Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Composto che punta il gene APOE riduce il danno dell'Alzheimer nei topi

Composto che punta il gene APOE4 riduce il danno dell'Alzheimer nei topi

Le persone portatrici della variante genetica APOE4 corrono un rischio sostanzialmente più alto di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA). Ora, i ricercatori della Washington University di St. Louis hanno identificato un composto che punta la proteina APOE nel cervello dei topi e protegge dal danno indotto dalla proteina amiloide-beta dell'MA.


"Gli scienziati si sono interessati per anni all'APOE, ma ci sono solo alcuni esempi in cui i ricercatori l'hanno preso di mira con un composto, in animali viventi", ha detto l'autore senior David Holtzman MD, professore e responsabile del Dipartimento di Neurologia. "I nostri risultati indicano che l'APOE non è solo coinvolto nel rischio di MA e nella progressione della malattia, ma potrebbe potenzialmente essere un vero bersaglio per il trattamento o la prevenzione".


Lo studio è pubblicato da ieri, 6 dicembre, sulla rivista Neuron.


L'Alzheimer, che colpisce una persona su 10 dopo i 65 anni, è caratterizzato da placche cerebrali costituite da una proteina appiccicosa chiamata amiloide-beta. Le placche iniziano a formarsi nel cervello dei malati di MA anni prima che compaiano i sintomi caratteristici della perdita di memoria e della confusione. L'APOE4 aumenta il rischio di MA, in parte, incoraggiando l'amiloide-beta a raccogliersi in placche dannose.


Holtzman, Tien-Phat Huynh (primo autore e studente di MD/PhD) e i colleghi, hanno studiato topi geneticamente inclini a sviluppare placche amiloidi e che portano la variante genetica dell'APOE4 umano. Le persone con APOE4 hanno di fronte un rischio di sviluppare l'MA fino a 12 volte maggiore della popolazione generale.


I ricercatori hanno preso di mira la proteina APOE usando una specie di molecola basata sul DNA, creata dalla coautrice Tracy Cole PhD, e da altri della Ionis Pharmaceuticals. La molecola - chiamata oligonucleotide antisenso - interferisce con le istruzioni della costruzione della proteina APOE.


I ricercatori hanno iniettato il composto nel fluido che circonda il cervello di topi appena nati. Per confronto, hanno dato ad altri topi appena nati acqua salata o un 'oligo' placebo che non interferisce con le istruzioni APOE. I livelli di proteina APOE sono diminuiti di circa la metà nei topi che avevano ricevuto il composto APOE rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo oligo o acqua salata.


Due mesi dopo, i ricercatori hanno somministrato ai topi una dose di richiamo del trattamento o dell'acqua salata. Hanno esaminato il cervello dei topi a 4 mesi. A questo punto, il cervello di questi topi di norma sarebbe punteggiato di placche e mostrerebbe lesioni diffuse.


I topi che hanno ricevuto gli oligo antisenso dell'APOE avevano circa la metà delle placche amiloidi dei topi trattati con acqua salata. Ogni placca ha provocato solo la metà dei danni ai neuroni vicini, un indicatore che il composto aveva prevenuto alcuni dei danni neurologici che portano all'MA.


Anche se i risultati sono incoraggianti, è necessario più lavoro prima che il composto possa essere valutato nelle persone. È improbabile, però, che i giovani in buona salute, senza segni di MA, siano interessati ad assumere un farmaco per prevenire una malattia che potrebbe non insorgere mai.


I ricercatori hanno quindi testato se dare il composto APOE dopo l'apparizione delle placche amiloidi potrebbe impedire ulteriori cambiamenti al cervello. Per la maggior parte delle persone a cui un giorno verrà diagnosticato l'MA, le placche iniziano a formarsi in tarda età adulta. In questi topi geneticamente modificati, le placche appaiono per la prima volta a circa 6 settimane.


I ricercatori hanno introdotto il composto APOE o acqua salata nel liquido che circonda il cervello di topi di 6 settimane e hanno poi esaminato il cervello dei topi a 4 mesi. Non hanno trovato differenze nel numero di placche o nella quantità totale di amiloide-beta tra i topi che hanno ricevuto il composto e quelli che hanno ricevuto solo acqua salata. Il composto non è riuscito a ridurre la quantità di amiloide nel cervello dei topi.


Tuttavia, nei topi trattati con il composto APOE, ogni placca ha provocato solo la metà circa dei danni ai neuroni circostanti, suggerendo che anche un inizio ritardato potrebbe ridurre il danno provocato dall'amiloide-beta.


"Se vuoi puntare l'APOE per influenzare il processo dell'amiloide, la cosa migliore sarebbe iniziare prima che le placche si formino", ha detto Holtzman. "Ma anche se inizi più tardi, puoi comunque ridurre la quantità di danni causati dalle placche. Ora che abbiamo dimostrato che è possibile scegliere come obiettivo l'APOE, possiamo tentare d capire il modo migliore per farlo".

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in Washington University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Tien-Phat V. Huynh, Fan Liao, Caroline M. Francis, Grace O. Robinson, Javier Remolina Serrano, Hong Jiang, Joseph Roh, Mary Beth Finn, Patrick M. Sullivan, Thomas J. Esparza, Floy R. Stewart, Thomas E. Mahan, Jason D. Ulrich, Tracy Cole, David M. Holtzman. Age-Dependent Effects of apoE Reduction Using Antisense Oligonucleotides in a Model of β-amyloidosis. Neuron, 2017; 96 (5): 1013 DOI: 10.1016/j.neuron.2017.11.014

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.