Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovare nuovi modi per individuare e trattare l'Alzheimer

Da molto tempo l'Alzheimer è marcato da progressi, ma non dal tipo di progressi che cerca la comunità medica.


E' la forma più comune di demenza negli anziani americani, e il suo rischio aumenta con l'aumentare dell'età. Per coloro che vivono con la malattia le devastazioni peggiorano nel tempo, e con l'incedere del 21° secolo peserà sempre di più sulla società. Il numero di americani che vivono con l'Alzheimer è raddoppiato dal 1980 e si prevede che triplicherà entro il 2050.


Purtroppo, l'Alzheimer è progredito meno proprio dove avremmo voluto vedere la maggiore evoluzione: nella capacità di combatterlo. Non c'è ancora un modo per prevenire, invertire o diagnosticare in via definitiva il morbo di Alzheimer, usando marcatori o immagini molecolari.


Molti gruppi di ricerca stanno lavorando per cambiare la situazione, e alla 58° Conferenza Annuale della «Biophysical Society», svolta a San Francisco dal 15 al 19 febbraio, Giuseppe Melacini della McMaster University dell'Ontario in Canada, ha descritto i progressi che il suo gruppo sta facendo nello svelare il mistero del peptide amiloide-beta («Abeta»), una molecola aggrovigliata presente nelle placche cerebrali associate alla malattia.


"Focalizzandoci su uno dei principali componenti che compromette il corretto funzionamento del cervello, chiamato peptide Abeta, stiamo cercando di capire quali proprietà dell'Abeta portano agli aggregati tossici implicati nel danno cerebrale", ha spiegato Giuseppe Melacini. Questo lavoro è significativo, ha aggiunto, perché senza una comprensione molecolare della malattia, sarà difficile se non impossibile cominciare a trovare una cura.


Melacini e il suo team stanno usando un metodo unico, sviluppato originariamente per studiare la comunicazione a lungo raggio delle proteine ​​ripiegate. Questo è un nuovo approccio, mai usato prima, per i peptidi non piegati, come la molecola Abeta, e potrebbe rivelare stati transitori elusivi dell'Abeta che sono finora sfuggiti al rilevamento, ma che potrebbero essere implicati nella formazione degli aggregati tossici.


Il team di ricerca ha fronteggiato le sfide specifiche della molecola Abeta; è difficile lavorare con questo sistema perché è molto incline all'aggregazione e molto sensibile anche alle più piccole differenze nei protocolli di preparazione del campione, dice Melacini. "La molecola Abeta è anche altamente dinamica ed è quindi difficile individuare quali strutture, all'interno di questo insieme complesso, sono funzionalmente rilevanti".


Anche se questa ricerca è ancora alle fasi iniziali, il gruppo sta facendo i passi successivi per identificare le strutture Abeta che si formano o che inibiscono la formazione di aggregati tossici, che a loro volta possono causare la compromissione cerebrale. Una volta fatto ciò, l'obiettivo sarà bloccare queste strutture e usarle per lo screening. "Se potessimo identificare le strutture del peptide Abeta che portano agli aggregati tossici, potremmo iniziare lo sviluppo di inibitori per sopprimere questo processo ed avere la possibilità di trovare trattamenti per l'Alzheimer", conclude Melacini.

 

 

 

 

 


FonteBiophysical Society  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)