Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La curiosità cambia il cervello per migliorare l'apprendimento

La curiosità cambia il cervello per migliorare l'apprendimento"Non ho un talento speciale. Sono solo appassionatamente curioso". Albert EinsteinPiù siamo curiosi su un argomento, tanto più facile sarà apprendere le relative informazioni.


Una nuova ricerca, pubblicata on-line il 2 ottobre sulla rivista Neuron, ci dà informazioni su ciò che accade nel nostro cervello quando è suscitata la curiosità.


I risultati potrebbero aiutare gli scienziati a trovare il modo di migliorare l'apprendimento e la memoria complessiva sia negli individui sani che in quelli che hanno condizioni neurologiche [come l'Alzheimer].


"Questi risultati hanno potenzialmente implicazioni di vasta portata per il pubblico, perché rivelano informazioni sul modo in cui una forma di motivazione intrinseca, la curiosità, influenza la memoria. Questi risultati suggeriscono dei modi per migliorare l'apprendimento in classe e in altri ambiti", dice l'autore principale Dr. Matthias Gruber, della University of California di Davis.


Per lo studio i partecipanti hanno valutato la loro curiosità ad imparare le risposte ad una serie di domande futili. Quando hanno in seguito avuto una domanda su una curiosità specifica, c'è stato un ritardo di 14 secondi prima che fosse data la risposta, durante i quali i partecipanti hanno visto l'immagine di un volto estraneo neutro.


Successivamente, i partecipanti hanno eseguito un test di memoria di riconoscimento a sorpresa dei volti che avevano visto, seguito da un test di memoria sulle risposte alle domande futili. In alcune parti dello studio, i partecipanti si sono anche sottoposti a scansione cerebrale con risonanza magnetica funzionale.


Lo studio ha rivelato tre grandi risultati:

  1. In primo luogo, come previsto, quando le persone erano molto curiose di scoprire la risposta a una domanda, imparavano meglio queste informazioni. Più sorprendente, tuttavia, è che una volta che la loro curiosità è stata suscitata, hanno mostrato un migliore apprendimento delle informazioni del tutto estranee (riconoscimento facciale), che hanno incontrato, senza esserne necessariamente incuriosite. Le persone riuscivano anche a trattenere meglio le informazioni apprese durante lo stato curioso, fino a 24 ore dopo. "La curiosità può mettere il cervello in uno stato che permette di imparare e conservare qualsiasi tipo di informazione, come un vortice che risucchia dentro quello che si è motivati ad imparare, e anche tutto ciò che è intorno ad esso", spiega il dottor Gruber.

  2. In secondo luogo i ricercatori hanno scoperto che, quando la curiosità è stimolata, c'è una maggiore attività nel circuito del cervello legato alla ricompensa. "Abbiamo dimostrato che la motivazione intrinseca recluta realmente le stesse aree del cervello che sono pesantemente coinvolte nella motivazione tangilbile ed estrinseca", afferma il Dr. Gruber. Questo circuito di ricompensa si basa sulla dopamina, un messaggero chimico che trasmette messaggi tra i neuroni.

  3. In terzo luogo il team ha scoperto che, quando la curiosità motiva l'apprendimento, c'è una maggiore attività nell'ippocampo, una regione del cervello importante per la formazione di nuovi ricordi, così come un aumento delle interazioni tra l'ippocampo e il circuito di ricompensa. "Quindi la curiosità recluta il sistema di ricompensa, e le interazioni tra il sistema di ricompensa e l'ippocampo sembrano mettere il cervello in uno stato in cui si hanno maggiori probabilità di apprendere e conservare le informazioni, anche se queste non sono di particolare interesse o rilevanza", spiega il ricercatore principale Dr Charan Ranganath, anch'egli della UC Davis.


I risultati potrebbero avere implicazioni per la medicina e oltre. Ad esempio, i circuiti cerebrali che si basano sulla dopamina tendono a funzionare meno con l'invecchiamento, o anche prima nelle persone con condizioni neurologiche. Capire il rapporto tra la motivazione e la memoria potrebbe quindi stimolare nuovi sforzi per migliorare la memoria negli anziani sani e per sviluppare nuovi approcci per il trattamento di pazienti con disturbi che colpiscono la memoria.


Ed in classe o sul posto di lavoro, si potrebbe potenziare l'apprendimento di quello che è considerato materiale noioso, se gli insegnanti o i dirigenti riescono a sfruttare la potenza della curiosità degli studenti, e dei lavoratori, per qualcosa che sono motivati naturalmente ​​ad imparare.

 

 

 

 

 


Fonte:  Cell Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Matthias J. Gruber, Bernard D. Gelman, Charan Ranganath. States of Curiosity Modulate Hippocampus-Dependent Learning via the Dopaminergic Circuit. Neuron, 2014 DOI: 10.1016/j.neuron.2014.08.060

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)