Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le placche di Alzheimer in 3D

Ricercatori svizzeri sono riusciti a produrre immagini tridimensionali dettagliate della distribuzione spaziale delle placche amiloidi nel cervello dei topi affetti da Alzheimer. Queste placche sono accumuli di piccoli pezzi di proteina nel cervello e sono una caratteristica tipica dell'Alzheimer.

La nuova tecnica utilizzata nelle indagini fornisce uno strumento di ricerca estremamente preciso per una migliore comprensione della malattia. Gli scienziati sperano che in futuro sarà anche la base per un metodo di diagnosi nuovo e affidabile.


Taglio virtuale.
Immagine del Paul Scherrer Institut (PSI)

I risultati sono stati ottenuti nell'ambito di un progetto congiunto di due gruppi di ricercatori: uno dal Paul Scherrer Institute (PSI) e dell'ETH di Zurigo, l'altro della École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), e sono pubblicati sulla rivista NeuroImage.


L'Alzheimer è responsabile di circa il 60%/80% di tutti i casi di demenza. Questa malattia colpisce le persone in modo diverso, ma il sintomo iniziale più comune è la difficoltà di ricordare nuove informazioni, perché la malattia colpisce prima le regioni del cervello coinvolte nella formazione di nuovi ricordi. La demenza di Alzheimer è caratterizzata da lesioni cerebrali tipiche che si diffondono ad altre regioni del cervello con il progredire della malattia.


Una di queste lesioni, la cosiddetta placca amiloide, è composta dall'accumulo di aggregati proteici extracellulari. Queste lesioni appaiono presto nel corso della malattia e vi è un grande interesse nel rilevarle nei pazienti per diagnosticare o valutare la progressione della malattia. Recentemente, sono stati sviluppati e convalidati metodi medicali di visualizzazione per questo scopo. Questi metodi permettono di misurare le quantità di depositi di amiloide per ogni area, ma non possono quantificare le singole placche.


Gli ultimi risultati ottenuti dai ricercatori del Paul Scherrer Institute (PSI), dell'ETH Zurigo e dell'École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) mostrano che è possibile visualizzare singole placche, a determinate condizioni. "Questo risultato potrebbe contribuire a promuovere lo sviluppo e la valutazione della visualizzazione di nuovi marcatori diagnostici, così da migliorare la diagnosi dell'Alzheimer", spiega Matthias Cacquevel, uno degli autori dell'EPFL.

 

Precisa distribuzione delle placche in 3D

Usando un metodo noto come Phase Contrast Imaging, i ricercatori sono riusciti, in breve tempo, a rendere visibile l'esatta distribuzione tridimensionale delle placche amiloidi nel cervello dei topi con l'Alzheimer. Prima di questo risultato, l'unica possibilità di studiare la distribuzione delle placche amiloidi, a livello della singola placca, era di effettuare lunghi studi. "Fino ad ora, per tale indagine, il cervello doveva essere tagliato a fette e le fette colorate in modo che le placche diventassero visibili", spiega Bernd Pinzer, del Paul Scherrer Institute, che ha effettuato le indagini. "Questo processo è lo standard tra tali indagini. Richiede tuttavia molto tempo, poichè tutto deve essere fatto a mano. Allo stesso tempo fornisce molto meno informazioni del nostro nuovo metodo. Naturalmente, abbiamo confrontato i risultati del nostro nuovo metodo con quelli ottenuti mediante quello tradizionale, e hanno mostrato un eccellente accordo".


Come primo risultato concreto, i ricercatori hanno determinato la distribuzione delle placche nel cervello di un certo numero di topi con diversi stadi della malattia. Per ciascun cervello, gli scienziati hanno ottenuto una immagine tridimensionale della distribuzione complessiva della placca in modo che lo sviluppo della malattia potesse essere seguito in dettaglio. Con i processi convenzionali, difficilmente sarebbe stato possibile raccogliere informazioni esaustive.

