Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco anti-cancro può essere utile per la comune demenza ereditaria

Un farmaco già approvato per le persone con il cancro, mostra prime potenzialità come terapia per una comune forma di demenza, dicono ricercatori del Medical Center della UT Southwestern in un rapporto.

"L'acido suberoylanilide idrossamico (SAHA) promette bene come farmaco di prima generazione per la prevenzione e il trattamento della demenza frontotemporale familiare (FTD), malattia neurodegenerativa ereditaria progressiva, per la quale non esiste una cura", ha dichiarato il Dr. Joachim Herz, direttore del Centro per l'Alzheimer e le malattie neurodegenerative e autore senior dello studio.

"Il SAHA è già approvato per uso clinico in una patologia diversa, rendendo teoricamente più facile passare rapidamente alla sperimentazione umana", ha aggiunto il dottor Herz, professore di genetica molecolare e delle neuroscienze della Southwestern.

La FTD (di solito diagnosticata a circa 60 anni) è seconda solo all'Alzheimer tra le demenze dei non-anziani. La condizione ancora incurabile è segnata da un progressivo deterioramento della capacità decisionale, del controllo del comportamento e / o delle competenze linguistiche.

In uno studio disponibile online e nella corrente edizione del Journal of Biological Chemistry, ricercatori del centro Alzheimer della UT Southwestern, del Harold C. Simmons Comprehensive Cancer Center e del Protein Chimistry Technology Center hanno dimostrato che il SAHA ha aumentato i livelli della proteina progranulina di segnalazione delle cellule (GRN) in modo dipendente dalla dose, in cellule di topo in coltura e hanno anche dimostrato che ha anche riportato quasi alla normalità la produzione di GRN in cellule di soggetti umani con FTD.

Il Dr. Herz ha detto che fino al 25 per cento dei pazienti con FTD hanno una forma ereditaria della malattia che si pensa causata da una delle numerose mutazioni genetiche che riducono la produzione di GRN. Poiché i pazienti con FTD familiare ereditano una copia di lavoro del gene GRN e una copia mutata, i ricercatori hanno voluto individuare un farmaco per far lavorare in modo più duro la copia di lavoro del gene.

Nel tentativo di passare il più rapidamente possibile dalla ricerca alle prove cliniche, il team ha stabilito un metodo per l'analisi rapida di 1.200 farmaci che aveva già l'approvazione della Food and Drug Administration. Il SAHA è emerso come la più attiva tra le sostanze chimiche analizzate, hanno detto l'autore e lo studente laureato Basar Cenik, che lavora sia nei laboratori del dottor Herz che in quelli del co-autore senior Dr. Gang Yu, professore associato di neuroscienze. Il SAHA è in una classe di farmaci chiamati inibitori delle istone deacetilasi, ed è approvato per l'uso in un tumore chiamato linfoma cutaneo a cellule T.

"Abbiamo trovato un farmaco che può superare il deficit di sostanze chimiche associate alla patologia, e abbiamo dimostrato che ha funzionato in cellule prelevate da esseri umani con FTD", ha detto il Dott. Yu.

"Non si sa ancora se il farmaco riuscirà ad attraversare in modo efficiente la barriera emato-encefalica, un sistema biologicamente protettivo che impedisce a molti prodotti chimici di raggiungere il cervello. Il passo successivo della ricerca sarà di analizzare librerie chimiche più grandi, nel tentativo di trovare altri promettenti farmaci che stimolano il GRN, per la sperimentazione sull'uomo."

I dottori Herz e Yu sono entrambi ricercatori del Consortium for Frontotemporal Dementia Research e stanno lavorando per la sperimentazione umana con la rete nazionale, che ha sede presso l'Università della California a San Francisco.

Altri autori della UT Southwestern sono Chantelle Sephton, Wenze Niu e Daniel R. Dries, ricercatori post-dottorato di neuroscienze; Colleen Dewey, studente di dottorato in neuroscienze; Dr. Xunde Xian, ricercatore post-dottorato di genetica molecolare; il dottor Wei Shuguang, ricercatore senior di biochimica; Dr. Bruce A. Posner, professore associato di biochimica e Kimberly Yu, ricercatore della scuola estiva intern. Hanno partecipato alla ricerca anche ricercatori della University of California, Los Angeles, dell'Istituto Gladstone per malattie cardiovascolari, della University of Massachusetts Medical School e dell'Università della California, San Francisco. Lo studio ha ricevuto il sostegno dei National Institutes of Health, del Consortium for Frontotemporal Dementia Research, del California Institute for Regenerative Medicine, del National Cell Repository for Alzheimer's Disease, dal Ted Nash Long Life Foundation, della Welch Foundation, della Humboldt Foundation e dell'American Health Assistance Foundation.

 


Pubblicato in EurekAlert! il 31 maggio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.