorevole (il termine medico che indica il probabile decorso di una malattia). Questo perché gli studi clinici per i trattamenti della pressione alta in genere non includono gli anziani che hanno gravi malattie croniche o disabilità.


Un team di ricercatori ha progettato uno studio, pubblicato sul Journal of American Geriatrics Society, per saperne di più sui migliori trattamenti per la pressione alta degli anziani che vivono in una casa di cura. Hanno usato le informazioni dei registri Medicare, identificando 255.670 residenti in case di cura a lungo termine negli Stati Uniti durante il 2013 che avevano la pressione alta.


Di questi, quasi la metà aveva difficoltà con il pensiero e il processo decisionale, legate alla demenza da moderata o grave. Poco più della metà di essi non aveva una compromissione cognitiva, o era solo lieve. I partecipanti allo studio avevano in media circa 85 anni. Avevano una moderata compromissione della funzione fisica e circa il 3% riceveva cure ospedaliere o aveva un'aspettativa di vita di sei mesi o meno.


All'inizio dello studio, i partecipanti stavano ricevendo un trattamento per la pressione alta. I farmaci più comuni per la pressione alta erano i beta-bloccanti, seguiti dai bloccanti dei canali del calcio e dagli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE). Quasi la metà dei partecipanti stava assumendo più di un farmaco per la pressione alta.


Dopo aver seguito i partecipanti per 6 mesi, i ricercatori hanno scoperto che i residenti che assumevano un numero più elevato di farmaci per la pressione alta (trattamento più intensivo) avevano una probabilità leggermente più alta di essere ricoverati o ospedalizzati per malattie cardiache rispetto a quelli che assumevano meno farmaci per la pressione alta.


Tuttavia, avevano un po' meno probabilità di sperimentare un declino delle loro capacità fisiche rispetto ai residenti che assumevano meno farmaci per la pressione alta. Questo era vero sia per i residenti con  demenza, sia per quelli senza.


I ricercatori hanno affermato che i risultati del loro studio suggeriscono che i residenti nelle case di cura a lungo termine con ipertensione arteriosa non ottengono benefici significativi da un trattamento più intensivo:

“Gli anziani e i loro caregiver dovrebbero essere consapevoli del fatto che un trattamento intensivo per la pressione alta potrebbe non essere utile nei residenti a lungo termine nelle case di cura. È ragionevole considerare di ridurre la dose di questi farmaci o di sospenderne l'uso nei pazienti con demenza, se ciò è coerente con i loro obiettivi di cura".

 

 

 


Fonte: American Geriatrics Society (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kenneth S. Boockvar, Wei Song, Sei Lee, Orna Intrator. Hypertension Treatment in US Long‐Term Nursing Home Residents With and Without Dementia. Journal of the American Geriatrics Society, 22 July 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.