Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Neuroni deteriorati provocano infiammazione nel cervello umano con Alzheimer

Una terapia somministrata a neuroni derivati dal paziente in laboratorio può eliminare le cellule deteriorate, portando a conseguenze positive per le cellule sane residue.

Neurons of MA patient SalkI neuroni (verde) derivati da un paziente con Alzheimer, con il loro nucleo (blu). Fonte: Salk Institute

Nonostante decenni di ricerca, il morbo di Alzheimer (MA) rimane una demenza debilitante, e infine fatale, senza opzioni terapeutiche efficaci. Più del 95% dei casi di MA non ha origine nota.


Ora, scienziati del Salk Institute di La Jolla (California) hanno scoperto che i neuroni di persone con MA mostrano un deterioramento e subiscono un processo di stress in età avanzata chiamato senescenza, con conseguente perdita di attività funzionale, alterazione del metabolismo e aumento dell'infiammazione cerebrale.


Con lo studio pubblicato su Cell Stem Cell il 1° dicembre 2022, i ricercatori hanno anche scoperto che puntare con terapie i neuroni deteriorati potrebbe essere una strategia efficace per prevenire o curare il MA.


"Il nostro studio dimostra chiaramente che queste cellule non replicanti stanno attraversando il processo di deterioramento della senescenza e ciò è correlato direttamente alla neuroinfiammazione e al MA"
, afferma il coautore senior prof. Rusty Gage, presidente del Salk e docente di ricerca in MA e malattie neurodegenerative legate all'età.


Con l'invecchiamento, le cellule possono subire la senescenza cellulare, che contribuisce alla disfunzione tissutale e ai disturbi legati all'età. Si pensa anche che la senescenza svolga un ruolo nello stress cellulare, nel danno molecolare e nell'inizio del cancro. Tuttavia, gli scienziati finora credevano che la senescenza si verificasse principalmente nelle cellule che si dividono, non nei neuroni. Si sapeva poco sullo stato tipo-senescente dei neuroni umani che invecchiano.


In questo studio, Gage e il suo team hanno prelevato campioni di pelle da persone con MA e in laboratorio hanno convertito quelle cellule direttamente in neuroni. Hanno testato questi neuroni per vedere se subiscono senescenza ed hanno esaminato i meccanismi coinvolti nel processo. Hanno anche esplorato i marcatori di senescenza e l'espressione genica del cervello post mortem di 20 persone con MA e di altrettanti controlli sani abbinati. Ciò ha permesso alla squadra di confermare che i loro risultati dal laboratorio restavano validi nel tessuto cerebrale umano reale.


Il team di Gage ha scoperto che i neuroni senescenti sono una fonte di infiammazione cerebrale tardiva osservata nel MA. Man mano che i neuroni si deteriorano, rilasciano fattori infiammatori che innescano una cascata di infiammazione cerebrale e provocano il caos nelle altre cellule cerebrali. Inoltre, il gene KRAS, che è coinvolto in genere nel cancro, potrebbe attivare la risposta senescente.


“Gli scienziati in genere non convalidano i risultati di laboratorio sul tessuto cerebrale umano. Il fatto che i nostri risultati siano coerenti in entrambi i casi convalida i nostri risultati sul fatto che questi neuroni senescenti hanno davvero una solida risposta infiammatoria che sta danneggiando significativamente il cervello", afferma il primo autore Joseph Herdy, dottorando del laboratorio di Gage.


Gli autori notano che le conseguenze anche di un piccolo numero di neuroni senescenti nel cervello che invecchia potrebbero avere un impatto significativo sulla funzione cerebrale. Questo perché un singolo neurone può avere anche più di 1.000 connessioni con altri neuroni, influenzando il sistema di comunicazione del cervello.


Oltre a questi risultati, gli autori hanno anche somministrato una terapia (un cocktail di Dasatinib + Quercetina) ai neuroni umani in un piatto. Entrambi i farmaci sono usati per rimuovere le cellule senescenti nel corpo in condizioni come l'artrosi, quindi gli autori volevano vedere se erano efficaci anche nelle cellule senescenti del sistema nervoso centrale.


Hanno scoperto che il cocktail di farmaci ha ridotto a livelli normali il numero di neuroni senescenti. Puntare le cellule senescenti potrebbe quindi essere un approccio utile per rallentare la neuroinfiammazione e la neurodegenerazione nel MA.


I ricercatori affermano che è importante notare che il cocktail terapeutico che è stato testato in questo studio, di norma non può entrare nel cervello. Tuttavia, ci sono farmaci noti che possono attraversare la barriera emato-encefalica che probabilmente agiscono in modo simile, e che potrebbero essere usati come opzione di trattamento in futuro.


È necessario comunque più lavoro per capire come i neuroni senescenti portano al MA e le conseguenze della rimozione di questi neuroni dal cervello. In futuro, gli autori prevedono di testare alcuni dei farmaci che possono entrare nel cervello per vedere come influenzano i neuroni senescenti. Esploreranno anche i meccanismi che guidano la senescenza e vedranno se alcune regioni cerebrali sono più inclini di altre a questo deterioramento.

 

 

 


Fonte: Salk Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: JR Herdy, ...[+9], FH Gage. Increased post-mitotic senescence in aged human neurons is a pathological feature of Alzheimer’s disease. Cell Stem Cell, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.