Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un tempo per i ricordi

I neuroscienziati dell'Università di Leicester, in collaborazione con il Dipartimento di Neurochirurgia dell'Università della California di Los Angeles (UCLA), rivelano i dettagli del modo in cui il cervello determina i tempi in cui i neuroni in settori specifici «sparano» [=emettono impulsi] per creare nuovi ricordi.


Questa ricerca sfrutta la possibilità unica di registrare l'attività contemporanea di singoli neuroni in pazienti affetti da epilessia refrattaria ai farmaci ai quali sono stati impiantati elettrodi intracranici per motivi clinici.


Lo studio, che sarà pubblicato nella rivista accademica Current Biology, è il frutto della collaborazione tra il professor Rodrigo Quian Quiroga e il dottor Hernan Rey del Centre for System Neuroscience all'Università di Leicester e il professor Itzhak Fried dell'UCLA.


Il lavoro fa seguito alla ricerca del gruppo in quelli che sono stati soprannominati «neuroni Jennifer Aniston», neuroni nell'ippocampo e nelle aree circostanti all'interno del cervello che «sparano» specificamente in un modo «astratto» quando vediamo o sentiamo un certo concetto - come una persona, un animale o un paesaggio - che riconosciamo.


Il Professor Quian Quiroga ha dichiarato: "L'attivazione di questi neuroni avviene relativamente molto tardi dopo il momento che vediamo il quadro, o sentiamo il nome della persona, ma è comunque molto precisa. Questi neuroni sparano solo quando le immagini sono riconosciute consapevolmente e rimangono in silenzio quando non lo sono".

"La nostra ricerca dimostra che esiste una risposta specifica del cervello che marca i tempi dell'attivazione di questi neuroni. Questa risposta precede di poco lo «sparo» del neurone ed è presente solo per le immagini riconosciute consapevolmente - e manca se le immagini non sono riconosciute".

"Questa risposta del cervello riflette quindi una attivazione che fornisce una finestra temporale per l'elaborazione di stimoli percepiti coscientemente nell'ippocampo e nella corteccia circostante. Dato il ruolo proposto di questi neuroni nella formazione della memoria, noi sosteniamo che la risposta del cervello che abbiamo trovato è una porta per l'elaborazione di stimoli percepiti coscientemente per formare o richiamare ricordi"
.


Il Dr Hernan Rey, primo autore dello studio, ha aggiunto: "Questa rilevazione dei tempi può in effetti essere cruciale per sincronizzare e combinare le informazioni multisensoriali che comportano tempi diversi di elaborazione. Questo, a sua volta, aiuta a creare una rappresentazione concettuale unificata che può essere usata per le funzioni della memoria".


Il lavoro del professor Quian Quiroga è mirato specificamente all'esame del modo in cui le informazioni sul mondo esterno - quello che vediamo, sentiamo e tocchiamo - sono rappresentate dai neuroni nel cervello e come questo porta alla creazione delle nostre rappresentazioni e memorie interne.


Per esempio, si può riconoscere facilmente una persona in una frazione di secondo, anche se vista da angolazioni diverse, con diverse dimensioni, colori, contrasti e in condizioni sorprendentemente diverse. Ma si sta solo ora iniziando a capire come i neuroni nel cervello sono in grado di creare una tale rappresentazione «astratta», trascurando i dettagli visivi basilari.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Leicester.

Riferimenti:  Hernan Gonzalo Rey, Itzhak Fried, Rodrigo Quian Quiroga. Timing of Single-Neuron and Local Field Potential Responses in the Human Medial Temporal Lobe. Current Biology, 2014; DOI: 10.1016/j.cub.2013.12.004

Pubblicato in le.ac.uk (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.