Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

La perdita di memoria inizia in mezza età, e dipende dal cambio del centro di interesse

La perdita di memoria inizia in mezza età, e dipende dal cambio del centro di interesseQuando è stata mostrata una serie di volti a persone di mezza età e anziane, le regioni rosse del cervello erano più attive; queste includono un'area nella corteccia prefrontale mediana che è associata al pensiero autoreferenziale. Al contrario, nei giovani adulti erano più attive, durante questa operazione, le aree blu, che comprendono quelle importanti per la memoria e l'attenzione (Fonte: N. Rajah, McGill University)
L'incapacità di ricordare dei dettagli, come ad esempio la posizione degli oggetti, parte all'inizio della mezza età (dai 40 anni) e può essere il risultato del cambio di informazioni sulle quali si concentra il cervello durante la formazione e il recupero della memoria, piuttosto che di un declino della funzione cerebrale, secondo uno studio condotto da ricercatori dell'Università McGill.


L'autrice senior Natasha Rajah, direttrice del Brain Imaging Centre della McGill University e professoressa associata nel Dipartimento di Psichiatria della McGill, dice che questo ri-orientamento potrebbe avere un impatto sulla vita quotidiana. "Questo cambiamento di strategia della memoria che avviene con l'età può avere effetti negativi sulle funzioni quotidiane, che pongono l'accento sulla memoria per i dettagli, come il punto dove hai parcheggiato l'auto o quando hai preso i farmaci prescritti".


Si ritiene ora che i cambiamenti cerebrali associati alla demenza sorgano decenni prima della comparsa dei sintomi. Quindi, una questione chiave della ricerca attuale sulla memoria è individuare quali cambiamenti nel cervello che invecchia sono normali e quali non lo sono.


Ma la dott.ssa Rajah dice che la maggior parte del lavoro in materia di invecchiamento e memoria si è concentrato sulla comprensione del cervello che cambia in vecchiaia. "Così sappiamo poco di quello che succede nella mezza età nell'ambito di un invecchiamento sano e come questo si collega agli esiti più avanti nella vita. La nostra ricerca era finalizzata ad affrontare questo problema".


In questo studio, pubblicato sulla rivista NeuroImage, 112 adulti sani da 19 a 76 anni hanno visto una serie di facce. I partecipanti sono stati poi invitati a ricordare dove era apparso un volto particolare sullo schermo (destra o sinistra) e quando (più o meno recentemente). I ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale per analizzare quali parti del cervello venivano attivate durante il richiamo di questi dettagli.


La Rajah e i colleghi hanno scoperto che i giovani adulti attivano la corteccia visiva durante l'esecuzione riuscita di questo compito. Come lei stessa spiega: "Prestano davvero attenzione ai dettagli percettivi per prendere questa decisione".


Dall'altra parte, gli adulti di mezza età e gli anziani non hanno mostrato lo stesso livello di attivazione della corteccia visiva quando dovevano ricordare le informazioni. Al contrario, attivavano la corteccia prefrontale mediale. Questa è una parte del cervello che sappiamo essere coinvolta con le informazioni che hanno a che fare con la propria vita e l'introspezione.


Anche se i partecipanti di mezza età e quelli anziani non hanno ottenuto i risultati di quelli più giovani in questo esperimento, la Rajah dice che può essere sbagliato considerare come un deterioramento la risposta dei cervelli di mezza età e di quelli anziani. "Questo può non essere un 'deficit' nella funzione del cervello di per sé, ma riflette i cambiamenti in ciò che gli adulti ritengono 'informazioni importanti' man mano che invecchiano". In altre parole, i partecipanti di mezza età e anziani si stavano semplicemente concentrando su aspetti diversi dell'evento rispetto a quelli del gruppo più giovane.


La Rajah dice che gli adulti di mezza età e gli anziani potrebbero migliorare le loro capacità di richiamo imparando a concentrarsi sulle informazioni esterne piuttosto che su quelle interne. "Questo può essere il motivo per cui alcune ricerche hanno suggerito che la meditazione di consapevolezza è legata a un migliore invecchiamento cognitivo".


La Rajah sta attualmente analizzando i dati provenienti da uno studio simile per capire se ci sono delle differenze di genere nella funzione del cervello in mezza età in termini di memoria. "A metà della vita le donne attraversano un grande cambiamento ormonale. Quindi ci chiediamo quanta parte di questi risultati sia guidata dalle donne in post-menopausa".

 

******

Questa ricerca è stata finanziata dal Canadian Institutes of Health Research e da una sovvenzione della Alzheimer's Society of Canada.

 

 

 


Fonte: McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: E. Ankudowich, S. Pasvanis, M.N. Rajah. Changes in the modulation of brain activity during context encoding vs. context retrieval across the adult lifespan. NeuroImage, 2016; 139: 103 DOI: 10.1016/j.neuroimage.2016.06.022

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.