Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Piccolo studio del MIT indica che stimolazione a 40 Hz può dare benefici per anni ad alcuni pazienti con Alzheimer

Cinque volontari hanno continuato a ricevere la stimolazione a 40 Hz per circa 2 anni dopo uno studio clinico del MIT di fase iniziale. Coloro che avevano l'Alzheimer ad esordio tardivo hanno ottenuto risultati significativamente migliori in diverse valutazioni rispetto ai pazienti con Alzheimer comparabili al di fuori dello studio.

Diane Chan and Li Huei TsaiDiane Chan (sinistra, 1a autrice) e Li Huei Tsai (autrice senior) nel laboratorio dove i pazienti ricevono la stimolazione e viene testata la loro risposta tramite EEG. (Fonte: MIT)

Una nuova ricerca documenta gli esiti di 5 volontari che hanno continuato a ricevere stimolazione luminosa e sonora a 40 Hz per circa 2 anni dopo aver partecipato a uno studio clinico di fase iniziale del MIT sulla potenziale terapia per il morbo di Alzheimer (MA). I risultati mostrano che per le tre partecipanti con MA ad esordio tardivo, diversi parametri cognitivi sono rimasti significativamente più alti rispetto ai pazienti con MA comparabile nei database nazionali. Inoltre, nei due volontari ad insorgenza tardiva che hanno donato campioni di plasma, i livelli delle proteine ​​tau, biomarcatori del MA, erano significativamente diminuiti.


I tre volontari che hanno sperimentato questi benefici erano tutti donne. Gli altri due partecipanti, maschi con forme precoci della malattia, non hanno mostrato benefici significativi dopo 2 anni. L'insieme di dati, sebbene piccolo, rappresenta finora il test più lungo del metodo di trattamento sicuro e non invasivo (chiamato GENUS, gamma entrainment using sensory stimuli), che è anche in fase di valutazione in uno studio clinico a livello nazionale condotto da Cognito Therapeutics, azienda nata dal MIT.


"Questo studio pilota ha valutato gli effetti a lungo termine del GENUS multimodale giornaliero a 40 Hz in pazienti con MA lieve", hanno scritto gli autori su Alzheimer's & Dementia. "Abbiamo scoperto che la stimolazione audiovisuale quotidiana a 40 Hz per 2 anni è sicura, fattibile e può rallentare il declino cognitivo e la progressione dei biomarcatori, soprattutto nei pazienti con MA ad esordio tardivo".


Diane Chan, ex ricercatrice del Picower Institute for Learning and Memory del MIT e ora neurologa al Massachusetts General Hospital, è la prima autrice dello studio, mentre la prof.ssa Li-Huei Tsai, direttrice del Picower e della Aging Brain Initiative del MIT, è l’autrice senior.

 

Un'estensione 'open label'.

Nel 2020, il MIT ha arruolato 15 volontari con MA lieve in uno studio in fase iniziale per valutare se un'ora al giorno di stimolazione luminosa e sonora a 40 Hz, erogata tramite un pannello LED e un altoparlante a casa loro, potesse dare benefici clinicamente significativi. Diversi studi sui topi hanno dimostrato che la stimolazione sensoriale aumenta la potenza e la sincronia delle onde cerebrali con frequenza gamma di 40 Hz, preserva i neuroni e le loro connessioni di rete, riduce le proteine ​​del MA come l’amiloide e la tau e sostiene l’apprendimento e la memoria. Anche diversi gruppi indipendenti hanno raggiunto risultati simili nel corso degli anni.


Lo studio del MIT, sebbene interrotto dalla pandemia di Covid-19, ha riscontrato benefici significativi dopo tre mesi. Il nuovo studio ha esaminato i risultati tra 5 volontari che hanno continuato a utilizzare i loro dispositivi di stimolazione su base 'open label' (in aperto, i partecipanti sanno che stanno ricevendo la cura, non un placebo) per 2 anni. Questi volontari sono tornati al MIT per una serie di test 30 mesi dopo la loro iscrizione iniziale. Poiché 4 partecipanti hanno iniziato lo studio originale come controlli (il che significa che inizialmente non hanno ricevuto stimolazione a 40 Hz), il loro utilizzo in aperto è stato da 6 a 9 mesi più breve rispetto al periodo di 30 mesi.


I test a 0, 3 e 30 mesi dall'arruolamento includevano misurazioni della risposta delle onde cerebrali alla stimolazione, scansioni MRI del volume cerebrale, misure della qualità del sonno e una serie di 5 test cognitivi e comportamentali standard. Due partecipanti hanno fornito campioni di sangue. Per fare un confronto con i controlli non trattati, i ricercatori hanno analizzato tre database nazionali di pazienti con MA, confrontandone migliaia in base a criteri quali età, sesso e punteggi cognitivi iniziali, e ripetendo il test in momenti simili in un arco di 30 mesi.

 

Esiti e prospettive

Le tre donne volontarie con MA ad esordio tardivo hanno mostrato un miglioramento o un declino più lento nella maggior parte dei test cognitivi, comprese differenze su 3 di loro significativamente positive rispetto ai controlli. Queste volontarie hanno anche mostrato una maggiore reattività delle onde cerebrali alla stimolazione a 30 mesi e hanno mostrato un miglioramento nelle misurazioni dei ritmi circadiani. Nei due volontari con insorgenza tardiva che hanno fornito campioni di sangue, si sono verificati diminuzioni significative della tau fosforilata (47% per uno e 19,4% per l'altro) in un test da poco approvato dalla FDA come primo biomarcatore plasmatico per la diagnosi del MA.


"Uno dei risultati più convincenti di questo studio è stata la riduzione significativa della pTau217 plasmatica, un biomarcatore fortemente correlato con la patologia del MA, nei due pazienti ad esordio tardivo in cui erano disponibili campioni di sangue", hanno scritto gli autori sulla rivista. "Questi risultati suggeriscono che GENUS potrebbe avere impatti biologici diretti sulla patologia del MA, garantendo un'ulteriore esplorazione meccanicistica in studi randomizzati più ampi".


Sebbene i risultati iniziali dello studio abbiano mostrato la conservazione del volume cerebrale a 3 mesi tra coloro che hanno ricevuto la stimolazione a 40 Hz, ciò non era significativo al punto temporale di 30 mesi. E i due volontari maschi ad esordio precoce non hanno mostrato miglioramenti significativi nei punteggi dei test cognitivi. In particolare, i pazienti con esordio precoce hanno mostrato una risposta delle onde cerebrali significativamente ridotta alla stimolazione.


Sebbene il campione sia piccolo, gli autori ipotizzano che la differenza tra i due gruppi di pazienti sia probabilmente attribuibile alla differenza nell’esordio della malattia piuttosto che alla differenza di genere: "GENUS potrebbe essere meno efficace nei pazienti con MA ad esordio precoce, potenzialmente a causa delle ampie differenze patologiche rispetto alla forma a esordio tardivo, che potrebbero contribuire a risposte differenziali", hanno scritto gli autori. “La ricerca futura dovrebbe esplorare i predittori della risposta al trattamento, come i marcatori genetici e patologici”.


Attualmente, il gruppo di ricerca sta studiando se GENUS può avere un effetto preventivo se applicato prima dell'insorgenza della malattia. Il nuovo studio sta reclutando partecipanti over-55 con memoria normale che hanno, o hanno avuto, un familiare stretto con MA, anche ad esordio precoce.

 

 

 


Fonte: Picower Institute at MIT (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: D Chan, [+23], Li-Huei Tsai. Gamma sensory stimulation in mild Alzheimer's dementia: An open-label extension study. Alz&Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)