Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Apparecchi acustici potrebbero ridurre il declino cognitivo negli anziani, ma solo con rischio alto di demenza

Alla International Conference® dell'Alzheimer's Association (AAIC®) 2023, ad Amsterdam e online sono stati comunicati per la prima volta i risultati dello studio Aging and Cognitive Health Evaluation in Elders (ACHIEVE), il più grande studio clinico randomizzato e controllato sugli apparecchi acustici per ridurre il declino cognitivo a lungo termine negli anziani.


Mentre i risultati sono negativi nella popolazione totale dello studio, l'intervento uditivo ha rallentato del 48% il declino cognitivo negli anziani con perdita di udito da lieve a moderata in un segmento pre-specificato della popolazione dello studio costituito da 238 persone che partecipano a uno studio osservazionale continuo sulla salute del cuore. I risultati dello studio ACHIEVE sono stati pubblicati anche su The Lancet.


Lo studio ACHIEVE è randomizzato su anziani da 70 a 84 anni di età con perdita di udito non trattata, che erano senza un deterioramento cognitivo sostanziale, ed è realizzato in 4 siti USA. I partecipanti erano 238 presi dallo studio ARIC-Atherosclerosis Risk in Communities e 739 volontari sani di nuova iscrizione. I 977 iscritti totali sono stati divisi casualmente metà all'intervento sull'udito e metà a sessioni di istruzione sanitaria.


Secondo i ricercatori, all'inizio della sperimentazione tutti i partecipanti allo studio avevano in genere una perdita di udito da lieve a moderata molto tipica degli anziani, ma nessuna sostanziale compromissione cognitiva. L'intervento di tre anni includeva l'uso di apparecchi acustici, di materiali sull'udito per aiutare l'autogestione e di istruzioni e consulenza continue con un audiologo.


Il gruppo di controllo ha partecipato a sessioni di discussione con un educatore sanitario sulla prevenzione delle malattie croniche. I ricercatori hanno analizzato, nella popolazione completa dello studio, l'intervento dell'udito rispetto all'istruzione sanitaria; anche i sottogruppi ARIC e di comunità sono stati analizzati in questo modo. L'obiettivo primario era il cambiamento a tre anni in una batteria completa di test neurocognitivi, che includeva procedure per garantire che la perdita dell'udito non influisse sui risultati.


I risultati del confronto tra l'intervento dell'udito rispetto ai controlli erano negativi in tutta la popolazione dello studio, così come il confronto della popolazione di comunità tra l'intervento dell'udito rispetto ai controlli. Il risultato più interessante è stato il confronto dell'intervento dell'udito del sottogruppo ARIC rispetto al controllo, in cui si è osservato un rallentamento del 48% del declino cognitivo.


I ricercatori hanno notato che i partecipanti dello studio ARIC avevano più fattori di rischio per il declino cognitivo, punteggi cognitivi inferiori di base e un tasso più rapido di declino cognitivo a 3 anni durante lo studio, rispetto agli altri.


"I risultati positivi con l'intervento dell'udito nell'analisi del sottogruppo ARIC sono incoraggianti e giustificano ulteriori indagini", ha affermato Maria C. Carrillo PhD, responsabile scientifico dell'Alzheimer's Association. "Ricerche precedenti hanno identificato la perdita dell'udito come potenzialmente il più grande fattore di rischio di demenza che può essere affrontato o modificato con strumenti esistenti che rimangono sottoutilizzati".


I ricercatori ACHIEVE dicono che la perdita dell'udito è presente nel 65% degli over-60. Identificare le strategie di prevenzione della demenza che possono essere implementate a livello globale è una priorità urgente.


"L'intervento dell'udito ha avuto un effetto significativo sulla riduzione del cambiamento cognitivo entro tre anni nella popolazione di anziani nello studio che hanno un rischio maggiore di declino cognitivo"
, ha affermato Frank Lin MD/PhD, della Johns Hopkins University e primo coautore dello studio. "La perdita dell'udito è molto curabile in età avanzata, il che la rende un importante obiettivo di sanità pubblica per ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza, insieme ad altri fattori di rischio della demenza come meno istruzione in gioventù, ipertensione, isolamento sociale e inattività fisica".


“I risultati incoraggianti dei sottogruppi sono coerenti con la nostra comprensione che le strategie per ridurre il declino cognitivo e il rischio di demenza dovranno probabilmente influenzare più di un percorso per avere successo. Lo studio continuo dell'Alzheimer's Association U.S. POINTER sta adottando questo approccio puntando contemporaneamente molteplici fattori di rischio in una popolazione di studio diversificata e rappresentativa", ha affermato la Carrillo.


I risultati dello studio ACHIEVE suggeriscono che gli anziani con aumento del rischio di declino cognitivo e demenza che hanno anche perdita di udito possono trarre più benefici da questo intervento uditivo entro tre anni. Secondo i ricercatori di ACHIEVE, l'intervento dell'udito può rallentare il declino del pensiero e della memoria rendendo l'ascolto più facile per il cervello o aiutando le persone a rimanere più attive socialmente e fisicamente.


"Sia nel gruppo ARIC che nel nuovo gruppo di volontari di comunità, abbiamo scoperto anche che l'intervento dell'udito ha migliorato le capacità di comunicare, il funzionamento sociale e la solitudine", ha affermato Lin. "Fino a quando non ne sapremo di più, raccomandiamo per la salute generale e per il benessere che gli anziani controllino regolarmente l'udito e affrontino correttamente eventuali problemi di udito".


Sono necessarie ulteriori ricerche per studiare come gli apparecchi acustici e la consulenza hanno dato benefici cognitivi e comprendere i benefici a lungo termine dell'intervento dell'udito.

 

 

 


Fonte: Alzheimer's Association (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: FR Lin, [+21], J Coresh. Hearing intervention versus health education control to reduce cognitive decline in older adults with hearing loss in the USA (ACHIEVE): a multicentre, randomised controlled trial. The Lancet, 17 Jul 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)