Iscriviti alla newsletter

L'esercizio aerobico a lungo termine impedisce i cambiamenti del cervello legati all'età

L'esercizio aerobico a lungo termine impedisce i cambiamenti del cervello legati all'etàIl deterioramento strutturale associato alla vecchiaia può essere prevenuto con l'esercizio aerobico a lungo termine a partire dalla mezza età, secondo ricercatori del Jackson Laboratory.


La ricerca è stata pubblicata nella rivista ad accesso libero PLoS Biology, dall'assistente professore Gareth Howell PhD, dall'associata di ricerca Ileana Soto PhD, e dai loro colleghi del laboratorio.


Essi hanno scoperto che i cambiamenti strutturali che rendono permeabile la barriera emato-encefalica, e che provocano l'infiammazione dei tessuti cerebrali nei topi, possono essere attenuati permettendo agli animali di correre con regolarità, una possibile spiegazione degli effetti benefici dell'esercizio fisico sulla demenza negli esseri umani.


La vecchiaia è il principale fattore di rischio dell'Alzheimer, come di molte altre malattie. I deficit cognitivi legati all'età sono dovuti in parte ai cambiamenti nella funzione neuronale, ma sono anche correlati a carenze nella fornitura di sangue al cervello e all'infiammazione di basso livello.


In questo studio, gli autori hanno cercato di indagare i cambiamenti nel cervello di topi di laboratorio normali, giovani e anziani, confrontando i loro profili di espressione genica con la tecnica «sequenziamento RNA», e confrontando le loro strutture ad alta risoluzione con la microscopia a fluorescenza e con la microscopia elettronica.


L'analisi dell'espressione genica ha indicato cambiamenti legati all'età nell'espressione dei geni rilevanti per la funzione vascolare (che comprende l'adesione focale, i muscoli vascolari lisci e le interazioni ECM-recettore), e per l'infiammazione (relativi in particolare al sistema del complemento, che elimina le particelle estranee) nella corteccia cerebrale.


Queste modifiche sono accompagnate da un declino nella funzione degli astrociti (cellule chiave di supporto nel cervello) e la perdita di periciti (le cellule contrattili che circondano i piccoli capillari e venule e mantengono la barriera emato-encefalica), e dei principali componenti della membrana basale, che costituisce parte integrante della barriera emato-encefalica.


I ricercatori hanno anche osservato un aumento nella densità e nell'attivazione funzionale delle cellule immunitarie chiamate microglia/monociti, che eliminano dal cervello gli agenti infettivi e le cellule danneggiate. Secondo la Soto:

"Nel complesso, i nostri dati suggeriscono che l'invecchiamento normale causa una disfunzione significativa dell'unità neurovascolare corticale, compresa la riduzione della membrana basale e la perdita di periciti. Questi cambiamenti sono strettamente correlati con un aumento delle microglia/monociti nella corteccia invecchiata".


Sappiamo già che l'attività fisica migliora il declino cognitivi e i deficit senso-motori osservati in età avanzata negli esseri umani così come nei topi. Per studiare l'impatto dell'esercizio fisico a lungo termine sui cambiamenti cerebrali osservati nei topi che invecchiano, i ricercatori hanno fornito agli animali un cilindro rotante dai 12 mesi di età (equivalenti alla mezza età nell'uomo) e hanno valutato il loro cervello a 18 mesi (equivalente a circa 60 anni negli esseri umani, quando il rischio di Alzheimer è notevolmente maggiore).


I topi, giovani e anziani, hanno corso per circa 3 km ogni notte, e questa attività fisica ha migliorato la capacità e la motivazione dei topi vecchi a impegnarsi in comportamenti tipici spontanei che di solito sono danneggiati dall'invecchiamento. Questo esercizio ha ridotto significativamente la perdita di periciti correlata all'età nella corteccia cerebrale e ha migliorato altri indicatori di disfunzione del sistema vascolare e della barriera emato-encefalica. L'esercizio ha diminuito anche il numero di microglia/monociti che esprimono una componente cruciale che avvia il percorso di complemento, del quale altri hanno mostrato in precedenza il ruolo nel declino cognitivo correlato all'età. 


È interessante notare che questi effetti benefici dell'esercizio fisico, non sono stati osservati nei topi mancanti del gene APOE, una variante del quale è un importante fattore di rischio genetico per l'Alzheimer. Gli autori riferiscono anche che nei topi anziani cala l'espressione dell'APOE nella corteccia cerebrale e questo declino può essere prevenuto con l'esercizio fisico.


Numerosi studi hanno correlato lo sviluppo dell'Alzheimer alla disfunzione vascolare durante l'invecchiamento. Questo studio suggerisce che questa disfunzione potrebbe essere guidata da una disfunzione degli astrociti e/o da una perdita di periciti, che porta a una rottura della barriera emato-encefalica.


Ma un ulteriore lavoro dovrà stabilire il ruolo delle microglia/macrofagi, produttrici del complemento, così come il modo in cui il declino dell'APOE contribuisce al declino neurovascolare da età e se la permeabilità della barriera emato-encefalica permette il passaggio di fattori dannosi dalla circolazione al cervello.


Studi precedenti, che dimostrano che l'esercizio fisico è benefico per il cervello umano, suggerivano che gli effetti sui topi sono rilevanti per la salute umana. Gli autori concludono:

"I nostri dati, corredati di quelli provenienti da studi sull'uomo, puntano a concentrare gli sforzi per capire l'impatto dell'invecchiamento e delle scelte di vita sul declino dell'unità neurovascolare e sulla neuroinfiammazione, soprattutto per le disfunzioni di astrociti e periciti".


Howell crede che come società dobbiamo lavorare duramente per essere sicuri di mantenere uno stile di vita per quanto possibile attivo:

"In questa epoca, con tante distrazioni e comodità, è facile cadere in uno stile di vita che non include abbastanza esercizio. Con l'invecchiamento della popolazione, spero che il nostro studio possa aiutare a favorire uno stile di vita sano che includa l'esercizio.

"Per coloro che purtroppo non sono in grado di fare esercizio, il nostro studio fornisce informazioni di un possibile meccanismo attraverso il quale l'esercizio fisico può dare benefici all'invecchiamento cerebrale e potrebbe un giorno portare a migliori trattamenti per il declino cognitivo da età, per l'Alzheimer e per altre malattie neurodegenerative".

 

 

 


Fonte: The Jackson Laboratory (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ileana Soto, Leah C. Graham, Hannah J. Richter, Stephen N. Simeone, Jake E. Radell, Weronika Grabowska, W. Keith Funkhouser, Megan C. Howell, Gareth R. Howell. APOE Stabilization by Exercise Prevents Aging Neurovascular Dysfunction and Complement Induction. PLOS Biology, Published: October 29, 2015. DOI: 10.1371/journal.pbio.1002279

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La demenza ci fa vivere con emozioni agrodolci

23.05.2023

Il detto è: dolce è la vita. E, anche se vorremmo momenti costantemente dolci, la vita...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo;...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è u...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Farmaci per il sonno: limitazioni e alternative

18.04.2023

Uno studio pubblicato di recente sul Journal of Alzheimer's Disease è l'ultima...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensoria…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il ris...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.