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Albumina ​​nelle urine può predire il rischio di demenza

Uno studio mostra che le persone con livelli più alti della proteina albumina nelle urine hanno un aumento del rischio di sviluppare la demenza. Lo studio, guidato da ricercatori del Karolinska Institutet, è pubblicato sul Journal of Internal Medicine.

kidneys vintage styleImage by AI on freepik

Sebbene l'età rimanga il maggiore fattore di rischio per lo sviluppo della demenza, i ricercatori stanno sempre più realizzando che anche malattie in altre parti del corpo, come i reni, possono influenzare il cervello. Nel nuovo studio, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che le persone con livelli più alti di albumina nelle urine, una condizione anormale chiamata albuminuria (vedi riquadro a destra), hanno un aumento del rischio di sviluppare la demenza più avanti nella vita.


Questa associazione era più forte per la demenza vascolare, la seconda forma più diffusa di demenza dopo il morbo di Alzheimer (MA), spesso causata da ictus, pressione alta, diabete o altre malattie vascolari, e per la demenza mista, che combina le caratteristiche della demenza vascolare e del MA. Lo studio ha incluso 130.000 anziani di Stoccolma, tutti over-65 e privi di demenza all'inizio dello studio. Durante il periodo di circa quattro anni in cui sono stati seguiti, il 7% dei partecipanti ha sviluppato una demenza.

Cos'è l'albuminuria?

I reni sani sono dei filtri. Rimuovono i prodotti di scarto e il fluido in eccesso mantenendo importanti proteine, come l'albumina, nel sangue.

Quando la funzione di filtraggio dei reni si deteriora, spesso a causa della pressione arteriosa, del diabete, della storia familiare di malattie renali o delle complicanze della gravidanza, l'albumina inizia a fuoriuscire nell'urina.

Questa proteina nelle urine è un segnale di avvertimento che riflette disfunzione endoteliale e danno vascolare, specialmente nei reni. Questa condizione, chiamata albuminuria, è già usata come indicatore precoce per malattie renali e malattie cardiovascolari.


Dopo aver preso in considerazione la funzione renale e altri fattori, i ricercatori hanno scoperto che le persone con livelli moderati di proteina albumina nelle urine (30-299 mg/g) avevano un rischio più elevato del 25% di sviluppare la demenza, mentre quelle con livelli elevati (≥300 mg/g) avevano un rischio più alto del 37%, rispetto alle persone con livelli normali (<30 mg/g).


Livelli più elevati di questa proteina indicano un danno renale e, secondo questo studio, possono anche segnalare un rischio più elevato di demenza. L'autrice senior Hong Xu, assistente prof.ssa nel dipartimento di neurobiologia, scienza e società del Karolinska Instutet, ha affermato:

"I reni e il cervello possono sembrare organi molto diversi, ma condividono una caratteristica importante: entrambi dipendono da una delicata rete di piccoli vasi sanguigni. Quando i vasi sanguigni nei reni sono danneggiati, spesso lo stesso processo è presente nel cervello".


Un componente importante è la barriera emato-encefalica, uno strato protettivo che impedisce alle sostanze dannose nel sangue di entrare nel cervello. Proprio come un filtro renale danneggiato perde proteine ​​nelle urine, una barriera emato-encefalica danneggiata consente l'entrata di tossine e molecole infiammatorie nel tessuto cerebrale. Nel tempo, ciò aumenta il rischio di danno vascolare, infiammazione e accumulo di proteine ​​dannose legate alla demenza.


"Questi risultati sottolineano l'importanza dell'individuazione di routine dell'albuminuria come parte della valutazione del rischio di demenza precoce, in particolare nei pazienti con pressione sanguigna alta, diabete, malattie cardiovascolari o malattie renali. La diagnosi precoce dell'albuminuria potrebbe potenzialmente ritardare o prevenire l'insorgenza della demenza", afferma Hong Xu.

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: L Luo, [+8], H Xu. Albuminuria is associated with increased risk of dementia, independent of eGFR: The SCREAM project. J Int Med, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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