Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cibo per la mente: la proteina che potenzia l'apprendimento e la memoria

Cibo per la mente: la proteina che potenzia l'apprendimento e la memoriaLa proteina ERRγ è visibile come macchie rosse nell'ippocampo, l'area del cervello responsabile della memoria (Fonte: Salk Institute for Biological Studies)Proprio come alcune persone sembrano fatte per correre la maratona e hanno più facilità a percorrere chilometri senza stancarsi, altri sono nati con un talento per ricordare le cose, dalle tabelline ai fatti più banali.


Si scopre ora che queste due abilità (correre e memorizzare) non sono così diverse.


Scienziati e collaboratori del Salk Institute hanno scoperto che le attività fisiche e mentali si basano su una singola proteina metabolica che controlla il flusso di sangue e i nutrienti di tutto il corpo, e lo riferiscono sulla rivista Cell Metabolism.


Il nuovo studio potrebbe suggerire potenziali trattamenti nella medicina rigenerativa e dello sviluppo, come pure i mezzi per affrontare i difetti di apprendimento e memoria.


"Stiamo parlando di come ottenere energia dove serve, nelle «centrali energetiche» del corpo", dice Ronald Evans, direttore del Gene Expression Laboratory del Salk e autore senior della nuova ricerca, pubblicata il 7 aprile 2015. "Il cuore e i muscoli hanno bisogno di un impulso di energia per supportare l'esercizio fisico, e i neuroni hanno bisogno di un impulso di energia per formare nuovi ricordi".


Gli scienziati hanno scoperto che l'energia per i muscoli e il cervello è controllata da una singola proteina chiamata «recettore gamma correlato agli estrogeni» (ERRγ). Il gruppo di ricerca di Evans ha già studiato il ruolo dell'ERRγ nel cuore e nei muscoli scheletrici. Nel 2011, hanno scoperto che, favorendo l'attività dell'ERRγ nel muscolo di topi sedentari, aumenta l'afflusso di sangue ai muscoli e la loro capacità di funzionamento raddoppia. Hanno continuato dimostrando che L'ERRγ accende tutta una serie di geni muscolari che convertono i grassi in energia.


Quindi l'ERRγ si è fatta conoscere come interruttore principale metabolico che energizza i muscoli per migliorare le prestazioni. Anche se altri studi avevano dimostrato che l'ERRγ era attiva anche nel cervello, i ricercatori non avevano capito il motivo: il cervello brucia zuccheri e l'ERRγ si è in precedenza dimostrata in grado di bruciare solo grassi. Così il team ha deciso di guardare più da vicino ciò che sta facendo la proteina nelle cellule cerebrali.


Osservando inizialmente neuroni isolati, Liming Pei (co-autore principale corrispondente della ricerca) ha scoperto che, come nei muscoli, l'ERRγ attiva decine di geni metabolici nelle cellule cerebrali. Questa attivazione si lega inaspettatamente allo zucchero invece che ai grassi. I neuroni senza ERRγ non possono far decollare la produzione di energia e quindi hanno prestazioni compromesse. "Abbiamo ipotizzato che l'ERRγ facesse la stessa cosa in tutto il corpo", spiega Evans. "Ma abbiamo capito che nel cervello è diverso". L'ERRγ, conclude, attiva percorsi brucia-grassi nei muscoli e percorsi brucia-zucchero nel cervello.


Evans ed i suoi collaboratori hanno notato che l'ERRγ nei topi viventi è più attivo nell'ippocampo (un'area del cervello attiva nella produzione di nuove cellule cerebrali), che è coinvolto nell'apprendimento e nella memoria, e che sappiamo richiedere molta energia. Si sono chiesti quindi se l'ERRγ avesse un ruolo diretto nell'apprendimento e nella memoria. Studiando i topi privi di ERRγ nel cervello, hanno trovato un collegamento.


Anche se i topi senza la proteina avevano vista, movimento e equilibrio normali, erano più lenti a imparare a nuotare in un labirinto acquatico e più scadenti nel ricordare il labirinto nelle successive prove, rispetto ai topi con livelli normali di ERRγ.


"Quello che abbiamo scoperto è che i topi senza ERRγ di fondo apprendono in modo molto lento", dice Pei. Egli ipotizza che livelli diversi di ERRγ potrebbero anche essere alla base delle differenze tra il modo di imparare dei singoli esseri umani. "Tutti possono imparare, ma alcune persone apprendono e memorizzano in modo più efficiente rispetto ad altri, e ora pensiamo che questo possa essere legato a cambiamenti nel metabolismo cerebrale".


Una migliore comprensione del metabolismo dei neuroni potrebbe indicare la strada verso migliori trattamenti per i disturbi dell'apprendimento e dell'attenzione. E forse, stimolare la crescita dei livelli di ERRγ potrebbe anche migliorare l'apprendimento, allo stesso modo in cui migliora la funzione muscolare.


"Quello che abbiamo dimostrato è che i ricordi sono realmente costruiti su un ponteggio metabolico", spiega Evans. "E noi pensiamo che se si vuole capire l'apprendimento e la memoria, è necessario comprendere i circuiti che sono alla base e alimentano questo processo".

 

*********
Altri ricercatori dello studio sono Yangling Mu, Mathias Leblanc, William Alaynick, Matthew Pankratz, Tiffany W. Tseng, Samantha Kaufman, Ruth T. Yu, Michael Downes, Samuel L. Pfaff, e Fred H. Gage, tutte del Salk Institute for Biological Studies; Liming Pei della University of Pennsylvania; Grant D. Barish della Northwestern University; Christopher Liddle della University of Sydney; e Johan Auwerx della Ecole Polytechnique Federale de Lausanne.

Il lavoro è stato finanziato dallo Howard Hughes Medical Institute, dai National Institutes of Health, dal Leona M. e Harry B. Helmsley Charitable Trust, dalla Ellison Medical Foundation e dalla Glenn Foundation for Medical Research, dal Children's Hospital of Philadelphia e dal Penn Medicine Neuroscience Center.

 

 

 

 

 


Fonte: Salk Institute for Biological Studies (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ronald M. Evans et al. Dependence of Hippocampal Function on ERRγ-Regulated Mitochondrial Metabolism. Cell Metabolism, April 2015 DOI: 10.1016/j.cmet.2015.03.004

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.