Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Crescono le prove che la meditazione rafforza il cervello

Prove precedenti provenienti dall'University of California Los Angeles (UCLA) suggerivano che meditare per anni fa addensare il cervello (in senso buono) e rafforza i collegamenti tra le cellule cerebrali.

Ora un nuovo rapporto dei ricercatori della stessa università, che appare nell'edizione online della rivista Frontiers in Human Neuroscience, suggerisce un ulteriore vantaggio.

Eileen Luders (foto), professore assistente al Laboratory of Neuroimaging dell'UCLA, e colleghi, hanno scoperto che i meditatori a lungo termine hanno maggiori quantità di girificazioni ("piegature" della corteccia cerebrale, che consentono al cervello di elaborare le informazioni velocemente) rispetto alle persone che non meditano. Inoltre, è stata trovata una correlazione diretta tra la quantità di girificazioni e il numero di anni di meditazione, fornendo forse un'ulteriore prova della neuroplasticità del cervello, la capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali.


La corteccia cerebrale è lo strato più esterno del tessuto neurale. Tra le altre funzioni, svolge un ruolo chiave per memoria, attenzione, pensiero e coscienza. La girificazione o piegatura corticale è il processo mediante il quale la superficie del cervello subisce modifiche per creare stretti solchi e pieghe chiamate solchi e giri. La loro formazione può promuovere e migliorare l'elaborazione neurale. Quindi si presume che, più pieghe ci sono, meglio riesce il cervello ad elaborare informazioni, decisioni, a formare ricordi e così via. "Piuttosto che limitarsi a confrontare meditatori e non meditatori, abbiamo voluto vedere se c'è un legame tra quantità di pratica meditativa e misura di alterazione del cervello", ha detto la Luders. "Cioè, correlare il numero di anni di meditazione con il grado di piegatura".


I ricercatori hanno effettuato la risonanza magnetica a 23 meditatori, sui 49 soggetti reclutati, e li hanno confrontati ai 16 soggetti di controllo abbinati per età, manualità e sesso. (Dieci partecipanti si sono ritirati). Le scansioni ai controlli sono state ottenute da un database di MRI esistente, mentre i meditatori sono stati reclutati da diversi luoghi di meditazione. I meditatori avevano praticato questa attività in media per 20 anni utilizzando una varietà di tipi di meditazione: Samatha, Vipassana, Zen e altro ancora. I ricercatori hanno applicato un approccio ben consolidato, automatizzato e a tutto-cervello, per misurare la girificazione corticale in migliaia di punti su tutta la superficie del cervello.


Hanno trovato differenze marcate tra i gruppi (livelli più elevati di girificazione nei praticanti attivi di meditazione) in un campione ampio della corteccia, tra cui il giro sinistro precentrale, l'insula dorsale anteriore destra e sinistra, il giro fusiforme destro e il cuneo destro. Forse più interessante, però, era la correlazione positiva tra il numero di anni di meditazione e la quantità di girificazione insulare. "L'insula è ritenuta centrale per l'integrazione del sistema nervoso autonomo, affettivo e cognitivo", ha detto la Luders. "I meditatori sono conosciuti come maestri in introspezione e consapevolezza, nonché nel controllo delle emozioni e nell'autoregolamentazione, per cui i risultati hanno il senso che, chi ha meditato di più, ha un grado di piegatura nell'insula più alto".

Mentre la Luders avverte che fattori genetici e altri di tipo ambientale potrebbero aver contribuito agli effetti che i ricercatori hanno osservato, comunque "la correlazione positiva tra girificazione e numero di anni di pratica sostiene l'idea che la meditazione aumenta la girificazione regionale".


Altri autori dello studio sono stati Florian Kurth, Emeran A. Mayer, Arthur W.Toga, e Katherine L. Narr, dell'UCLA e Christian Gaser dell'Università di Jena in Germania. Il finanziamento è stato fornito da diverse organizzazioni, tra cui il National Institutes of Health. Gli autori riferiscono di non avere alcun conflitto di interessi.

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della University of California - Los Angeles.

Riferimento: Eileen Luders, Florian Kurth, Emeran A. Mayer, Arthur W. Toga, Katherine L. Narr, Christian Gaser. The Unique Brain Anatomy of Meditation Practitioners: Alterations in Cortical Gyrification. Frontiers in Human Neuroscience, 2012; 6 DOI: 10.3389/fnhum.2012.00034.

Pubblicato
in ScienceDaily il 14 Marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.