 

Sviluppi per affidabili tecniche diagnostiche

"Uno degli obiettivi è utilizzare la tecnica di contrasto di fase per contribuire a migliorare i metodi di imaging che rendono visibili le placche nel cervello di un paziente vivente, e quindi permettono di fare una diagnosi certa di Alzheimer", spiega Pinzer. "Questi metodi sono in continuo sviluppo ed è importante confrontare i risultati con quelli ottenuti utilizzando un metodo noto ed affidabile. Ora sarà possibile confrontare direttamente i due insiemi di immagini 3D di un cervello di topo prodotti sia con un metodo diagnostico e con la nostra tecnica a contrasto di fase. Uno dei metodi diagnostici disponibili è la tomografia ad emissione di positroni (PET), in cui molecole speciali sono attaccate alle placche e, dopo qualche tempo, emettono radiazioni gamma, che possono essere accertate esternamente".


Sebbene la dose necessaria di radiazioni depositate (che è alta, per generare l'alta risoluzione necessaria) impedisca che le misurazioni siano effettuate su animali vivi al momento, il metodo è già uno strumento di ricerca eccellente, che porterà ad una migliore comprensione dell'Alzheimer. "Questo strumento consentirà studi molto più precisi su come sono distribuite le placche amiloidi", spiega Matthias Cacquevel, uno degli autori all'EPFL. "La relazione tra le placche ed i sintomi della malattia è ancora poco chiara, e mancano anche informazioni su come si diffondono queste placche nel cervello".

 

Informazioni complete dalle variazioni di luce

Tali indagini sono state condotte al Swiss Light Source (SLS) al PSI che genera luce di sincrotrone, raggi X molto intensi e ben concentrati. L'indagine è simile a un tradizionale esame radiografico; gli scienziati fanno passare i raggi X attraverso l'oggetto in esame e determinano in che modo hanno cambiato il loro cammino. L'immagine di una normale radiografia, tuttavia, mostra solo quanto la forza di attenuazione della luce da parte dell'oggetto. In un certo senso, mostra l'ombra dell'oggetto. Il problema è che vari tipi di tessuti molli attenuano i raggi X circa nello stesso modo, rendendo difficile distinguere tra loro.


"Con il metodo a contrasto di fase che stiamo utilizzando qui, prendiamo in considerazione anche il fatto che diversi tessuti deviano leggermente la luce dalla direzione originale di una quantità differente. In fisica, questo effetto è conosciuto come fonte del cosiddetto 'sfasamento di fase dei raggi-X' ", spiega Marco Stampanoni, professore di microscopia a raggi X all'Istituto di Tecnologia Biomedica dell'ETH di Zurigo e direttore di progetto al PSI. Il team che sta guidando ha costruito la stazione di misura e progettato l'esperimento. "Il nostro strumento è in grado di misurare tali sottili cambiamenti con estrema precisione e di trasformare queste informazioni in immagini comprensibili".

 

Phase Contrast Imaging per diverse applicazioni mediche

"Anche se non possiamo svolgere un'indagine sui pazienti con il metodo del contrasto di fase per individuare l'Alzheimer, siamo vicini allo sviluppo di strumenti diagnostici per altre malattie", sottolinea Stampanoni. "Abbiamo già dimostrato, in uno studio pilota sull'imaging dei tumori del seno femminile, quanto possono essere utili tali informazioni supplementari. Un primo passo verso l'ospedale è lo sviluppo di un centro mammografico, il cui primo prototipo può essere utilizzato in uno studio medico".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Paul Scherrer Institut (PSI), via AlphaGalileo.

Riferimento:
BR Pinzer, M. Cacquevel, P. Modregger, SA McDonald, JC Bensadoun, T. Thuering, P. Aebischer, M. Stampanoni. Imaging brain amyloid deposition using grating-based differential phase contrast tomography. NeuroImage, 2012; 61 (4): 1336 DOI: 10.1016/j.neuroimage.2012.03.029.

Pubblicato in ScienceDaily il 6 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.