Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perchè lo stress ci rende meno socievoli?

Perché quando le persone sono troppo stressate, diventano spesso anche burbere, scontrose, sgradevoli, distratte o smemorate?


I ricercatori del Brain Mind Institute (BMI) del Politecnico di Losanna hanno appena messo in evidenza un meccanismo sinaptico fondamentale che spiega la relazione tra stress cronico e perdita di abilità sociali e deterioramento cognitivo.


Quando viene innescato dallo stress, un enzima attacca una molecola di regolamentazione sinaptica nel cervello, rivela un lavoro pubblicato su Nature Communications.


Il team di Carmen Sandi è andato a cercare le risposte in una regione dell'ippocampo nota per il suo coinvolgimento nel comportamento e nelle abilità cognitive. Lì, gli scienziati si sono interessati ad una molecola, la proteina nectina-3 di adesione cellulare, il cui ruolo è garantire l'aderenza, a livello sinaptico, tra due neuroni.


Queste proteine, posizionate nella parte postsinaptica, si legano alle molecole della porzione presinaptica, garantendo così la funzione sinaptica. Tuttavia i ricercatori hanno scoperto, in modelli di ratto affetti da stress cronico, che le molecole nectina-3 sono di numero significativamente ridotto.


Le indagini condotte dai ricercatori li hanno portati a un enzima coinvolto nel processo di degradazione delle proteine: MMP-9. Sapevamo già che lo stress cronico provoca un massiccio rilascio di glutammato, una molecola che agisce sui recettori NMDA, essenziali per la plasticità sinaptica e quindi per la memoria.


Ciò che questi ricercatori hanno scoperto ora è che questi recettori attivano gli enzimi MMP-9 che, come forbici, tagliano letteralmente la proteina nectina-3 di adesione cellulare. "Quando questo accade, la nectina-3 diventa incapace di svolgere il suo ruolo di modulatore della plasticità sinaptica", ha spiegato Carmen Sandi. A loro volta, questi effetti portano i soggetti a perdere la loro socievolezza, ad evitare interazioni con i loro coetanei e ad avere memoria o comprensione alterate.


I ricercatori, in collaborazione con neuroscienziati polacchi, sono riusciti a confermare questo meccanismo in roditori sia in vitro che in vivo. Per mezzo di trattamenti esterni che attivavano la ​​nectina-3 o inibivano gli MMP-9, hanno dimostrato che i soggetti stressati possono riconquistare la loro socievolezza e le normali capacità cognitive.


"L'identificazione di questo meccanismo è importante perché suggerisce potenziali trattamenti per i disturbi neuropsichiatrici legati allo stress cronico, in particolare per la depressione", ha detto Carmen Sandi, membro del NCCR-Synapsy, che studia le radici neurobiologiche dei disturbi psichiatrici.


È interessante notare che l'espressione degli MMP-9 è coinvolta anche in altre patologie, come le malattie neurodegenerative, tra cui la SLA o l'epilessia. "Questo risultato apre nuove strade di ricerca sulle conseguenze ancora sconosciute dello stress cronico", ha concluso Carmen Sandi, direttrice del BMI.

 

 

 

 

 


FonteEcole Polytechnique Fédérale de Lausanne via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Michael A. van der Kooij, Martina Fantin, Emilia Rejmak, Jocelyn Grosse, Olivia Zanoletti, Celine Fournier, Krishnendu Ganguly, Katarzyna Kalita, Leszek Kaczmarek, Carmen Sandi. Role for MMP-9 in stress-induced downregulation of nectin-3 in hippocampal CA1 and associated behavioural alterations. Nature Communications, 2014; 5: 4995 DOI: 10.1038/ncomms5995

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)