Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pressione alta può essere collegata a una malattia del cervello, come l'Alzheimer

Pressione alta può essere collegata a una malattia del cervello, come l'Alzheimer

Le persone anziane che hanno una pressione alta possono avere più segni di malattia del cervello, in particolare lesioni cerebrali, secondo uno studio pubblicato nell'11 luglio 2018 su Neurology®. I ricercatori hanno anche scoperto un legame tra la pressione alta e più marcatori del morbo di Alzheimer (MA), i grovigli nelle cellule del cervello.


"La pressione sanguigna cambia con l'invecchiamento e la malattia, quindi volevamo vedere quale tipo di impatto potrebbe avere sul cervello", ha detto l'autrice dello studio Zoe Arvanitakis MD/MS, del Rush Alzheimer's Disease Center della Rush University di Chicago, e Fellow dell'American Academy of Neurology. "Abbiamo cercato di capire se la pressione arteriosa in età avanzata è associata a segni di invecchiamento cerebrale che includono placche e grovigli del MA e lesioni cerebrali chiamate 'infarti', aree di tessuto morto causate da un blocco del flusso sanguigno, che possono aumentare con l'età, spesso non sono rilevati e possono causare ictus".


La pressione sanguigna sana è inferiore a 120/80 millimetri di mercurio (mmHg). L'ipertensione arteriosa è superiore a 140/90 mmHg. Il numero più alto è la pressione sistolica, quella nei vasi sanguigni quando il cuore batte, il numero più basso è la pressione diastolica, quella del cuore a riposo.


Per lo studio, 1.288 anziani sono stati seguiti fino alla morte, avvenuta in media 8 anni dopo, quando avevano in media 89 anni. La pressione è stata documentata ogni anno per ogni partecipante e il suo cervello è stato sottoposto ad autopsia dopo la morte. La pressione arteriosa sistolica media dei partecipanti era di 134 mmHg e quella diastolica media era di 71 mmHg. Due terzi dei partecipanti avevano una storia di ipertensione e l'87% stava assumendo farmaci per l'ipertensione. In totale, il 48% dei partecipanti aveva una o più lesioni cerebrali.


I ricercatori hanno scoperto che il rischio di lesioni cerebrali era più alto nelle persone con una pressione arteriosa sistolica media più elevata nel corso degli anni. Per una persona con una deviazione standard superiore alla pressione sistolica media, ad esempio 147 invece di 134 mmHg, c'era un aumento del 46% del rischio di avere una o più lesioni cerebrali, in particolare di 'infarti'.


Per fare un confronto, l'effetto dell'aumento di una deviazione standard sul rischio di avere uno o più infarti cerebrali equivale a 9 anni di invecchiamento cerebrale. Chi aveva una deviazione standard superiore alla pressione sistolica media, oltre alla probabilità superiore del 46% di avere lesioni di grandi dimensioni, aveva un rischio maggiore del 36% di lesioni molto piccole.


La Arvanitakis ha osservato che una importante scoperta aggiuntiva dello studio è stata che anche le persone con una pressione sistolica in calo avevano un rischio più alto di una o più lesioni cerebrali, quindi non era solo il livello, ma anche il calo della pressione ad essere associato alle lesioni cerebrali.


Separatamente, anche la pressione diastolica media più alta era correlata alle lesioni cerebrali. Le persone che hanno avuto un aumento di una deviazione standard della pressione arteriosa diastolica media, ad esempio da 71 a 79 mmHg, hanno avuto un rischio maggiore del 28% di una o più lesioni cerebrali. I risultati non sono cambiati quando i ricercatori hanno controllato altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di lesioni cerebrali, tipo se usavano farmaci per l'ipertensione.


Cercando i segni del MA nel cervello durante l'autopsia, i ricercatori hanno scoperto un legame tra la pressione arteriosa sistolica più alta in tarda età, negli anni precedenti la morte, e un numero maggiore di grovigli (proteina tau), ma non di placche (amiloide-beta).


La Arvanitakis ha detto che questo collegamento è difficile da interpretare e richiederà ulteriori ricerche:
"Anche se i nostri risultati potrebbero avere importanti implicazioni sulla salute pubblica per le raccomandazioni sulla pressione degli anziani, saranno necessari ulteriori studi per confermare ed espandere le nostre scoperte prima di fare tali raccomandazioni".


I limiti dello studio includono che i ricercatori non hanno avuto accesso alla pressione dei partecipanti in mezza età, ma solo in età avanzata, e che le informazioni sulla pressione sanguigna sono state registrate solo una volta all'anno e non più frequentemente.

 

 

 


Fonte: Rush University Medical Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zoe Arvanitakis, Ana W. Capuano, Melissa Lamar, Raj C. Shah, Lisa L. Barnes, David A. Bennett, Julie A. Schneider. Late-life blood pressure association with cerebrovascular and Alzheimer disease pathology. Neurology, Published 11 July 2018, DOI: 10.1212/WNL.0000000000005951

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.