Associazione Alzheimer ONLUS

Ricerche

Nuova ricerca getta le basi di una teoria innovativa sull'elaborazione cognitiva

neuron glial cells astrocyteLa ricerca descritta sta esaminando l'interazione tra astrociti (cellule gliali) e neuroni.

Un team di scienziati del Krembil Brain Institute, che fa parte della University Health Network di Toronto e della Duke University di Durham, in Carolina del Nord, ha sviluppato il primo modello di computer che prevede il ruolo delle cellule gliali corticali nella cognizione.


"Il ruolo dei neuroni è ben documentato, ma essi sono inframezzati da cellule gliali e molte sinapsi nel cervello hanno glia nelle vicinanze"
, afferma il dott. Maurizio de Pittà, scienziato del Krembil Brain Institute e primo autore dello studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. "Attualmente non capiamo come i neuroni e le glia lavorano insieme o come la disfunzione gliale contribuisca ai deficit cognitivi".


Le cellule gliali sono abbondanti in tutto il cervello e hanno diversi ruoli importanti. Si è pensato a lungo che queste cellule fossero degli astanti passivi, che supportavano fisicamente neuroni e sinapsi, portavano nutrienti ai neuroni e rimuovevano tossine e prodotti di scarto.


Tuttavia, gli scienziati hanno scoperto di recente che le glia interagiscono con i neuroni proprio come i neuroni comunicano tra loro attraverso segnali chimici. Questo studio presenta la prima teoria sul ruolo delle glia nell'elaborazione cognitiva nel cervello.


"Il tipo di cellule gliali che studiamo - chiamate astrociti - può modificare l'attività dei nostri circuiti cerebrali e influenzare il modo in cui ci comportiamo"
, afferma il dott. De Pittà.


Lo studio ha esaminato il ruolo degli astrociti nella memoria di lavoro, che è la capacità di archiviare informazioni per compiti in atto, come seguire la trama di un film o contare fino a 10. Nelle parole del dott. De Pittà:

"Sappiamo che gli astrociti rilasciano segnali chimici specializzati e abbiamo dimostrato che questa segnalazione potrebbe mediare le diverse letture della memoria di lavoro.

"Rivelando che le interazioni chimiche tra neuroni e astrociti potrebbero essere al centro della memoria di lavoro, potremmo capire anche cosa va male quando abbiamo dei deficit nella memoria di lavoro, che sono spesso segnali di avvertimento dei principali disturbi cerebrali.

"Se vogliamo capire veramente la disfunzione nella memoria di lavoro, dobbiamo considerare l'interazione tra cellule gliali e neuroni".


Lo studio ha fatto anche le seguenti osservazioni:

  • come i sistemi radio, tradizionalmente si è considerato che le sinapsi trasmettessero su una singola banda di frequenza; considerando anche gli astrociti, ora sappiamo che possono esserci più bande di frequenza;
  • si ritiene generalmente che diverse forme di memoria di lavoro si basino su vari circuiti; tuttavia, questo studio mostra che gli stessi circuiti neuroni-glia potrebbero codificare varie forme di memoria di lavoro;
  • il modo in cui gli astrociti sono disposti rispetto ai neuroni potrebbe controllare la nostra capacità di memoria di lavoro o quante cose possiamo tenere in mente contemporaneamente.


Attualmente, non esistono tecniche efficaci per registrare l'attività gliale nel cervello umano. I ricercatori sperano di riuscire a creare un modello altamente fedele, un 'gemello digitale', dei circuiti neuroni-glia del cervello, dai geni alle cellule. Tale modello può aiutare a scoprire i marcatori delle interazioni neuroni-glia e migliorare la diagnosi e il trattamento di varie malattie cerebrali, come l'Alzheimer, il Parkinson e l'epilessia.


"Con la nostra nuova teoria, non stiamo vedendo il cervello solo in bianco e nero, cioè se le popolazioni di neuroni sono attive o inattive. Piuttosto, stiamo osservando il cervello in technicolor, comprendendo meglio la comunicazione cellulare, includendo le glia e la loro segnalazione", afferma il dott. De Pittà. "Questo ci dà un quadro molto più completo e realistico della complessità del cervello".


Con l'avanzare della tecnologia, De Pittà e il suo team del Krembil, useranno i loro modelli per sviluppare tecniche per modificare l'attività dei circuiti neuroni-glia e trattare le malattie:

"Il nostro obiettivo finale è studiare le interazioni neuroni-glia per scoprire nuovi obiettivi terapeutici per i disturbi cerebrali".

 

 

 


Fonte: University Health Network (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M De Pittà, N Brunel. Multiple forms of working memory emerge from synapse–astrocyte interactions in a neuron–glia network model. PNAS, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Informazione pubblicitaria

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il ris...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il…

22.07.2022

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne. <...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di …

20.05.2022

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'A…

24.03.2022

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'A...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscon…

31.01.2022

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università de...
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.