Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'uso prolungato di anticolinergici aumenta il rischio di demenza nell'anzianità

Un nuovo studio della Western University ci aiuta a capire perchè un uso prolungato di farmaci anticolinergici comuni, impiegati contro allergie e vescica iperattiva, aumenta il rischio di demenza più tardi nella vita.


I risultati dimostrano che la soppressione continua del neurotrasmettitore acetilcolina (bersaglio dei farmaci anticolinergici) si traduce nei cambiamenti tipici della demenza nel cervello.


"Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che le persone che fanno uso di questi farmaci per un lungo periodo di tempo aumentano il proprio rischio di sviluppare una demenza", ha detto Marco Prado PhD, scienziato del Robarts Research Institute e professore nei dipartimenti di Fisiologia e Farmacologia e Anatomia e Biologia cellulare alla Western. "Quindi la domanda che ci siamo chiesti è 'perché?'"


Per questo studio, pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, i ricercatori hanno usato topi geneticamente modificati per bloccare l'acetilcolina in modo da mimare l'azione dei farmaci nel cervello. I neuroni che usano l'acetilcolina sono noti per essere quelli colpiti dall'Alzheimer; e i ricercatori sono riusciti a dimostrare la relazione causale tra il blocco dell'acetilcolina e la patologia di tipo Alzheimer nei topi.


"Speriamo che attraverso la comprensione di ciò che accade nel cervello a causa della perdita di acetilcolina, possiamo trovare nuovi modi per ridurre la patologia di Alzheimer", ha detto Prado.


Egli, il suo socio Dr. Vania Prado DDS/PhD, e i dottorandi Ben Kolisnyk e Mohammed Al-Onaizi, hanno dimostrato che bloccando i segnali mediati dall'acetilcolina nei neuroni si provoca un cambiamento in circa il 10 per cento dei RNA Messaggeri in una regione del cervello responsabile della memoria dichiarativa. I RNA messaggeri codificano specifici aminoacidi che sono i mattoni delle proteine ​​e molti dei cambiamenti che hanno scoperto nel cervello dei topi mutanti sono simili a quelli osservati nell'Alzheimer.


"Abbiamo dimostrato che per mantenere sani i neuroni è necessaria l'acetilcolina", ha dichiarato Prado. "Quindi, se vengono soppresse le azioni dell'acetilcolina, le cellule cerebrali rispondono cambiando drasticamente i loro RNA messaggeri e quando invecchiano mostrano segni di patologia con molte delle caratteristiche dell'Alzheimer".


È importante sottolineare che i ricercatori hanno scoperto che, prendendo di mira uno dei percorsi dell'RNA messaggero, si migliora la patologia nei topi mutanti.


Lo studio, condotto al Robarts Research Institute della Western, ha usato campioni di tessuto umano per convalidare i dati dei topi, e topi-modello per mostrare non solo i cambiamenti fisici nel cervello, ma anche i cambiamenti comportamentali e della memoria.


I ricercatori sono riusciti a dimostrare che la soppressione a lungo termine dell'acetilcolina causa la morte delle cellule cerebrali e, come conseguenza, diminuisce la memoria nei topi quando invecchiano. "Quando i topi mutanti erano vecchi, era quasi impossibile per loro padroneggiare i compiti di memoria come facevano in giovane età, mentre i topi normali ottenevano ancora buoni risultati", ha detto Kolisnyk.


I ricercatori sperano che i loro risultati abbiano un impatto sulla riduzione del peso della demenza, fornendo nuovi modi per invertire la perdita di acetilcolina.

 

*******
I ricercatori sono stati finanziati da CIHR, da Brain Canada e da NSERC e il lavoro è stato svolto in collaborazione con i ricercatori della UCL, della Università Ebraica di Gerusalemme e della McMaster University.

 

 

 


Fonte: University of Western Ontario (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Benjamin Kolisnyk, Mohammed Al-Onaizi, Lilach Soreq, Shahar Barbash, Uriya Bekenstein, Nejc Haberman, Geula Hanin, Maxine T. Kish, Jussemara Souza da Silva, Margaret Fahnestock, Jernej Ule, Hermona Soreq, Vania F. Prado, Marco A. M. Prado. Cholinergic Surveillance over Hippocampal RNA Metabolism and Alzheimer's-Like Pathology. Cerebral Cortex, 2016; DOI: 10.1093/cercor/bhw177

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)