Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quale scelta con la demenza?

Il precedente articolo di questa serie sulla demenza si era concentrato sull'assistenza centrata sulla persona, in cui i bisogni e i desideri di una persona che vive con demenza sono saldamente al centro di tutti gli sforzi assistenziali.


Questo articolo fa un ulteriore passo avanti e parla dell'assistenza diretta sulla persona. Con la cura diretta sulla persona, l'individuo che convive con la demenza - che si tratti di un lieve deterioramento cognitivo o di una forma grave di demenza - prende le proprie decisioni su ciò che farà nel corso della giornata e su come sarà curato.


In un contesto di assistenza a lungo termine, l'applicazione di un approccio diretto alla persona richiede impegno e una quantità significativa di partecipazione e responsabilità del personale [della struttura di assistenza].


Ad esempio, in una casa di riposo tradizionale, se un residente si sveglia nel mezzo della notte e vuole uno spuntino di mezzanotte, gli viene spesso detto che la cucina è chiusa ed è indotto a tornare nella sua stanza. In alcuni degli scenari peggiori, di notte i residenti con demenza sono chiusi nelle loro stanze per impedire loro di vagare dopo alcune ore.


Con un approccio di assistenza diretto sulla persona, l'ospite che desidera uno spuntino di mezzanotte riceverebbe uno spuntino di mezzanotte. I membri del personale aiuterebbero i residenti a recarsi in cucina e a fare uno spuntino se non possono farlo da soli. Il personale regola i propri programmi in base agli orari individuali dei residenti, non viceversa.


L'assistenza diretta sulla persona si traduce in miglioramenti significativi per chi vive con demenza, con tassi di incontinenza più bassi, ospedalizzazione ridotta e una qualità della vita e livelli maggiori di felicità. Nonostante il lavoro aggiuntivo per il personale, un approccio diretto alla persona aumenta anche la soddisfazione dei membri dello staff.


Karen Mitchell è un'infermiera professionale della casa di riposo Beatitudes Campus, che applica un approccio di assistenza diretto alla persona per i propri ospiti che vivono con demenza. Come scrive nel libro Voices in Dementia Care, acconsentire ai residenti di dormire, mangiare, fare il bagno e riunirsi quando e come vogliono, ha effetti a catena nell'organizzazione.


"Se lasci che le persone dormano quanto vogliono, sono molto più felici quando le aiutiamo ad alzarsi dal letto"
, dice la signora Mitchell. "Abbiamo bisogno di meno personale quando il residente non è arrabbiato perché lo abbiamo svegliato e lo stiamo costringendo ad alzarsi dal letto. È lo stesso per mangiare, fare la doccia e tutte le altre attività".


Anche i più appassionati sostenitori dell'assistenza diretta alla persona riconoscono le sfide nel mantenere al cento per cento un modello diretto alle persone. Ciò è in parte dovuto alle norme di sicurezza e sanitarie, imposte a livello statale o federale. Ad esempio, se un residente vuole fumare una sigaretta in una struttura in cui non è permesso fumare o vuole tenere il cibo nella sua stanza anche se marcio, i membri del personale sono tenuti a dire di no.


Sebbene questi regolamenti siano una sfida, la più grande esitazione nell'applicare un modello totalmente diretto alla persona proviene generalmente da un'altra fonte: la paura. I caregiver e i familiari spesso tolgono il controllo dalle persone che vivono con demenza nel tentativo errato di proteggere la persona dai danni fisici.


L'attenuazione del rischio per le persone con demenza, nelle strutture di assistenza a lungo termine e a casa, è un aspetto importante dell'assistenza che non può essere trascurato. Questo sarà al centro del mio prossimo articolo di questa serie.

 

 

 


Fonte: William A. Haseltine in Forbes.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.