Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Eliminare i grumi di proteine nelle cellule staminali neurali invecchiate aumenta la loro attività

Eliminare i grumi di proteine nelle cellule staminali neurali invecchiate aumenta la loro attività

Ricercatori della Stanford University hanno scoperto che le cellule staminali neurali giovani a riposo, nel cervello di topi, immagazzinano grumi di proteine in speciali scomparti cellulari chiamati lisosomi.


Man mano che le cellule invecchiano, diventano meno abili a smaltire questi aggregati proteici e diminuisce la loro capacità di rispondere prontamente ai segnali di diventare 'nuovi neuroni'. Ripristinare l'abilità dei lisosomi di funzionare normalmente ringiovanisce la capacità di attivazione delle cellule, hanno scoperto i ricercatori.


La scoperta degli aggregati nelle cellule staminali giovani è stata inaspettata, in parte perché aggregati simili sono associati allo sviluppo di malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer. Sottolinea inoltre l'importanza di mantenere un controllo preciso sulla produzione e il processo di eliminazione delle proteine ​​durante tutta la vita e sullo stato di attivazione delle cellule staminali neurali.


"Siamo stati sorpresi da questo risultato perché le cellule staminali neurali a riposo o in sospensione erano ritenute un tipo di cellula davvero incontaminata, che aspetta solo l'attivazione", ha detto Anne Brunet PhD, professoressa di genetica. "Ma ora abbiamo capito che hanno più aggregati proteici delle cellule staminali attivate e che questi aggregati continuano ad accumularsi con l'invecchiamento delle cellule. Se rimuoviamo questi aggregati, possiamo migliorare la capacità delle cellule di attivarsi e di produrre nuovi neuroni. Quindi, se uno fosse in grado di ripristinare questa funzione di elaborazione delle proteine, potrebbe riportare in vita le cellule staminali neurali più vecchie e dormienti".


Un articolo che descrive la ricerca è stato pubblicato il 15 marzo su Science. La Brunet, direttrice associata del «Centro Paul F. Glenn per la Biologia dell'Invecchiamento» della Stanford, è l'autrice senior. Dena Leeman, postdottorato, è la prima autrice.

 

Staminali neurali a riposo o attive

I ricercatori hanno iniziato i loro studi cercando di vedere quale differenza poteva esserci, se c'era, tra i profili di espressione genica delle cellule staminali neurali a riposo e di quelle che erano state attivate ​​in risposta al segnale esterno di avviare il processo per creare nuovi neuroni. Hanno anche confrontato il modo in cui le cellule cambiano con l'invecchiamento.


La Leeman ha isolato diverse popolazioni di cellule dal cervello di topi giovani e meno giovani, comprese cellule staminali neurali a riposo, cellule staminali neurali attivate e progenitori di cellule neurali che derivano da cellule staminali attivate.


Ha scoperto che le cellule staminali a riposo esprimevano molti geni associati al lisosoma, mentre le cellule staminali attivate esprimevano i geni associati a un complesso proteico coinvolto nella distruzione delle proteine, ​​chiamato proteasoma. Il rigoroso controllo della produzione e dello smaltimento consente alle cellule di mantenere l'inventario di proteine ​​necessario per svolgere le funzioni cellulari necessarie.


Quando la Leeman ha marcato le cellule staminali neurali a riposo e quelle attivate con una tintura che si lega agli aggregati proteici, è stata sorpresa di trovare le cellule staminali a riposo macchiate più intensamente, nonostante il fatto che le cellule a riposo abbiano un tasso inferiore di produzione di proteine.


La Leeman ha anche scoperto che le cellule staminali neurali giovani a riposo accumulavano questi aggregati proteici nei loro grandi lisosomi, in modo relativamente lento rispetto alle loro controparti attivate.


"Siamo rimasti molto colpiti dalle differenze tra le cellule staminali a riposo e quelle attivate nell'espressione dei geni coinvolti nel controllo della qualità delle proteine", ha affermato la Brunet. "Il fatto che queste cellule staminali giovani e incontaminate stiano accumulando aggregati proteici induce a chiederci se hanno in realtà una funzione importante, forse sono una fonte di nutrienti o energia dopo la degradazione".


Le cellule staminali vecchie a riposo, ha scoperto la Leeman, esprimono meno geni associati al lisosoma e iniziano ad accumulare livelli ancora più alti di aggregati proteici.


"È quasi come se queste cellule più vecchie perdessero la capacità di immagazzinare, o parcheggiare, questi aggregati", ha detto la Brunet. "Abbiamo scoperto che eliminarli artificialmente, sia attivando i lisosomi nelle cellule più vecchie, che sottoponendoli a condizioni di fame per limitare la loro produzione di proteine, ​​ha effettivamente ripristinato la capacità di attivarsi di queste cellule staminali vecchie a riposo".


I ricercatori intendono continuare i loro studi per stabilire quali tipi di proteine ​​possono contribuire agli aggregati, per capire meglio perché le cellule staminali neurali attivate sembrano favorire i proteasomi rispetto ai lisosomi e determinare come viene interrotta la regolazione dell'aggregazione proteica durante l'invecchiamento.

 

'Fanno bene o male?'

"Vorremmo sapere se le proteine ​​aggregate sono le stesse nelle cellule giovani e meno giovani", ha affermato la Brunet. "Cosa fanno? Bene o male? Stanno memorizzando fattori importanti per l'attivazione? In tal caso, possiamo aiutare le cellule staminali a riposo anziane ad attivarsi più rapidamente sfruttando questi fattori? La loro esistenza nelle cellule giovani suggerisce che potrebbero essere al servizio di una funzione importante".

 

 

 


Fonte: Krista Conger in Stanford Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Dena S. Leeman, Katja Hebestreit, Tyson Ruetz, Ashley E. Webb, Andrew Mckay, Elizabeth A. Pollina, Ben W. Dulken, Xiaoai Zhao, Robin W. Yeo, Theodore T. Ho, Salah Mahmoudi, Keerthana Devarajan, Emmanuelle Passegué, Thomas A. Rando, Judith Frydman, Anne Brunet. Lysosome activation clears aggregates and enhances quiescent neural stem cell activation during aging. Science, 2018 DOI: 10.1126/science.aag3048

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.