Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Luce come medicina?

La sclerosi multipla (SM) provoca paralisi progressiva, distruggendo le cellule nervose e il midollo spinale. Essa interrompe la visione, l'equilibrio e persino la possibilità di pensare.


Su suggerimento di un collega, Jeri-Anne Lyons ha deciso di testare come risponde la malattia ad una terapia radicale: l'esposizione ad una certa lunghezza d'onda della luce chiamata vicino infrarosso (NIR).


"Mai, nemmeno in un milione di anni, avrei pensato che avrebbe funzionato", dice la Lyons, professore associato di scienze biomediche alla University of Wisconsin-Milwaukee (UWM), che studia il ruolo della risposta immunitaria nella SM. Ma é successo. Dei topi con sintomi precoci di tipo SM sono stati trattati con l'esposizione alla luce NIR per una settimana, alternata con una settimana di assenza di luce. La condizione clinica dei topi é migliorata.


Il professore Janis Eells, che ha condiviso l'idea con la Lyons, ha avuto la stessa reazione iniziale dopo aver usato la terapia NIR sui topi per curare la cecità causata da avvelenamento, una condizione ritenuta permanente. Ripetendo più volte gli esperimenti, ha trovato che alcune dosi di luce NIR permettono agli animali da laboratorio di riconquistare la vista.


Gli scienziati sanno da anni che alcune lunghezze d'onda della luce, possono guarire in certe dosi, ma solo ora stanno scoprendo esattamente come funziona, grazie in gran parte a tre ricercatori della facoltà della UWM, che comprendono Chukuka S. Enwemeka, Decano della Facolta' di Scienze della Salute dell'UWM, noto a livello internazionale per il suo lavoro in fototerapia. Enwemeka studia gli effetti sia della NIR che della luce blu dello spettro visibile sulla guarigione delle ferite. Tra le sue scoperte c'è anche che alcune lunghezze d'onda della luce blu possono cancellare le infezioni resistenti; anche la MRSA, la forma resistente agli antibiotici del "superbatterio" Staphylococcus aureus.


Insieme, il gruppo della UWM ha scoperto che la NIR e al luce blu riparano il tessuto in modo radicalmente diverso, ma entrambi agiscono sullo stesso enzima nel centro di approvvigionamento energetico della cellula: i mitocondri. Gli studi hanno rivelato informazioni chiave per la gestione degli effetti dell'invecchiamento e delle malattie.

 

Una guardia del corpo

Come fa la luce a compiere tali prodigi? Nell'applicare la terapia della luce NIR sulla SM, la Lyons ha identificato il tempo e la dose giusti. Ma ha anche scavato più in profondità, analizzando l'effetto della luce sulle attività dei geni dell'animale. Si é scoperto che le molecole che peggiorano la malattia risultano indebolite dall'esposizione alla luce, e sono rafforzati al contrario i responsabili del miglioramento.


Eells dice che la luce NIR agisce sui mitocondri e su un particolare enzima, il citocromo C ossidasi, per stimolare la riparazione delle cellule. La luce può fare tutto questo? "Non stiamo parlando di luce bianca [l'unione di tutte le lunghezze d'onda nello spettro visibile] come trattamento, ma solo determinate lunghezze d'onda, ad una certa intensità, per un certo periodo di tempo", dice la Lyons. "Come per i farmaci, è tutta una questione di dosi".


Determinare la migliore lunghezza d'onda della luce per la fototerapia è un compito difficile. Gli studi dimostrano che la luce a 670 nanometri (nm) e a 830 nm è utile, ma a 730 nm non lo è più. L'altro compito difficile è determinare la dose appropriata e il regime posologico per la somministrazione della luce.

 

Filoni promettenti

Ancora più interessante è il potenziale della fototerapia per migliorare una serie di altre malattie degenerative. I mitocondri danneggiati portano ad un aumento di "radicali liberi" distruttivi, che svolgono un ruolo chiave nel processo di invecchiamento e nel cancro. "E' per questo che cerchiamo di mettere gli antiossidanti nella nostra dieta", dice la Lyons, "per combattere questo processo".


