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Monitorare i modelli di movimento quotidiano un giorno aiuterà a prevedere la demenza

Uno studio ha esplorato la possibilità che i cambiamenti nei modelli di attività quotidiana possano prevedere l'Alzheimer e altre forme di declino cognitivo negli anziani

movement and memory feature

I dispositivi portabili per il tracciamento dei movimenti possono essere utili nel fornire avvertimenti precoci del declino cognitivo degli anziani, suggeriscono nuovi risultati dei ricercatori della Johns Hopkins University pubblicati il ​​19 luglio sul Journal of Alzheimer's Disease.


I ricercatori hanno analizzato i dati dei monitor di attività Actigraph, che usano un sensore di tracciamento delle attività simile a quelli presenti in Fitbits e Apple Watch, portati da quasi 600 partecipanti a uno studio su anziani di lungo termine basato sulla comunità.


Hanno trovato differenze significative nei modelli di movimento tra i partecipanti con cognizione normale e quelli con lieve deterioramento cognitivo (MCI) o con morbo di Alzheimer (MA). Queste differenze includevano meno attività durante le ore di veglia e più attività frammentata di pomeriggio in chi aveva MCI e MA.


“Tendiamo a pensare all'attività fisica come a una terapia potenziale che rallenta il declino cognitivo, ma questo studio ci ricorda che il declino cognitivo può a sua volta rallentare l'attività fisica, e un giorno potremmo essere in grado di monitorare e rilevare tali cambiamenti per test più precoci ed efficienti con l'obiettivo di ritardare e forse prevenire la compromissione cognitiva che porta al MA"
, afferma l'autore principale dello studio Amal Wanigatunga PhD/MPH, ricercatore del Dipartimento di Epidemiologia della JHU.


La recente introduzione di dispositivi portabili per tracciare le attività, che ora sono usati da decine di milioni di persone in tutto il mondo, ha offerto un'importante opportunità per i ricercatori della salute di misurare e tenere traccia dei cambiamenti nel movimento fisico. I dispositivi possono fornire misure automatiche e oggettive dell'attività fisica diurna, dei modelli di sonno, della frequenza cardiaca e dei livelli di ossigeno nel sangue, e in genere sono connessi a Internet, consentendo ai loro produttori di creare insiemi di dati che coprono milioni di utenti. In precedenza i ricercatori non avevano un modo così semplice per accedere a tali dati rilevanti per la salute su così ampia scala.


Lo scopo del nuovo studio era di determinare se i modelli dei tracciatori di attività, prelevati da una coorte di anziani, differiscono in modo significativo tra quelli cognitivamente normali e quelli cognitivamente deteriorati. Il MA, la forma più comune di demenza, è nota per essere un processo decennale e i ricercatori in genere si aspettano che i futuri interventi che modificano la malattia siano più efficaci quando iniziati molto presto nel corso della malattia.


Se gli scienziati potessero identificare un cambiamento specifico nell'attività, che prevede la discesa nell'MCI e, infine, nel MA e altre forme di demenza, allora, in linea di principio, alle persone anziane che mostrano questo cambiamento di attività potrebbero essere proposti ulteriori test cognitivi e, quando disponibile, un trattamento tempestivo.


Lo studio ha usato i dati di un progetto di ricerca sanitaria ampio e continuo, noto come Baltimore Longitudinal Study of Aging (BLSA), con cui il National Institute on Aging studia dal 1958 migliaia di persone nell'area di Baltimora. L'analisi era basata su 585 partecipanti del BLSA per i quali erano disponibili dati sufficienti di tracciamento dell'attività e valutazioni cognitive nel periodo luglio 2015 - 19/12/2019. Questi includevano 36 partecipanti con diagnosi di MCI o MA.


Aggiustando i dati per le differenze di età, sesso e razza, i ricercatori hanno scoperto che le differenze complessive nelle misure di attività di tutto il giorno non erano molto diverse tra i gruppi MCI/MA e quelli normali. Tuttavia, quando i ricercatori si sono concentrati sui modelli di attività durante determinati periodi della giornata, sono state rivelate alcune differenze.


Al mattino (dalle 6 a 12) e ancora di più nel pomeriggio (dalle 12 alle 18), il gruppo MCI/MA aveva valori di attività significativamente più bassi rispetto al gruppo normale. La scoperta più sorprendente è stata che la 'frammentazione' dell'attività (una rottura dell'attività in periodi di tempo più piccoli) era superiore del 3,4% per i partecipanti con MCI/MA durante il periodo pomeridiano.


“Vedere questa differenza nel pomeriggio era interessante: uno dei principali sintomi della demenza di MA è il fenomeno del 'sundowning' (tramonto), che coinvolge una maggiore confusione e cambiamenti dell'umore che iniziano nel pomeriggio, e potrebbe essere che questi marcatori di attività stiano cogliendo alcuni movimenti relativi a questi sintomi"
, afferma Wanigatunga.


I risultati, osserva, sono preliminari a causa della natura trasversale 'istantanea' dello studio, sebbene sostengano l'idea che il declino cognitivo nell'MCI e nella demenza sia accompagnato da cambiamenti nei modelli di attività.


Lui e i suoi colleghi hanno pianificato ulteriori studi che seguiranno i partecipanti nel tempo, per vedere se cambiamenti misurabili, ma lievi, nei modelli di attività quotidiana aiutano a cogliere presto la sintomatologia del MCI e la successiva demenza del MA.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Amal Wanigatunga, ...[+11], Jennifer Schrack. Daily Physical Activity Patterns as a Window on Cognitive Diagnosis in the Baltimore Longitudinal Study of Aging (BLSA). Journal of Alzheimer's Disease, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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