Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come auto-valutiamo la forma fisica in mezza età indica il rischio di demenza

Come giudichi la tua forma fisica? E' buona, soddisfacente o magari scadente? Ti sorprenderà sapere che la risposta può rivelare il tuo rischio futuro di avere una demenza.


Un recente studio collaborativo finlandese, che ha seguito 3.559 adulti per 30 anni, ha scoperto che una semplice domanda sull'auto-valutazione della forma fisica in mezza età può rivelare gli individui che hanno un rischio maggiore di sviluppare una demenza.


Coloro che riferiscono una idoneità fisica auto-valutata come scadente in mezza età (mediamente a 50 anni), hanno una probabilità quattro volte maggiore di subire una demenza nel corso dei successivi trent'anni, rispetto a quelli con una buona forma fisica auto-stimata.


"Ricerche precedenti avevano dimostrato che la salute auto-valutata è un indicatore forte di eventi avversi per la salute. Questo è il primo grande studio basato sulla popolazione ad indagare l'associazione tra l'auto-valutazione della forma fisica nei tre decenni dalla mezza età alla vecchiaia e il rischio di demenza", dice il Dr Jenni Kulmala, ricercatrice post-dottorato, del Centro di Ricerca di Gerontologia dell'Università di Jyväskylä in Finlandia.


L'associazione tra una forma fisica auto-valutata come scarsa e la demenza è più pronunciata tra i non portatori dell'allele apolipoproteina E ε4 (APOE4), le persone cioè che non hanno una forte predisposizione genetica per la demenza. Una forte associazione è stata osservata anche tra le persone con malattie croniche. "Le malattie croniche aumentano in maniera indipendente il rischio di demenza. Inoltre, se una persona sente in più che la sua forma fisica è scadente, il rischio è ancora più elevato. In termini di prevenzione della demenza, mantenere una buona forma fisica sembra essere particolarmente importante per le persone con malattie croniche", spiega la Kulmala.


E' noto che una forma fisica auto-valutata scadente è influenzata da fattori di stile di vita come la sedentarietà, un cattivo benessere mentale, la mancanza di legami sociali, una istruzione più bassa, un alto indice di massa corporea e il fumo. La scarsa forma fisica percepita ingloba quindi diversi aspetti negativi dello stile di vita che sono stati tutti collegati in precedenza ad un maggiore rischio di demenza.


"La percezione di una scarsa forma fisica è probabilmente influenzata da fattori diversi per persone diverse. Pertanto, vorrei incoraggiare coloro che valutano la propria idoneità come scadente a ripensare ai fattori che stanno alla base di questa percezione. Aumentare l'attività fisica e sociale, fare migliori scelte alimentari o smettere di fumare, per esempio, potrebbero rendere più positivo il voto. Le scelte individuali che ci fanno sentire meglio fisicamente possono diminuire notevolmente il rischio futuro di sviluppare demenza", spiega la Kulmala.


I partecipanti a questo studio provenivano dallo studio «Cardiovascular Risk Factors, Aging and Incidence of Dementia» (CAIDE), che è uno sforzo congiunto continuo del Dipartimento di Neurologia dell'Università della Finlandia orientale di Kuopio, dell'Istituto Nazionale della Salute e del Welfare di Helsinki in Finlandia, e dell'«Aging Research Center» del Karolinska Institute di Stoccolma in Svezia. Lo scopo dello studio CAIDE è indagare la connessione tra fattori di rischio sociali, di stile di vita e cardiovascolari e la cognizione / demenza. L'Accademia di Finlandia ha finanziato la ricerca attraverso il progetto di Jenni Kulmala.

 

 

 

 

 


FonteSuomen Akatemia (Academy of Finland)  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jenni Kulmala, Alina Solomon, Ingemar Kåreholt, Tiia Ngandu, Taina Rantanen, Tiina Laatikainen, Hilkka Soininen, Jaakko Tuomilehto, Miia Kivipelto. Association between mid- to late life physical fitness and dementia: evidence from the CAIDE study. Journal of Internal Medicine, 2014; DOI: 10.1111/joim.12202

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)