Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dobbiamo rilevare l'Alzheimer prima che i sintomi siano visibili

Molto prima che i sintomi dell'Alzheimer diventino evidenti ai pazienti e alle loro famiglie, si verificano cambiamenti biologici all'interno del cervello.


Le placche di amiloide, che sono raggruppamenti di frammenti di proteine, insieme ai grovigli di proteine ​​tau, si formano nel cervello e crescono in numero, arrivando infine a ridurre la capacità del cervello di funzionare.


Questi cambiamenti biologici possono essere rilevati all'inizio del decorso della malattia attraverso la tomografia a emissione di positroni (PET) o l'analisi del fluido cerebrospinale. Ora, un nuovo studio guidato da Duke Han PhD, neuropsicologo, professore associato di medicina di famiglia (studioso clinico) alla Keck School of Medicine dell'Università della California Meridionale suggerisce che i test cognitivi sono in grado di rilevare anche l'inizio dell'Alzheimer nelle persone senza sintomi.


"Nell'ultimo decennio più o meno, c'è stato molto lavoro sui biomarcatori per l'Alzheimer", dice Han. "Ci sono nuovi metodi di scansione che possono identificare i cambiamenti neuropatologici del cervello che avvengono presto nel corso della malattia. Il problema è che non sono ampiamente disponibili, possono essere invasivi e sono incredibilmente costosi. Volevo vedere se i test cognitivi che uso regolarmente come neuropsicologo si collegano a questi biomarcatori".

 

Messe alla prova le misure neuropsicologiche

Han e i suoi colleghi hanno condotto una meta-analisi su 61 studi per capire se i test neuropsicologici possono identificare l'Alzheimer precoce negli adulti oltre i 50 anni con cognizione normale. Lo studio, pubblicato in Neuropsychology Review, ha rilevato che le persone che avevano placche amiloidi avevano risultati peggiori nei test neuropsicologici della funzione cognitiva globale, della memoria, del linguaggio, della capacità visuospaziale, della velocità di elaborazione e della memoria di attenzione / lavoro / funzioni esecutive, rispetto alle persone che non avevano placche amiloidi.


Lo studio ha anche scoperto che le persone con patologia o neurodegenerazione tau andavano peggio nei test di memoria rispetto alle persone con placche amiloidi. Le placche di amiloidi e la patologia tau sono state confermate da analisi PET o analisi del fluido cerebrospinale. "Si presumeva che non ci fosse alcuna percezione di differenza nei risultati dei test cognitivi delle persone con Alzheimer preclinico. Questo studio contraddice questa presunzione", dice Han.

 

Esami cognitivi di routine: una nuova normalità?

Han ritiene che i risultati dello studio forniscano un argomento solido per includere i test cognitivi nei ​​controlli annuali di routine delle persone anziane. "Avere una misura di base della cognizione prima di notare qualsiasi tipo di cambiamento o declino cognitivo potrebbe essere incredibilmente utile perché è difficile diagnosticare l'Alzheimer, se non si dispone di un quadro di riferimento da confrontare", ha detto Han. "Se le persone si facessero valutare da un neuropsicologo qualificato a 50 o 60 anni, quel risultato potrebbe essere usato per monitorare se c'è un reale declino della cognizione in futuro".


L'individuazione precoce potrebbe essere un potente strumento per gestire l'Alzheimer, spiega Han, dando alle persone un tempo prezioso per provare diversi farmaci o interventi che potrebbero rallentare la progressione della malattia.


"Anche se non c'è cura per l'Alzheimer, prima si sa che sei a rischio di svilupparlo, più puoi potenzialmente fare per aiutare a evitare quella diagnosi in futuro", dice Han. "Ad esempio, l'attività fisica, l'attività cognitiva e l'attività sociale si sono dimostrate utili per migliorare la salute del cervello".

 

 

 


Fonte: Keck Medicine of USC via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Reierimenti: S. Duke Han, Caroline P. Nguyen, Nikki H. Stricker, Daniel A. Nation. Detectable Neuropsychological Differences in Early Preclinical Alzheimer’s Disease: A Meta-Analysis. Neuropsychology Review, 2017; DOI: 10.1007/s11065-017-9345-5

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.