Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Blocco dell'enzima che scatena l'infiammazione potrà ridurre effetti dell'Alzheimer

L'infiammazione è una parte del processo di guarigione naturale del corpo, ma, quando diventa cronica, può portare al cancro, all'Alzheimer e ad altre condizioni. Gli inflammasomi - macchine molecolari a base di proteine ​​- innescano l'infiammazione in risposta a diversi segnali generati da stress cellulare, danno tissutale o organismi infettivi.


In uno studio pubblicato online il 25 luglio su Nature, ricercatori della University of California di San Diego hanno identificato un percorso di segnalazione che attiva l'inflammasoma NLRP3, implicato in diversi disordini infiammatori cronici gravi.


"È ovvio da tempo che, quando disponibili, i farmaci che disattivano l'inflammasoma NLRP3, ma non altri inflammasomi, potranno essere molto utili per il trattamento di vari disturbi infiammatori, dall'osteoartrite, all'Alzheimer, al cancro", ha detto Zhenyu Zhong PhD, primo autore e ricercatore postdottorato della UC San Diego. "Fino ad ora, non avevamo capito chiaramente come lo stress ambientale e le lesioni tissutali attivano l'inflammasoma NLRP3 e, senza tale conoscenza, era impossibile progettare razionalmente inibitori specifici dell'inflammasoma NLRP3".


L'«interleuchina 1β» (IL-1β) è una citochina infiammatoria, un ormone responsabile degli effetti benefici e avversi dell'infiammazione. Di norma la IL-1β viene prodotta in quantità molto basse, ma tale produzione aumenta molto in risposta a lesioni, stress ambientale, infezione o infiammazione cronica.


La produzione e la secrezione di IL-1β sono regolate da inflammasomi. Oltre a un enzima chiamato «caspase-1», gli inflammasomi contengono proteine sensori che rispondono a diversi segnali generati da stress cellulare, lesioni tissutali o organismi infettivi.


Uno dei sensori più importanti e versatili è NLRP3, che induce l'attivazione dell'inflammasoma e della produzione di IL-1β in risposta a lesioni tissutali o a diverse microparticelle, compresi l'amianto e la polvere di silice. Gli attivatori NLRP3 includono i microcristalli di colesterolo o acido urico, che attivano rispettivamente l'infiammazione associata all'aterosclerosi o alla gotta.


Lavorando con Michael Karin PhD, Distinguished Professor di Farmacologia e Patologia, Zhong e colleghi descrivono il ruolo fondamentale dell'enzima «citosina monofosfatasi chinasi 2» (CMPK2) nell'attivare la produzione di NLRP3 e IL-1β e successivamente nei disturbi infiammatori cronici. Il CMPK2 appartiene a una famiglia di enzimi denominati «chinasi nucleotidi», alcuni dei quali sono già stati puntati con successo dall'industria farmaceutica.


"È prevedibile che inibitori specifici del CMPK2 possano essere sviluppati facilmente e rapidamente", ha detto Karin, l'autore senior. "Una volta disponibili, tali composti possono fornirci nuovi trattamenti per molte malattie diverse non trattabili e comuni, tra cui l'osteoartrite, l'Alzheimer e il cancro ai polmoni".


Secondo Karin, nella gotta e nell'osteoartrite gli inibitori del CMPK2 potrebbero ridurre l'infiammazione, il dolore e il danno tissutale. Nell'Alzheimer e nel Parkinson, possono rallentare la progressione e la perdita della funzione cognitiva.


Uno studio recente, non collegato, ha dimostrato che la somministrazione di un anticorpo che punta la IL-1β riduce la probabilità di un secondo infarto cardiaco in pazienti che hanno già subito un attacco cardiaco. Ulteriori analisi dei dati hanno rilevato che ha avuto un effetto positivo ancora maggiore nei pazienti con cancro ai polmoni, ha detto Karin.


"A differenza dell'anticorpo IL-1β, che blocca la IL-1β prodotta in risposta a infezioni batteriche, l'inibitore CMPK2 potrà prevenire solo l'induzione di IL-1β in risposta a lesioni tissutali o micro particelle", ha detto Karin.

 

 

 


Fonte: University of California San Diego (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zhenyu Zhong, Shuang Liang, Elsa Sanchez-Lopez, Feng He, Shabnam Shalapour, Xue-jia Lin, Jerry Wong, Siyuan Ding, Ekihiro Seki, Bernd Schnabl, Andrea L. Hevener, Harry B. Greenberg, Tatiana Kisseleva & Michael Karin. New mitochondrial DNA synthesis enables NLRP3 inflammasome activation. Nature, 25 July 2018 DOI: 10.1038/s41586-018-0372-z

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.