Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perchè alcuni pazienti di demenza perdono l'empatia?


Helen James doveva continuamente spiegare il comportamento del marito alle persone.


Lui fissava le persone fino a quando non mostravano imbarazzo, metteva le mani sulle spalle di uomini che non conosceva, e una volta aveva puntato e deriso un paraplegico.


L'uomo gentile e intelligente che aveva sposato sembrava aver perso il concetto di come le sue azioni colpivano gli altri.


Gordon James aveva sviluppato una demenza ad esordio precoce, una malattia caratterizzata da una mancanza di empatia, da confusione, comportamento improprio e, nella sua forma rara della malattia, perdita della parola: "Il modo in cui io solitamente gli dimostravo affetto non significava più nulla per lui", ha detto la signora James. "Si voltava dall'altra parte o respingeva la mia mano. E' una malattia molto, molto crudele".


I pazienti con Alzheimer in genere rimangono cordiali e impegnati, nonostante il loro declino cognitivo, ma quelli con la variante comportamentale della demenza frontotemporale [bvFTD] subiscono un cambiamento vibrante della personalità. Questi pazienti affetti da demenza ad esordio precoce hanno emozioni attutite e diventano sconcertati dall'affetto, disinteressati alla socializzazione e meno sensibili ai sentimenti degli altri.


Ma uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease può dare conforto ai caregiver che stanno sopportando il peso di questi cambiamenti. Esso indica che le modifiche sono il risultato della dissolvenza della materia grigia nella regione del cervello che governa l'empatia. I ricercatori di Neuroscience Research Australia hanno esaminato 71 persone (25 con Alzheimer, 24 con bvFTD e 22 anziani sani di controllo) con valutazioni cognitive, interviste al caregiver e neuroscansioni.


Entrambi i gruppi sperimentali avevano una capacità ridotta di comprendere e apprezzare le emozioni degli altri, la cosiddetta «empatia cognitiva». Ma i pazienti di bvFTD erano significativamente più deteriorati quando si trattava di condividere le emozioni e le esperienze emotive degli altri, cioè di esprimere «empatia affettiva».


Il deterioramento dell'empatia cognitiva nel gruppo di Alzheimer è risultato essere una conseguenza del loro declino cognitivo globale, piuttosto che una perdita di empatia in sé. Perciò anche se trovavano difficile spiegare come si sentiva un personaggio di un libro, potevano ancora sconvolgersi se vedevano qualcuno che gridava in strada.


Ma per i pazienti di bvFTD, la perdita di empatia era legata alla materia grigia presente a macchie nella corteccia fronto-insulare del cervello, la cui integrità è fondamentale per il funzionamento sociale. La prima autrice Muireann Irish ha detto che questo spiega perché i malati di Alzheimer continuano ad essere socialmente corretti, nonostante il declino della funzione cognitiva:

"Non c'è cambiamento di personalità, che credo sia una delle cose più stridenti sui pazienti con demenza frontotemporale.

"Questo studio fa capire meglio ai caregiver quanto ci sia una ragione biologica per questo cambiamento che diventa così angosciante.

"L'empatia è un concetto astratto, in un certo modo. Non è facilmente quantificabile come la perdita di memoria o i cambiamenti di linguaggio e può essere visto come un problema di personalità o che qualcuno voglia essere volutamente antipatico, ma questo dimostra che c'è una regione del cervello che cambia".


La signora James ha detto che ha dovuto imparare ad adattarsi ai nuovi modi di fare di suo marito, che ora vive in una struttura assistenziale: "Lui non poteva cambiare, ma io l'ho fatto, così ho dovuto ri-allenare il mio cervello e me stessa per farvi fronte".

 

 

 


Fonte: Harriet Alexander in Sydney Morning Herald (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nadene Dermody, Stephanie Wong, Rebekah Ahmed, Olivier Piguet, John R. Hodges, Muireann Irish. Uncovering the Neural Bases Of Cognitive and Affective Empathy Deficits in Alzheimer’s Disease and the Behavioral-Variant of Frontotemporal Dementia. Journal of Alzheimer’s Disease, Volume 53, Number 3, IN PRESS

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)