Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Costruire dal disordine: la versatilità che permette alle proteine di fare il loro lavoro

Molte proteine funzionano come coltellini svizzeri, inserendo varie funzioni nelle loro strutture elaboratamente piegate.

Alcune proteine riescono, un po' misteriosamente, a eseguire vari compiti contemporaneamente anche con una struttura non piegata e floscia, "intrinsecamente disordinata".


Nel numero di questa settimana di Nature, gli scienziati del Scripps Research Institute (TSRI) riferiscono la loro scoperta dell'espediente importante che usa una proteina intrinsecamente disordinata (IDP) ben nota, per espandere e controllare la sua funzionalità.


"Abbiamo trovato quello che probabilmente è un meccanismo generale con cui le IDP modulano la loro attività"
, dice Peter E. Wright, professore del TSRI, ricercatore "Cecil H. & Ida M. Green" in ricerca biomedica e membro dello Skaggs Institute for Chemical Biology del TSRI. Wright è il ricercatore senior dello studio, insieme ad Ashok A. Deniz, professore associato del TSRI.


Lo studio si è concentrato su una IDP conosciuta come adenovirus "oncoproteina dell'inizio della regione 1A" (E1A). Un adenovirus inizia a produrre copie dell'E1A poco dopo aver infettato una cellula. Le proteine E1A interagiscono con una varietà di molecole cellulari cruciali per sovvertire rapidamente l'apparato di replicazione della cellula a beneficio del virus.

 

Collegamento alle malattie

Vale la pena studiare l'E1A non solo perché facilita le infezioni da adenovirus, ma anche perché è un ottimo esempio di IDP. Tali proteine spesso hanno un ruolo eccessivo nelle cellule, come "snodi molecolari" cruciali all'interno di reti di interazione proteica molto grandi. Le IDP includono anche proteine ​collegate alle principali malattie, che comprendono la proteina p53 di soppressione del tumore, la proteina alfa sinucleina del Parkinson, e le proteine amiloide-beta e tau dell'Alzheimer.


Le strutture semplici e flessibili delle IDP sono spesso promiscuamente "appiccicose", fatto che, in linea di principio, spiega perché hanno vari partner molecolari. Ma le IDP non si connettono volenti o nolenti ad altre proteine, e gli scienziati si sono chiesti come regolano le loro diverse interazioni.


Il laboratorio di Wright ed altri hanno studiato queste interazioni con una tecnica chiamata spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR). Tuttavia, la viscosità intrinseca delle E1A implica che esse tendono ad aggregarsi con concentrazioni non contrastanti sulla NMR, rendendo perciò problematico questo metodo di analisi. (La maggior parte delle proteine, piegandosi in forme complesse, nascondono bene le loro piccole parti vischiose).

 

Una tecnica sensibile

Per il nuovo studio, Wright ed i suoi colleghi si sono rivolti a Deniz, il cui laboratorio è specializzato nell'uso di tecniche di avanguardia sensibili per studiare la dinamica delle proteine disordinate e di altre molecole biologiche. Una di queste tecniche (un metodo di ottica quantistica chiamato FRET a singola molecola) utilizza un minuscolo sistema a segnale fluorescente per registrare la distanza tra le parti selezionate di una proteina.


In effetti questo consente agli investigatori di monitorare in tempo reale i cambiamenti di forma dell'E1A (caratterizzati dal laboratorio di Wright in un lavoro precedente) che segnano i suoi rapidi accoppiamenti e separazioni con altre proteine. "La tecnica è abbastanza sensibile da essere utilizzata in concentrazioni di proteine estremamente basse, focalizzandola anche su singole proteine E1A per evitare la perdita di informazioni derivante dalla solita media dei risultati su più proteine", ha detto Deniz.


I borsisti post-dottorato Allan Chris M. Ferreon e Josephine C. Ferreon, dei laboratori di Deniz e di Wright rispettivamente, hanno usato il metodo FRET a singola molecola per vedere in dettaglio i punti di forza ("affinità") con cui l'E1A si lega a due dei suoi più importanti partner proteici. Mappando il modo in cui queste affinità di legame cambiano in condizioni diverse, sono riusciti ad ottenere conoscenze fondamentali sul modo in cui l'E1A gestisce le sue molteplici interazioni.

 

Raggiungere la complessità

Per prima cosa, come molte proteine ripiegate, l'E1A risulta impiegare un meccanismo di regolazione di base chiamato regolazione allosterica: quando una proteina partner si lega ad una parte della struttura dell'E1A, essa cambia la capacità dell'altro grande sito di legame sulla E1A di impegnare altri partner.


Per la maggior parte delle proteine che utilizzano l'allosterismo, questo cambiamento rende più probabile la legatura del partner nell'altro sito ("cooperatività positiva"). Per una minoranza, la rende meno probabile ("cooperatività negativa"). Ma è risultato che l'E1A ha capacità di cooperatività positiva oppure negativa tra le due principali regioni di legame, a seconda che la terza parte della proteina sia occupata. "L'allosterismo stesso è un meccanismo per modulare le funzioni di una proteina, e qui si dimostra che l'E1A la porta ad un altro livello, modulando l'allosterismo, cioè in effetti modulando la modulazione", dice Josephine Ferreon.


La scoperta contribuisce a spiegare come l'E1A genera e gestisce la sua complessità funzionale, una complessità che per le proteine virali sembra particolarmente necessaria, considerando quanto sono piccoli i genomi virali in confronto a quelli dei loro ospiti animali. Inoltre, alcuni dei principali partner di legame dell'E1A nelle cellule infettate sono a loro volta IDP di tipo snodo. "Così ora la complessità aumenta e si può vedere come le proteine, tipo le E1A, riescono a fare così tanto e così velocemente all'interno di una cellula", dichiara Allan Ferreon.


Wright considera lo studio come l'inizio di una linea efficace di indagine con tecniche sensibili come la FRET a singola molecola. "Il fatto che siamo in grado di aggirare i soliti ostacoli tecnici relativi alle IDP e a fare questi esperimenti sulla singola molecola ci apre davvero la porta allo studio sulle interazioni tra snodi di IDP", ha detto. E Deniz conclude: "Studieremo sicuramente di più queste proteine​-snodo, e penso che scopriremo gli altri principi fondamentali con cui esse ottengono strati complessi di regolazione e funzione biologica".


Lo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health e dallo Skaggs Institute for Chemical Biology del TSRI.

 

 

 

 

 


Fonte: Scripps Research Institute.

Riferimento: Allan Chris M. Ferreon, Josephine C. Ferreon, Peter E. Wright, Ashok A. Deniz. Modulation of allostery by protein intrinsic disorder. Nature, 2013; 498 (7454): 390 DOI: 10.1038/nature12294

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.