Ricerche
I pensieri depressivi che perseverano interferiscono con la memoria dei depressi
'Depressive thoughts' di ©2015 MonotoneInkwell (Fonte: Deviantart.com)
I pensieri depressivi invadenti e duraturi sono una parte onnipresente della vita quotidiana delle persone con depressione. Questi pensieri persistono per periodi di tempo più lunghi nelle persone con umore depresso, e questa durata estesa può ridurre la quantità di informazioni che questi individui hanno nella loro memoria.
Questa è la conclusione di uno studio, il primo del suo genere, del Center for BrainHealth dell'Università del Texas di Dallas, pubblicato recentemente sul Journal of Affective Disorders. I risultati hanno implicazioni di vasta portata per la comprensione di come la depressione danneggia la memoria, e come la depressione aumenta e persiste nel corso della vita di un individuo.
"Le persone depresse, e anche quelle sane con uno stato d'animo depresso, possono essere influenzate da pensieri depressivi", ha spiegato Bart Rypma PhD, ricercatore principale del Center for BrainHealth, con cattedra alla UT Dallas. "Sapevamo che i questi pensieri tendono a durare più a lungo nelle persone con depressione. Tuttavia, questo studio è l'unico a dimostrare che questi pensieri, innescati dagli stimoli dell'ambiente, possono persistere fino al punto da ostacolare la capacità della persona depressa di seguire il filo del discorso".
Per lo studio, i ricercatori hanno reclutato 75 laureandi; 30 studenti avevano sintomi depressivi e 45 partecipanti no. Tutti i partecipanti sono stati invitati a rispondere a una frase con pensieri depressivi, come "Sono triste", o "Non piaccio alle persone", o a informazioni neutre. Essi dovevano poi ricordare una serie di numeri.
Gli individui con umore depresso hanno dimenticato più stringhe di numeri rispetto alle persone senza umore depresso, nel rispondere ad una frase con informazioni negative. Le persone con umore depresso che hanno sentito prima il pensiero depressivo, hanno ricordato il 31% in meno di stringhe di numeri, rispetto alle persone senza umore depresso, e rispetto alle persone con umore depresso che hanno avuto prima la stringa di numeri.
Può essere rilevante perché:
La depressione, altre all'influenza negativa diretta sulla memoria riferita da questo studio, è uno dei fattori di rischio dell'Alzheimer.
"Tutti noi abbiamo una quantità fissa di informazioni che possiamo tenere in memoria allo stesso tempo", ha spiegato l'autore principale dello studio, Nick Hubbard, dottorando del Center for BrainHealth, che lavora con il dottor Rypma. "Il fatto che i pensieri depressivi sembrano non svanire all'arrivo di altra memoria, spiega con certezza perché gli individui depressi hanno difficoltà a concentrarsi o a ricordare cose nella loro vita quotidiana. Questa occupazione della memoria da parte dei pensieri depressivi potrebbe anche spiegare perché i pensieri più positivi sono spesso assenti nella depressione; semplicemente non c'è abbastanza spazio per loro".
Gli autori suggeriscono che questo impegno maggiore di risorse di memoria da parte dei pensieri depressivi e, di conseguenza, la capacità impoverita di tenere pensieri positivi in memoria, potrebbe essere la chiave per capire come si sviluppa la depressione e come continua per tutta la durata della vita di un individuo.
"Gli interventi come la terapia cognitiva basata sulla consapevolezza, riescono bene a dare alle persone depresse la capacità di riconoscere e regolare meglio il contenuto dei loro pensieri", ha detto il dottor Rypma. "Il nostro obiettivo è continuare a studiare come tali approcci terapeutici possono alterare il cervello depresso e come queste alterazioni potrebbero risultare in memoria ed esiti migliori per le persone con depressione".
Il supporto per questo studio è stato fornito da un premio «Dianne Cash Fellowship», da «Friends of BrainHealth» e da un «Linda and Joel Robuck Distinguished New Scientist Award».
Fonte: University of Texas (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Nicholas A. Hubbard, Joanna L. Hutchison, D. Zachary Hambrick, Bart Rypma. The enduring effects of depressive thoughts on working memory. Journal of Affective Disorders, 2016; 190: 208 DOI: 10.1016/j.jad.2015.06.056
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