Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo tipo di scansione mappa il viaggio dell'ossigeno nel cervello

I ricercatori possono ora osservare in tempo reale come l'ossigeno si muove nel cervello dei topi. Ciò potrebbe fornire approfondimenti su malattie come Alzheimer, ictus e infarto.

local sinks in the brain tissue oxygen levelsNei topi i ricercatori hanno osservato l'apparizione di fori locali definiti in spazio e tempo nei livelli di ossigeno del tessuto cerebrale, un fenomeno che hanno definito 'tasche ipossiche', che durano in media 50 secondi. (Fonte: Maiken Nedergaard)

Il cervello umano consuma grandi quantità di energia, che è generata quasi esclusivamente da una forma di metabolismo che richiede ossigeno. Di conseguenza, l'allocazione e la fornitura efficienti e tempestive dell'ossigeno sono fondamentali per una sana funzione cerebrale, ma la meccanica precisa di questo processo è ancora in gran parte ignota per gli scienziati.


Una nuova tecnica di scansione a bioluminescenza, descritta su Science, crea immagini molto dettagliate e visivamente sorprendenti del movimento dell'ossigeno nel cervello dei topi.


Il metodo, che può essere facilmente replicato da altri laboratori, consentirà ai ricercatori di studiare con più precisione forme di ipossia, come la negazione di ossigeno a parti del cervello che si verifica durante un ictus o un infarto. Sta già fornendo informazioni sul perché uno stile di vita sedentario aumenta il rischio di malattie come il morbo di Alzheimer (MA).


"Questa ricerca dimostra che possiamo monitorare i cambiamenti nella concentrazione di ossigeno in continuo e in una vasta area del cervello", afferma Maiken Nedergaard, condirettore del Center for Translational Neuromedicine, di base all'Università di Rochester e all'Università di Copenaghen. "Questo ci dà un quadro più dettagliato di ciò che sta accadendo nel cervello in tempo reale, permettendoci di identificare aree precedentemente non rilevate di ipossia temporanea, che riflettono i cambiamenti nel flusso sanguigno che possono innescare deficit neurologici".

 

Lucciole e scienza serendipita

Il nuovo metodo impiega proteine luminescenti, cugine chimiche delle proteine bioluminescenti presenti nelle lucciole. Queste proteine, che sono state usate nella ricerca sul cancro, impiegano un virus che fornisce istruzioni alle cellule per produrre una proteina luminescente sotto forma di enzima. Quando l'enzima incontra il suo substrato chiamato furimazina, la reazione chimica genera luce.


Come molte altre importanti scoperte scientifiche, si è arrivati per caso a impiegare questo processo per visualizzare l'ossigeno nel cervello. Felix Beinlich, assistente professore al Center for Translational Neuroscience dell'Università di Copenaghen, aveva originariamente previsto di usare le proteine luminescenti per misurare l'attività del calcio nel cervello. È diventato chiaro che c'è stato un errore nella produzione di proteine, causando un ritardo di mesi nella ricerca.


Mentre Felix Beinlich aspettava un nuovo lotto dal produttore, ha deciso di andare avanti con gli esperimenti per testare e ottimizzare i sistemi di monitoraggio. Ha usato il virus per dare istruzioni per produrre enzimi agli astrociti, cellule di supporto onnipresenti nel cervello che mantengono la salute e le funzioni di segnalazione dei neuroni e il substrato è stato iniettato direttamente nel cervello.


Le registrazioni hanno rivelato l'attività, identificata da un'intensità fluttuante di bioluminescenza, una cosa che, come i ricercatori sospettavano e in seguito avrebbero confermato, rifletteva la presenza e la concentrazione di ossigeno. "La reazione chimica in questo caso dipendeva dall'ossigeno, quindi quando c'è l'enzima, il substrato e l'ossigeno, il sistema inizia a brillare", afferma Felix Beinlich.


Mentre le tecniche di monitoraggio dell'ossigeno esistenti forniscono informazioni su una piccola area del cervello, i ricercatori hanno osservato, in tempo reale, l'intera corteccia dei topi. L'intensità della bioluminescenza corrispondeva alla concentrazione di ossigeno, che i ricercatori hanno dimostrato cambiando la quantità di ossigeno nell'aria che gli animali stavano respirando.


I cambiamenti nell'intensità della luce corrispondevano anche all'elaborazione sensoriale. Ad esempio, quando i baffi dei topi venivano stimolati con un soffio d'aria, i ricercatori potevano vedere illuminarsi la regione sensoriale corrispondente del cervello.

 

Le 'tasche ipossiche' potrebbero indicare il rischio di Alzheimer

Il cervello non può sopravvivere a lungo senza ossigeno, un concetto dimostrato dal danno neurologico che segue rapidamente un ictus o un infarto. Ma cosa succede quando a piccole parti del cervello viene negato l'ossigeno per brevi periodi?


I ricercatori non si ponevano nemmeno questa domanda fino a quando il team del laboratorio di Nedergaard non ha iniziato a guardare da vicino le nuove registrazioni. Durante il monitoraggio dei topi, i ricercatori hanno osservato che piccole aree specifiche del cervello diventavano scure a intermittenza, a volte per diversi secondi, indicando l'interruzione dell'apporto di ossigeno.


L'ossigeno si diffonde in tutto il cervello attraverso una vasta rete di arterie e capillari più piccoli - o microvasi - che permeano il tessuto cerebrale. Attraverso una serie di esperimenti, i ricercatori sono riusciti a determinare che l'ossigeno veniva negato a causa dello stallo capillare, che si verifica quando i globuli bianchi bloccano temporaneamente i microvasi e impediscono il passaggio dell'ossigeno che trasporta globuli rossi.


Queste aree, che i ricercatori hanno chiamato 'tasche ipossiche', erano più diffuse nel cervello dei topi durante uno stato di riposo, rispetto a quando gli animali erano attivi. Si ritiene che lo stallo capillare aumenti con l'età ed è stato osservato in modelli di MA.


"La porta è aperta allo studio di una serie di malattie associate all'ipossia nel cervello, come l'Alzheimer, la demenza vascolare e il long-Covid, e come stile di vita sedentario, invecchiamento, ipertensione e altri fattori contribuiscono a queste malattie", afferma Maiken Nedergaard. "E costituisce anche uno strumento per testare diversi farmaci e tipi di esercizio che migliorano la salute vascolare e rallentano il percorso verso la demenza".

 

 

 


FonteUniversity of Copenhagen (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: RM Felix, [+9], M Nedergaard. Oxygen imaging of hypoxic pockets in the mouse cerebral cortex. Science, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.