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Nuove strategie per far fronte al carico crescente di malattie cerebrali

5th EAN congress

Al 5° Congresso Europeo dell'Accademia di Neurologia (EAN) in corso a Oslo, in Norvegia, sono state delineate nuove strategie per prevenire e far fronte al crescente peso delle malattie cerebrali.


La professoressa Anne Hege Aamodt, presidente della Norwegian Neurological Association, ha presentato ai partecipanti al congresso la Norwegian Brain Health Strategy 2018-2024. La Norvegia è il primo paese in Europa a lanciare una strategia nazionale per la salute del cervello, che ha quattro obiettivi generali:

  1. Buona salute del cervello per tutta la vita, prevenzione e qualità della vita.
  2. Fornire assistenza centrata sull'utente, così come supporto ai parenti.
  3. Organizzare cure olistiche con team multidisciplinari.
  4. Garantire adeguata conoscenza e qualità attraverso la ricerca e l'innovazione.


Le malattie del cervello rappresentano ora il 10% del peso globale delle malattie. La demenza, una delle più comuni, colpisce ora circa 50 milioni di persone in tutto il mondo con 10 milioni di nuovi casi ogni anno. Entro il 2030, si stima che il numero di persone con una demenza raggiungerà gli 82 milioni e aumenterà fino a 152 milioni entro il 2050.


"Le malattie del cervello colpiscono una vasta gamma di persone in tutte le fasi della vita e, poiché le persone vivono più a lungo, un numero maggiore ora vive con una serie di malattie cerebrali", ha spiegato la prof.ssa Aamodt. "Prevenire le malattie cerebrali, fornire un equo trattamento, seguire i pazienti e riabilitarli, nonché aumentare la ricerca e l'esperienza, è assolutamente essenziale per dare ai pazienti risultati ottimali. Questa strategia contribuirà a facilitare questo per un certo numero di malattie cerebrali, come demenza, sclerosi multipla, morbo di Parkinson e condizioni correlate all'ictus".


Si stanno attivando le iniziative delineate nel piano, che comprendono il finanziamento di un centro di ricerca clinica nazionale da 20 milioni di euro dedicato al trattamento clinico di malattie gravi come la SM, la demenza e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Inoltre, il Consiglio norvegese per la ricerca riceverà anche altri 5 milioni di euro per rafforzare la ricerca e l'innovazione nelle condizioni neurologiche.


L'Associazione Norvegese di Neurologia e il Direttorato Norvegese della Salute stanno lavorando per attuare ulteriori obiettivi delineati nel piano, che viene visto come una piattaforma modello che gli altri paesi europei possono seguire.


La prof.ssa Aamodt aggiunge:

"Riteniamo che questa strategia nazionale debba essere replicata e implementata in tutta Europa, adattata a ogni paese: il continente subirà trasformazioni sociali importanti, come l'invecchiamento della popolazione, che avranno un impatto sulle malattie cerebrali, e i servizi sanitari devono adattarsi a questi cambiamenti".


In seguito al lancio della Norwegian Brain Health Strategy, l'EAN e la Federazione europea delle Associazioni Neurologiche (EFNA) chiedono anche un piano europeo di salute del cervello per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle malattie cerebrali, fare pressione sui governi e integrare la migliore scienza per migliorare i risultati sia per i pazienti che per la società.

 

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Ancora da EAN 2019: Concentrarsi sul carico di ictus e demenza

Il professor Vladimir Hachinski, esperto di ictus di fama mondiale, ha sottolineato durante il Congresso EAN che l'ictus rappresenta il 42% delle malattie neurologiche, rispetto al 10% della demenza e che molti casi di demenza potrebbero essere evitati prevenendo l'ictus.


Il professor Hachinski ha detto che la ricerca di una cura per l'Alzheimer negli ultimi 40 anni si è concentrata sull'ipotesi della placca amiloide / tau, ma sebbene questa ricerca avesse migliorato la comprensione del processo della malattia, questo approccio monorotaia non ha finora dato il risultato di un singolo farmaco modificante la malattia.


Il professor Hachinski ha dichiarato:

"La buona notizia è che l'ictus è potenzialmente prevenibile al 90%, attraverso il controllo dei fattori di rischio: ictus e demenza condividono gli stessi fattori di rischio trattabili e il loro controllo è associato a una diminuzione di ictus e di alcune demenze.

"I fattori di rischio e l'aumento dei fattori protettivi migliorano la cognizione. Il trattamento anticoagulante dei pazienti con fibrillazione atriale diminuisce la possibilità di sviluppare demenza del 48%. I dati preliminari suggeriscono che il trattamento della pressione arteriosa a un obiettivo di 120 mmHg sistolico, rispetto ai 140 mmHg, diminuisce le probabilità di lieve deterioramento cognitivo del 19%".


Il professor Hachinski ha detto che i disordini neurologici sono ora responsabili del maggior numero di 'anni di vita aggiustati per disabilità' (DALY, daily adjusted life-years), un indice combinato di mortalità precoce e anni trascorsi in disabilità. Ha aggiunto che l'introduzione di una strategia di ictus in Ontario (Canada), che comprendeva la costruzione di unità di ictus, cliniche di prevenzione dell'ictus e campagne per controllare i fattori di rischio, ha contribuito a ridurre il numero di ictus del 32% in 12 anni, con una riduzione del 7% nell'incidenza di demenza.


Ha sottolineato che invecchiando non si possono cambiare i fattori genetici e la storia familiare, mentre molti altri fattori di rischio per l'ictus possono essere modificati con attività fisica, farmaci antipertensivi, seguendo una dieta mediterranea, uno stile di vita attivo e assumendo statine per abbassare il colesterolo.


Il professor Hachinski ha concluso:

"I disturbi neurologici rappresentano la causa principale di DALY: oltre la metà è il risultato di ictus e demenza, entrambi prevenibili in diversi gradi. Abbiamo bisogno di nuove prospettive e approcci per cogliere l'opportunità di prevenire l'ictus e alcune demenze, a partire da ora".

 

 

 


Fonte: European Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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