Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché il tuo cervello sotto stress non riesce ad apprendere e ricordare

È la fine dell'anno e sei pronto ad affrontare il grande esame finale per cui hai studiato tutto il mese. Hai frequentato tutte le lezioni, letto tutti i capitoli e hai memorizzato ogni formula e termine chiave che c'è da sapere. Non ti eri mai sentito così sicuro di un test prima.


Arriva il grande giorno. Ti senti un po' ansioso. Il fascicolo del test atterra di fronte a te e ... arriva il panico. Cerchi di mandarlo via, ma inutilmente.


Seduto con la matita in mano, giri la pagina del fascicolo dell'esame. Leggi le prime domande. Succede: tutta la conoscenza che pensavi di aver sparato alla tua testa svanisce magicamente dal tuo deposito mentale. Non c'è niente lassù. Niente di niente. È come se qualcuno fosse entrato nel cervello e avesse rimosso ogni traccia di quello che hai appreso prima.


Finisci per fallire il test, nonostante tutto l'impegno che hai messo.


È un evento comune che succede a molti di noi. La nostra capacità di recuperare e codificare informazioni da ricordi archiviati può essere facilmente dirottata da situazioni stressanti. E' dimostrato che lo stress annienta la nostra capacità di recuperare vecchi ricordi. E spiega, in termini di cervello, il motivo per cui spesso andiamo in bianco durante questi tipi di prestazioni che dipendono dalla memoria.


Come e perché accade, esattamente? E, forse più importante, come possiamo superare lo stress? Di recente, un team di neuroscienziati ha cercato di scoprire le basi neurali dello stress, dell'apprendimento e del recupero della memoria.

 

Un po' sulla neuroscienza della memoria

Quello che sappiamo attualmente è che i nostri ricordi possono essere alterati quando si presentano con informazioni dipendenti dalla memoria, il che rende questi ricordi altamente malleabili. La corteccia prefrontale mediale del cervello (mPFC) ha la responsabilità di rilevare se le informazioni in ingresso sono in qualche modo correlate a tali ricordi memorizzati.


Quindi cosa succede quando ci vengono presentate informazioni completamente nuove che non si riferiscono a nessuno dei nostri attuali ricordi? Gli scienziati del cervello hanno scoperto che le nuove informazioni sono gestite da una regione del cervello completamente separata chiamata ippocampo.


Il ruolo dell'ippocampo nell'elaborazione di nuove informazioni per la memoria porta a una serie di ipotesi interessanti. Questo ha portato di recente un gruppo di neuroscienziati a esaminare ulteriormente il ruolo dello stress nell'integrare nuove informazioni e ricordi del passato.

 

Lo studio e le scoperte

Per testare le loro ipotesi i ricercatori hanno usato un compito progettato specificamente per provocare stress in un ambiente di laboratorio. Il compito ha simulato un colloquio di lavoro di 15 minuti che includeva anche parlare in pubblico di fronte a un gruppo di valutatori severi.


Quindici minuti dopo questo evento stressante, i partecipanti dovevano apprendere due diversi tipi di informazioni. Un tipo era legato ai ricordi che già avevano e l'altro rappresentava informazioni completamente nuove. I ricercatori hanno osservato i cambiamenti nella loro attività cerebrale attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI) mentre apprendevano i due tipi di informazioni.


Gli scienziati hanno scoperto un aumento di attivazione della corteccia prefrontale mediale (mPFC) mentre i partecipanti si impegnavano nell'apprendimento correlato alla memoria esistente. Inoltre, in linea con le loro ipotesi, l'ippocampo si accendeva quando i partecipanti elaboravano nuove informazioni. Tuttavia, la cosa più importante è che hanno riscontrato una compromissione dell'attività della mPFC durante l'apprendimento quando i partecipanti erano stati sottoposti a stress. In definitiva, questa mancanza di connettività funzionale nel cervello dei partecipanti stressati prediceva prestazioni peggiori sul compito.

 

Le conseguenze

Nel complesso, lo studio su NeuroImage fornisce una spiegazione neurale del perché osserviamo una capacità alterata di apprendimento e di memoria quando siamo di fronte allo stress. In linea con lo stato  attuale della scienza sull'apprendimento e la memoria, gli autori hanno scoperto un aumento dell'attività cerebrale nell'mPFC quando ai partecipanti è stato chiesto di apprendere informazioni già nella memoria. Dall'altra parte, nuove informazioni sono state associate ad un aumento dell'attività ippocampale.


I risultati più rilevanti, tuttavia, sono stati i risultati che hanno dimostrato che lo stress ha portato a una sostanziale diminuzione dell'attività della mPFC durante l'elaborazione delle informazioni esistenti. Questi cambiamenti indotti dallo stress nell'attività cerebrale potrebbero aiutare a spiegare come lo stress sembra distruggere l'uso della conoscenza pregressa per facilitare le attività legate alla memoria (come quelle richieste quando si scrive un esame finale).


Questa ricerca ha il potenziale di aiutarci a capire i casi che coinvolgono disturbi mentali legati allo stress, in cui i pazienti riferiscono funzioni di memoria distorte, come il disturbo d'ansia generalizzato (GAD). Inoltre, potrebbe avere implicazioni cruciali per le aree dell'ambiente educativo in cui lo stress ha un ruolo significativo nelle prestazioni.

 

 

 


Fonte: Nick Hobson PhD in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Susanne Vogel, Lisa Marieke Kluen, Guillén Fernández, Lars Schwabe. Stress affects the neural ensemble for integrating new information and prior knowledge. Neuroimage, 173, 176-187. DOI: 10.1016/j.neuroimage.2018.02.038

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)