Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Molti pazienti ricevono una diagnosi di demenza non corretta

Molti pazienti ricevono una errata diagnosi di demenza. Ciò è dimostrato da uno studio condotto da ricercatori di neuropatologia di Lund, in Svezia.

"E' vero che conosciamo circa 70 diversi tipi di demenza, ma questi risultati sono sconvolgenti. Credevamo che fossero di più i pazienti con diagnosi corretta quando abbiamo iniziato lo studio", dicono i ricercatori Elisabet Englund e Hans Brunnstrom dell'Università di Lund.

Lo studio ha riguardato 176 pazienti, la maggior parte delle città di Lund e Malmö. Tutti sono stati esaminati presso cliniche specializzate in psichiatria geriatrica durante il periodo 1996-2006 ed avevano avuto la diagnosi di una qualche forma di demenza. Dopo la morte dei pazienti, i ricercatori hanno studiato il cervello al microscopio ed sono stati in grado di stabilire con precisione si quale tipo o tipi di demenza soffrivano i pazienti.

Nel 49 per cento dei casi, la diagnosi clinica corrispondeva alla neuropatologia. Nel 14 per cento dei casi la diagnosi era in parte concorde, spiegabile in parte con ulteriori danni neurologici intervenuti in seguito alla diagnosi clinica. Nel 37 per cento dei casi, una diagnosi completamente diversa è emersa dopo la morte del paziente. Il massimo livello di diagnosi corretta era nei pazienti con demenza frontotemporale, mentre l'accuratezza della diagnosi è stata leggermente inferiore per i pazienti con Alzheimer, con demenza vascolare o con corpi di Lewy. "Queste sono cifre inaspettate, soprattutto se si considera che questi pazienti sono stati esaminati e diagnosticati da specialisti. Attualmente non esiste cura per queste malattie, ma dobbiamo essere sicuri che il paziente riceve la diagnosi corretta al fine di poter definire il trattamento corretto, per esempio un farmaco per rallentare la progressione della malattia e / o curarne i sintomi", afferma il dottor Hans Brunnstrom, la cui tesi di dottorato comprende lo studio.

"Inoltre, vi è un fattore ereditario in queste malattie, e così quelli con una storia familiare di demenza dovrebbe essere in grado di scoprire quale tipo di demenza hanno i loro parenti. E' quindi importante che la diagnosi sia corretta", dice il Professore associato Elisabet Englund, mettendo in evidenza gli aspetti dgli esami che devono essere migliorati. "Crediamo fortemente di avere un team di specialisti che fanno la diagnosi insieme. Ci impegniamo per lavorare in questo modo oggi, ma c'è ancora spazio per migliorare".

Elisabet Englund e Hans Brunnstrom dicono anche che l'unità di neuropatologia, che essi rappresentano, deve fornire un migliore riscontro alla clinica, mentre la conoscenza di queste malattie deve migliorare all'interno delle cure primarie e le linee guida nazionali che esistono devono essere conosciute e seguite dall'intera classe medica della comunità. "Molti di questi tipi di demenza sono difficili da valutare, ma è importante che un paziente a cui è stata diagnosticata la demenza e deve convivere con la malattia per sei-otto anni, e in alcuni casi fino a 20 anni, sia valutato attentamente e riceva la diagnosi corretta".

 


Fonte: Università di Lund

Pubblicato in News-Medical.net il 31 maggio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)