Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'espansione stranamente rapida del cervelletto nell'evoluzione umana

L'espansione stranamente rapida del cervelletto nell'evoluzione umanaIl cervelletto di lato e da dietro (Fonte: Wikipedia)Un nuovo studio, pubblicato il 2 ottobre sulla rivista Current Biology, potrebbe riscrivere la storia dell'evoluzione del cervello dell'uomo e delle scimmie.


Anche se la neocorteccia del cervello è stata definita "il coronamento dell'evoluzione e il substrato biologico delle abilità mentali umane", i confronti recentemente riferiti del ritmo evolutivo dimostrano che il cervelletto si è espanso fino a sei volte più rapidamente del previsto durante l'evoluzione dei primati, inclusi gli esseri umani.


I risultati suggeriscono che probabilmente l'intelligenza tecnica è importante almeno altrettanto di quella sociale nell'evoluzione cognitiva umana, dicono i ricercatori.


"Questi risultati evidenziano un ruolo precedentemente ignoto del cervelletto nell'evoluzione del cervello umano e delle scimmie, e possono in potenza ridefinire il pensiero dei ricercatori su come e perché si è distinto il cervello di queste specie, nonché spostare l'attenzione lontano dal focus quasi esclusivo sulla neocorteccia come sede della nostra umanità"
, dice Robert Barton dell'Università di Durham nel Regno Unito.


Il cervelletto era visto soprattutto come un'area del cervello coinvolta nel controllo del movimento, aggiunge Chris Venditti dell'Università di Reading. Ma le evidenze più recenti hanno cominciato a suggerire che il cervelletto ha una gamma più ampia di funzioni.


E' intrigante anche il fatto che il cervelletto contiene un gran numero di neuroni stipati densamente. "Negli esseri umani, il cervelletto contiene circa 70 miliardi di neuroni; quattro volte di più della neocorteccia", dice Barton. "Nessuno sa veramente a cosa servono tutti questi neuroni, ma sono di sicuro lì per qualcosa di importante".


La neocorteccia aveva avuto la maggior parte dell'attenzione tanto per cominciare perché si tratta di una struttura così grande. Come risultato, nell'esaminare la variazione della grandezza di varie regioni del cervello, la neocorteccia sembrava rapprensentare la maggior porzione dell'espansione. Ma gran parte di tale aumento di dimensioni potrebbe essere spiegata dalla taglia dell'animale nel suo complesso; per esempio i capodogli hanno una neocorteccia che è proporzionalmente più grande di quella degli esseri umani.


Con un metodo comparativo che controlla le differenze nel modo in cui si correlano le due strutture cerebrali, Barton e Venditti hanno scoperto un modello sorprendente: sia le scimmie non umane che gli esseri umani hanno cominciato a distinguersi nella correlazione, altrimenti stretta, delle dimensioni tra cervelletto e neocorteccia presente in altri primati, per merito di una espansione evolutiva relativamente rapida del cervelletto.


Barton e Venditti dicono che il cervelletto sembra essere coinvolto particolarmente nell'organizzazione temporale delle sequenze comportamentali complesse, come quelle coinvolte nella produzione e nell'uso degli strumenti, per esempio. È interessante notare che stanno emergendo evidenze di un ruolo cruciale del cervelletto anche nel linguaggio.


Anche se resta da fare molto lavoro, il nuovo studio determina che il cervelletto è "una nuova frontiera per le indagini sulle basi neurali delle abilità cognitive avanzate", dicono i ricercatori.

 

 

 

 

 


Fonte:  Cell Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Barton et al. Rapid evolution of the cerebellum in humans and other great apes. Current Biology, 2014 DOI: 10.1016/j.cub.2014.08.056

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.