Una fonte di radicali liberi viene dall'infiammazione causata dalla risposta immunitaria del corpo. I ricercatori hanno scoperto che, dopo che un infortunio o una malattia innescano la risposta immunitaria, la luce NIR rimette a posto i mitocondri in modo che funzionino di nuovo normalmente. "La NIR riduce l'infiammazione", spiega Eells. "Se si attenua l'infiammazione in una malattia degli occhi, come la retinite pigmentosa, si rallenta la progressione della malattia".


Una osservazione simile con l'infiammazione é avvenuta in uno studio sulle piaghe da decubito resistenti, aggiunge. Le ferite trattate con fototerapia sono guarite due volte e mezzo più velocemente delle ferite non trattate. "Le ferite croniche che non guariscono sono 'bloccate' nella fase infiammatoria della guarigione della ferita. La luce rimuove l'ostacolo", dice Eells che ha lavorato con Tim Kern alla Case Western Reserve nel trattamento di un modello animale di retinopatia diabetica con luce NIR, che ha dimostrato di rallentare la progressione e di ridurre la gravità della condizione. Kern spera di avviare una sperimentazione clinica in un prossimo futuro.

 

Un killer

La luce NIR guarisce inducendo il citocromo ossidasi a legarsi con l'ossigeno per attivare i protettori e stimolare il metabolismo cellulare. La luce blu, invece, provoca un ambiente tossico quando viene attivata la risposta immunitaria. Tale effetto velenoso affretta la guarigione delle ferite topiche uccidendo i batteri che causano le infezioni.


La domanda è: "Che cosa dà l'effetto antibiotico alla luce nella maggiore lunghezza d'onda?". Gli studi di Enwemeka suggeriscono che la luce blu agisce anche sul sito enzimatico mitocondriale, ma permette al citocromo ossidasi di legarsi con l'ossido nitrico, un radicale libero elevato nella risposta immunitaria. E' un abbinamento che avvelena l'invasore.


Questa teoria è ancora da provare, ma la terapia ha raggiunto risultati innegabili in laboratorio con MRSA resistenti agli antibiotici. Enwemeka ha dimostrato che una dose di irradiazione uccide fino al 92 per cento di due ceppi di MRSA pervasivi. Si sta lavorando per migliorare la percentuale di successo inducendo la luce a penetrare più in profondità per finire anche le poche colonie che sopravvivono all'irradiazione.

 

Disponibilità limitata

Enwemeka sta conducendo uno sforzo di ricerca in Brasile ed alla UWM sperando di arrivare all'uso clinico delle luci NIR e blu negli Stati Uniti per il trattamento di ferite. Nei sei anni da quando gli è stato chiesto di verificare gli effetti della luce blu sulla MRSA, dice, la ricerca sul tema è cresciuta. Ma, attualmente, la US Food and Drug Administration (FDA) non ha autorizzato l'uso della luce blu per il trattamento di ferite, o della luce NIR per condizioni diverse da ferite e dolore.


Con così tanto successo, perché la fototerapia non è utilizzata di più? "E' considerata una terapia alternativa alla medicina occidentale. Sembra troppo semplice perché le persone l'accettino", dice la Lyons.


Quello che sta aspettando la FDA, dice Enwemeka, è la conferma da uno studio clinico su larga scala prima di approvare la fototerapia per una gamma più ampia di disturbi. E' qualcosa che Enwemeka ed Harry Whelan, ex-alunno dell'UWM e medico-ricercatore del Medical College of Wisconsin, sono determinati ad eseguire. "Vedere le persone che non avevano avuto sollievo [in altri modi] osservare le loro ferite che guariscono e non tornare", dice Enwemeka dei pazienti brasiliani che hanno tratto beneficio dalla terapia, "è molto toccante".

 

 

 

 

 


Fonte: University of Wisconsin - Milwaukee.

Pubblicato da Laura L. Hunt in uwm.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)