Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio collega l'Alzheimer a una disfunzione nel meccanismo di trasporto neuronale



Studio collega all'Alzheimer una disfunzione nel meccanismo di trasporto neuronaleMicrografia scansionata e colorata di un neurone umano derivato da cellule staminali pluripotenti indotte in coltura. (Fonte: Thomas Deerinck, National Center for Microscopy and Imaging Research, UC San Diego)Uno studio ha scoperto che una disfunzione causata dalla mutazione in un processo (che le cellule usano per trasportare molecole all'interno della cellula) ha un ruolo precedentemente sospettato, ma sottovalutato, nel promuovere la forma ereditaria dell'Alzheimer (AD).


I ricercatori della University of California di San Diego hanno precisato che la mutazione potrebbe anche essere rimediata con inibitori di enzimi terapeutici esistenti.


"Questa scoperta fa ulteriore luce sui complessi processi coinvolti nella degradazione e nel declino dei neuroni, che è, ovviamente, la caratteristica essenziale e la causa dell'AD", ha detto l'autore senior dello studio Larry Goldstein PhD, professore emerito dei Dipartimenti di Neuroscienze e Medicina Cellulare e Molecolare della UC San Diego e direttore sia del programma UC San Diego Stem Cell che del Sanford Stem Cell Clinical Center alla UC San Diego Health. "Ma oltre a questo, essi indicano un nuovo obiettivo e terapia per una condizione che attualmente non ha trattamento provato o cura".


[...] Geneticamente, l'AD è diviso in due gruppi: la forma sporadica (sAD) molto più comune, la cui causa sottostante primaria non è nota, e la forma familiare (fAD) più rara, prodotta da mutazioni genetiche ereditarie. In entrambe le forme, il cervello dei pazienti presenta accumuli di placche di proteine ​​e grovigli neurofibrillari che portano al deterioramento neuronale e infine alla morte cellulare.


L'«ipotesi cascata amiloide» prevalente postula che queste placche e grovigli sono composti, rispettivamente, da frammenti della «proteina precursore dell'amiloide» (APP) e delle «proteine ​​tau», che alimentano lo stress cellulare, la neurotossicità, la perdita di funzionalità e la morte cellulare.


Ci sono alcune evidenze, tuttavia, di un altro fattore che guida la malattia: i difetti nel traffico endocitico, il processo attraverso il quale le cellule impacchettano grandi molecole esterne in vescicole o sacche di membrana, per portarle nella cellula per una serie di motivi o usi.


Ma la ricerca precedente si era focalizzata su cellule non neuronali e non ha esaminato gli effetti dei livelli normali di espressione delle proteine ​​correlate all'AD, lasciando poco chiaro il ruolo causale della ridotta endocitosi e di altri movimenti molecolari all'interno delle cellule.


Goldstein e i suoi colleghi hanno analizzato dei neuroni creati da cellule staminali pluripotenti indotte, con i quali hanno generato mutazioni PS1 e APP caratteristiche della fAD, usando le tecnologie emergenti CRISPR e TALEN di modifica del genoma. Con questo approccio "malattia-in-un-piatto", hanno scoperto che i neuroni mutati mostrano un'alterazione della distribuzione, del traffico APP, e delle lipoproteine ​​interiorizzate (proteine ​​che combinano, o trasportano, grasso e altri lipidi nel plasma sanguigno). In particolare, nel soma o corpo cellulare c'erano alti livelli di APP, mentre tali livelli erano ridotti negli assoni neuronali.


In un lavoro precedente, il team di Goldstein aveva dimostrato che le mutazioni PS1 e APP compromettono l'attività di enzimi cellulari specifici. In quest'ultimo lavoro hanno scoperto che, trattando neuroni fAD mutati con un inibitore della beta-secretasi, si recuperano le funzioni sia dell'endocitosi che della transcitosi (movimento di molecole all'interno di una cellula).

 

**********
Hanno collaborato allo studio, pubblicato on-line l'11 ottobre su Cell Reports: Grace Woodruff, Sol M. Reyna, Mariah Dunlap, Rik Van Der Kant, Julia A. Callender, Jessica E. Young ed Elizabeth A. Roberts, tutti della UC San Diego.

Il finanziamento per questa ricerca è stato fornito, in parte, da National Institutes of Health, California Institute for Regenerative Medicine, Tina Nova, ERC Marie Curie International Outgoing Fellowship, Alzheimer’s Netherlands Fellowship e National Institute on Aging.

Conflitti di interesse: Lawrence S.B. Goldstein ha una partecipazione, e fa parte del Comitato Scientifico, di Human Longevity Inc., una società che può potenzialmente beneficiare dei risultati della ricerca. I termini di questo accordo sono stati esaminati e approvati dalla University of California San Diego in conformità con le sue politiche sui conflitti di interessi.

 

 

 


Fonte: University of California - San Diego (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Grace Woodruff, Sol M. Reyna, Mariah Dunlap, Rik Van Der Kant, Julia A. Callender, Jessica E. Young, Elizabeth A. Roberts, Lawrence S.B. Goldstein. Defective Transcytosis of APP and Lipoproteins in Human iPSC-Derived Neurons with Familial Alzheimer’s Disease Mutations. Cell Reports, 2016; 17 (3): 759 DOI: 10.1016/j.celrep.2016.09.034

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.