Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perdita di una proteina ​​cerebrale allevia sintomi e danni cerebrali dell'Alzheimer nei topi

Scienziati hanno scoperto che l'eliminazione genetica della Centaurina-α1, una proteina cerebrale già associata alla progressione dell'Alzheimer, può ridurre molti dei deficit cognitivi e dei danni cerebrali causati dalla malattia nei topi.

DendritesDue neuroni comunicanti, con il loro dendriti.

Una nuova ricerca pubblicata su eNeuro ha esaminato se l'eliminazione di una proteina elevata nel cervello dei soggetti con morbo di Alzheimer (MA) potrebbe prevenire o ridurre i danni e i sintomi comportamentali in topi modello della malattia.


"Il lavoro precedente del nostro, e di altri gruppi di ricerca ha trovato prove che una proteina specifica chiamata Centaurina-α1 è coinvolta nella progressione del danno del MA all'interno dei neuroni", ha spiegato la prima autrice dello studio, la dott.ssa Erzsebet Szatmari. “Per confermare il ruolo di questa proteina e vedere se può essere un buon bersaglio terapeutico, abbiamo testato se la sua rimozione genetica impedisce o rallenta la progressione della malattia in topi che la modellano”.


Gli scienziati hanno usato un modello ben caratterizzato del MA nei topi, il J20, che contiene due mutazioni genetiche associate a rare varianti familiari del MA. Questi animali sviluppano cambiamenti nel tessuto cerebrale e deficit comportamentali caratteristici di molti sintomi osservati nel MA umano, come neuroinfiammazione, accumulo di placche neuronali, perdita di sinapsi e disturbi della memoria spaziale e dell'apprendimento.

 

La rimozione della Centaurina-α1 riduce i danni della malattia

Il gruppo di ricerca ha rimosso geneticamente la proteina Centaurina-α1 dai topi modello per indagare se ciò avrebbe alterato lo sviluppo dei sintomi della malattia. Alcuni dei primi deficit osservati nel modello di malattia includono la neuroinfiammazione. Mentre i topi modello di MA mostravano marcatori diffusi di neuroinfiammazione, questo non era vero in quelli privi di Centaurina-α1.


La rimozione della Centaurina-α1 ha anche ridotto la formazione di placche amiloidi, un segno distintivo del MA. Nell'ippocampo, un'area del cervello altamente colpita, le placche si sono ridotte di circa il 40%. Tuttavia, questa riduzione non è stata osservata nella neocorteccia, suggerendo che la formazione della placca nella malattia può differire tra le regioni del cervello e che i trattamenti per prevenirne l’accumulo potrebbero dover essere su più fronti.


Oltre a migliorare la neuroinfiammazione e l’accumulo di placche, i ricercatori hanno scoperto che la rimozione della Centaurina-α1 proteggeva parzialmente dalla perdita delle connessioni neurali nell’ippocampo, fondamentali per l’apprendimento spaziale. Questa scoperta ha suggerito che anche le caratteristiche compromesse di apprendimento spaziale osservate nel modello di malattia possono essere migliorate rimuovendo la Centaurina-α1. In effetti, la sua rimozione ha migliorato i deficit di apprendimento spaziale nei topi.

 

Centaurina-α1 come potenziale bersaglio terapeutico

"Ci siamo sentiti incoraggiati dai cambiamenti comportamentali osservati nei topi modello di MA privi di Centaurina-α1, che conferma che la proteina contribuisce alla progressione dei sintomi cognitivi e quindi potrebbe essere un prezioso bersaglio terapeutico. Tuttavia, abbiamo ancora molto da imparare su come agisce nel cervello per peggiorare la malattia", ha detto la Szatmari.


Per iniziare a capire come la Centaurina-α1 influenza la progressione della malattia, il gruppo di ricerca ha confrontato con l’analisi dell’espressione genica la composizione del cervello di topi sani, topi modello di malattia e topi modello di malattia senza Centaurina-α1. Come previsto, molti componenti nel tessuto cerebrale dei topi modello della malattia erano alterati, alcuni aumentati e altri diminuiti. Tuttavia, i topi modello della malattia privi di Centaurina-α1 hanno mostrato una composizione cerebrale alquanto normalizzata, con la riduzione dei componenti aumentati e l'aumento di quelli ridotti.


"Pensiamo che la Centaurina-α1 possa avere un ruolo multifunzionale nella regolazione dei processi di segnalazione nel cervello che alterano l'espressione genetica e la composizione di molte molecole. Questa segnalazione aberrante può aumentare la progressione della malattia e i sintomi attraverso deficit metabolici, neuroinfiammazione, elaborazione dell'amiloide e disfunzione delle connessioni neurali", descrive l'autore senior e direttore scientifico del Max Planck Florida, dottor Ryohei Yasuda. “Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per determinare se la riduzione della Centaurina-α1 può apportare benefici al cervello umano, le prove ottenute finora suggeriscono che la Centaurina-α1 è un candidato che merita uno sviluppo terapeutico”.


Il team sta andando avanti studiando la Centaurina-α1 come potente regolatore di molteplici processi legati al MA, e se ridurre la sua attività in età adulta, piuttosto che eliminarla dalla nascita, potrebbe anche rallentare la progressione della malattia. Recentemente, hanno scoperto che la perdita di Centaurina-α1 riduce i sintomi in topi modello di un’altra malattia, la sclerosi multipla (SM), il che suggerisce che il suo ruolo peggiorativo può estendersi a diverse malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: Max Planck Florida (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: EM Szatmari, [+8], R Yasuda. Lack of ADAP1/Centaurin-α1 Ameliorates Cognitive Impairment and Neuropathological Hallmarks in a Mouse Model of Alzheimer’s Disease. eNeuro, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Sonno insufficiente associato ad aspettativa di vita ridotta

22.12.2025 | Ricerche

Ricercatori hanno scoperto che dormire almeno sette ore a notte migliora il modo in cui ti senti ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.