Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trauma cranico invecchia il cervello, e lo prepara alla demenza

Trauma cranico invecchia il cervello, e lo prepara alla demenzaScansioni MRI del cervello di un paziente con trauma cranico (sinistra) e di una persona sana (destra).Le persone che hanno subito gravi lesioni alla testa mostrano cambiamenti nella struttura del cervello simili a quelli presenti negli anziani, secondo un nuovo studio.


I ricercatori dell'Imperial College di Londra hanno analizzato le scansioni cerebrali di oltre 1.500 persone sane, per sviluppare un programma per computer che possa prevedere l'età di una persona dalla scansione cerebrale.


Hanno poi usato il programma per stimare l'«età cerebrale» di 113 persone sane e di 99 pazienti che avevano subito lesioni cerebrali traumatiche.


I pazienti con lesioni cerebrali hanno avuto una stima della loro età più alta di circa 5 anni, in media, della loro età reale.


Le lesioni alla testa sono già note per aumentare il rischio di contrarre, più tardi nella vita, condizioni neurologiche legate all'età, come la demenza. Il modello di previsione dell'età può essere utile come strumento di selezione per identificare i pazienti che hanno la probabilità di sviluppare problemi e per definire le strategie che impediscono o rallentano il loro declino.


"L'età cronologica non è necessariamente il migliore indicatore della salute o di quanto si può vivere ancora", ha detto il dottor James Cole del Dipartimento di Medicina dell'Imperial College di Londra, che ha diretto lo studio. "C'è un grande interesse nella ricerca di biomarcatori dell'invecchiamento che possono essere usati per misurare un certo aspetto della salute e prevedere i problemi futuri".


Lo studio, pubblicato nel numero di aprile di Annals of Neurology, ha usato la risonanza magnetica per immagini (MRI) per studiare i cambiamenti della struttura del cervello. I ricercatori hanno impiegato un algoritmo di apprendimento automatico per sviluppare un programma per computer che può riconoscere le differenze legate all'età nel volume della materia bianca e della materia grigia, in diverse parti del cervello.


Il modello è stato poi usato per stimare l'età dei soggetti in base alle loro scansioni cerebrali. Lo studio è stato fatto su 99 pazienti con lesioni cerebrali traumatiche (TBI) causate da incidenti stradali, cadute o aggressioni, che avevano problemi neurologici persistenti. Le scansioni sono state fatte da un mese a 46 anni dopo l'evento.


Nei soggetti sani la differenza media tra l'età prevista e l'età reale era pari a zero. Nei pazienti con trauma cranico, la differenza era significativamente più alta, con una discrepanza maggiore nei pazienti con lesioni più gravi. Le differenze nell'età prevista sono state associate ai disturbi cognitivi, come una memoria scarsa e tempi lenti di reazione.


C'era anche una correlazione tra il tempo da quando è intervenuto il pregiudizio e la differenza di età prevista, il che suggerisce che questi cambiamenti nella struttura del cervello non si verificano durante la lesione in sé, ma sono il risultato di processi biologici continui, potenzialmente simili a quelli del normale invecchiamento, che accelera dopo un infortunio.


"La lesione cerebrale traumatica non è un evento statico", ha detto il dottor Cole. "Può innescare processi secondari, probabilmente correlati all'infiammazione, che può causare più danni nel cervello negli anni successivi, e può contribuire allo sviluppo dell'Alzheimer o di altre forme di demenza".


I ricercatori ritengono che il modello di previsione dell'età potrebbe essere applicato non solo ai pazienti con trauma cranico, ma anche allo screening di persone esteriormente sane. "Vogliamo fare uno studio in cui usiamo il programma per stimare l'età del cervello delle persone sane, e quindi vedere se quelli con un «cervello vecchio» hanno più probabilità di ottenere le malattie neurodegenerative. Se funziona, si potrebbe usare per identificare le persone ad alto rischio, farle partecipare a studi e potenzialmente prescrivere trattamenti che potrebbero allontanare la malattia", ha detto il dottor Cole.

 

********
I ricercatori hanno ricevuto finanziamenti dal Settimo programma quadro dell'UE, dall'Istituto Nazionale per la Ricerca Sanitaria e dal NIHR Imperial Biomedical Research Centre.

 

 

 

 

 


Fonte: Sam Wong in Imperial College London (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: James H Cole, Robert Leech, David J Sharp. Prediction of brain age suggests accelerated atrophy after traumatic brain injury. Annals of Neurology, 2015; DOI: 10.1002/ana.24367

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.