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Barriere linguistiche possono contribuire alla maggiore aggressività nella demenza

Un nuovo studio ha scoperto che gli immigrati che hanno la demenza avevano maggiori probabilità di essere agitati e aggressivi rispetto alle loro controparti non immigranti.

I ricercatori dell'Università Edith Cowan (ECU) di Perth/Australia, hanno notato che i 'comportamenti e sintomi psicologici della demenza' (BPSD, behaviours and psychological symptoms of dementia), come agitazione e aggressività, sono comuni; tuttavia, il modo in cui si presentano può essere influenzato dall'origine/ambiente culturale della persona.

La ricerca ha esaminato le differenze nelle caratteristiche cliniche e demografiche e dei BPSD tra immigrati e non immigrati che hanno la demenza nelle residenze di assistenza agli anziani che hanno usufruito dei programmi di Dementia Support Australia (DSA). I programmi gratuiti DSA di supporto al comportamento della demenza, finanziati dal governo australiano, hanno aiutato oltre 60.000 persone e il 98% delle strutture di assistenza agli anziani in ogni stato e territorio [dell'Australia] dal 2016.

L'analisi ha scoperto che gli immigrati avevano maggiori probabilità di presentare agitazione o aggressività, mentre i non immigrati avevano maggiori probabilità di presentare allucinazioni e deliri. I BPSD erano comuni tra i gruppi, con barriere linguistiche e considerazioni culturali osservate di frequente per gli immigrati, e aumentano i fattori che già contribuiscono. Il primo autore Pelden Chejor ha affermato:

"In Australia, dove oltre 400.000 persone hanno la demenza, un numero che si prevede sarà doppio entro il 2058, almeno il 54% delle persone che vivevano nelle case di cure per anziani residenziali (RACH, residential aged care homes) nel 2019-2020 aveva una diagnosi di demenza.

"Oltre il 31% degli anziani residenti è nato all'estero e il 9,2% delle persone nelle strutture preferiva una lingua diversa dall'inglese. Nel 2019-2020, il 21% delle persone con demenza nelle RACH erano immigrati da paesi di lingua non inglese.

"Studi internazionali hanno riferito che gli immigrati avevano una maggiore prevalenza di demenza a causa delle diverse esperienze di vita, comprese quelle relative a traumi, bassa scolarità e stato socioeconomico".

Chejor e i suoi colleghi hanno notato che la solitudine, la noia, le barriere linguistiche e le considerazioni culturali hanno contribuito in modo significativo ai BPSD per gli immigrati di lingua non inglese rispetto ai non immigrati, e le differenze significative più grandi erano le barriere linguistiche e le considerazioni culturali. Non c'erano differenze nella prevalenza di fattori contributori tra immigrati di lingua inglese e non immigrati. Ancora Chejor:

"I nostri risultati hanno indicato un tasso significativamente più basso di allucinazioni per immigrati e immigrati non di lingua inglese rispetto ai non immigrati. Inoltre, gli immigrati non di lingua inglese avevano significativamente meno deliri e disinibizioni rispetto ai non immigrati.

"La maggiore gravità dell'agitazione o dell'aggressione è probabilmente guidata da difficoltà a comunicare, in quanto non c'era alcuna differenza per gli immigrati di lingua inglese. Il declino cognitivo può compromettere la capacità sia di esprimere che di comprendere la lingua parlata, e le persone con demenza che hanno l'inglese come lingua aggiuntiva possono perdere la capacità di comunicare in inglese e di conseguenza usare la loro prima lingua come linguaggio principale nella comunicazione.

"Il nostro studio chiama a una maggiore consapevolezza e istruzione sull'impatto della cultura e della lingua sulle persone che ricevono cure residenziali e mostrano BPSD. Ricerche ulteriori dovrebbero esplorare i fattori correlati, come la durata del soggiorno in Australia e la conoscenza della lingua inglese, per capire meglio i sintomi BPSD per gruppi diversi di immigrati. In tal modo, possiamo gestire meglio questi sintomi".

Marie Alford, responsabile DSA, ha affermato che lo studio rafforza l'importanza di comprendere la persona con demenza, incluso l'ambiente culturale di origine, le esperienze, cosa gradisce, cosa non gradisce e le routine, quando reagisce ai BPSD.

"È essenziale comunicare efficacemente con la persona con demenza e prendersi il tempo per conoscerla, compreso il suo ambiente linguistico e culturale", ha detto la Alford. "In molti casi questo può significare reagire con supporto senza necessità di interventi farmacologici".

 

 

 


Fonte: Edith Cowan University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: P Chejor, [+4], D Porock. Comparing clinico-demographics and neuropsychiatric symptoms for immigrant and non-immigrant aged care residents living with dementia: a retrospective cross-sectional study from an Australian dementia-specific support service. BMC Geriatrics, 2023, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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