Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il gene della gratificazione nel cervello influenza le scelte alimentari

La ricerca suggerisce che un particolare gene nel sistema di ricompensa del cervello contribuisce all'eccesso di cibo e all'obesità negli adulti. Un nuovo studio della Dott.ssa Patricia Silveira e del Prof. Michael Meaney della McGill University e del dottor Robert Levitan della University of Toronto, collega ora la stessa variante all'obesità infantile e alle scelte golose, in particolare per le ragazze.


Invece di "incolpare" le persone obese per le scelte alimentari errate, Meaney e il suo team suggeriscono che l'obesità sta nell'incrocio di tre fattori: predisposizione genetica, stress ambientale e benessere emotivo. Questi risultati, pubblicati sulla rivista Appetite, fanno luce sul motivo per cui alcuni bambini possono essere predisposti all'obesità, e potrebbe costituire un passo fondamentale verso la sua prevenzione e trattamento.


"In termini generali, si sta scoprendo che l'obesità è un prodotto della genetica, dello sviluppo precoce e delle circostanze", dice Meaney, direttore associato del Douglas Mental Health University Institute Research Centre. Lo studio fa parte del progetto MAVAN (Maternal Adversity Vulnerability & Neurodevelopment), guidato da Meaney e Hélène Gaudreau, coordinatrice del progetto. Il loro team ha studiato le donne incinte, alcune delle quali soffrivano di depressione o hanno vissuto in povertà, e hanno seguito i loro bambini dalla nascita fino ai dieci anni.


Per lo studio, i ricercatori hanno testato 150 bambini MAVAN di quattro anni, somministrando test di spuntini. I bambini avevano di fronte opzioni alimentari sane e non sane. Le madri hanno anche completato un questionario per affrontare il normale consumo e le preferenze alimentari dei loro figli.


"Abbiamo scoperto che il cambiamento di un gene che regola l'attività della dopamina (uno dei principali neurotrasmettitori, che regola la risposta individuale al cibo gustoso) predice la quantità di alimenti 'confortevoli' - alimenti altamente appetibili, come i gelati, le caramelle o gli snack carichi di calorie - selezionati e mangiati dai bambini", ha detto la dott.ssa Silveira. "Questo effetto è particolarmente importante per le ragazze portatrici dell'allele genetico che diminuisce la funzione della dopamina".


"Ancora più importante, la quantità di cibo "confortevole" consumato durante il test dello snack all'età di quattro anni, prevede il peso del corpo delle ragazze a sei anni di età", dice Meaney. "La nostra ricerca indica che la genetica e il benessere emotivo si uniscono per guidare il consumo di alimenti che favoriscono l'obesità. Il passo successivo è identificare i bambini a rischio, in quanto ci possono essere i modi per prevenire e dare consigli nelle fasi iniziali dell'obesità".

 

 

 

 

 


Fonte: McGill University.

Riferimenti: Patrícia Pelufo Silveira, André Krumel Portella, James L. Kennedy, Hélène Gaudreau, Caroline Davis, Meir Steiner, Claudio N. Soares, Stephen G. Matthews, Marla B. Sokolowski, Laurette Dubé, Eric B. Loucks, Jill Hamilton, Michael J. Meaney, Robert D. Levitan. Association between the seven-repeat allele of the dopamine-4 receptor gene (DRD4) and spontaneous food intake in pre-school children. Appetite, 2014; 73: 15 DOI: 10.1016/j.appet.2013.10.004

Pubblicato in mcgill.ca (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)