Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca rivela come l'infiammazione cerebrale collega il rischio di Alzheimer e i disturbi del sonno

Un team di ricerca multisito dell'Università della California di Irvine, dell'Università del Wisconsin di Madison e della Wake Forest University ha scoperto che l'infiammazione cerebrale può collegare il rischio di morbo di Alzheimer (MA) con i disturbi del sonno, prefigurando un aiuto per il rilevamento e la prevenzione precoce, identificando nuovi obiettivi di trattamento nelle fasi precliniche.


L'infiammazione cerebrale, i disturbi del sonno e le onde cerebrali interrotte sono state tutte associate al MA, ma fino ad ora le interazioni tra loro non erano state studiate. Questo nuovo studio, pubblicato su Sleep, voleva capire se l'infiammazione ha un qualche effetto su delle onde cerebrali specifiche chiamate 'picchi (o fusi) rapidi del sonno' (fast sleep spindles), che hanno dimostrato di promuovere la conservazione della memoria a lungo termine.


"I nostri risultati indicano che l'aumento dell'infiammazione cerebrale dell'età ha un effetto a valle sulle proteine ​​tau legate al MA e sull'integrità sinaptica neuronale. Ciò si traduce in deficit della capacità del cervello di generare picchi rapidi del sonno, contribuendo al deterioramento della memoria legato all'età negli anziani. Scoprire questi meccanismi è un passo importante nell'identificare le persone a rischio il più presto possibile e sviluppare interventi mirati", ha affermato Bryce Mander PhD, assistente professore di psichiatria e comportamento umano dell'UCI e primo autore dello studio.


Invecchiando, aumenta l'attivazione cronica delle cellule immunitarie del cervello, chiamate 'cellule gliali', alzando la produzione di proteine amiloide-beta (Aβ) e tau, i tratti distintivi del MA. I disturbi del sonno sono stati collegati in modo indipendente alla patologia del MA nel cervello e studi hanno anche indicato un'associazione tra disturbo del sonno e infiammazione.


Picchi rapidi del sonno interrotti selettivamente sono stati individuati nell'invecchiamento normale e nelle fasi precliniche del MA, ma non era ancora chiara la loro causa e cosa significa per la compromissione della memoria negli anziani a rischio.


Per lo studio, sono stati esaminati all'Università del Wisconsin di Madison 58 adulti cognitivamente intatti da 50 a 70 anni, tutti con una storia genitoriale di MA o portatori di un fattore di rischio genetico per la malattia, ma nessuno di loro aveva placche di Aβ o grovigli neurofibrillari di tau. È stato registrato il loro sonno notturno con l'elettroencefalografia ad alta densità, per mappare l'espressione delle onde cerebrali durante il sonno ed è stata valutata la ritenzione della memoria durante la notte.


I partecipanti hanno anche subito un prelievo lombare per esaminare nel fluido cerebrospinale i biomarcatori di infiammazione del sistema nervoso centrale, le proteine ​​Aβ e tau e l'integrità neuronale. Sono stati utilizzati test statistici per valutare se l'effetto dell'età sui picchi rapidi di sonno era mediato dalle proteine ​​correlate al MA.


I ricercatori hanno scoperto che l'attivazione di due tipi di cellule gliali (microglia e astrociti, che innescano l'infiammazione cerebrale) era associata all'espressione interrotta dei picchi rapidi del sonno. Il fatto che queste relazioni siano state identificate nelle persone senza alcun accumulo di placche Aβ o di grovigli neurofibrillari indica che i deficit del sonno e l'infiammazione potrebbero essere tra i primi segnali di avvertimento del MA.


"Non sappiamo ancora se qualche partecipante a questo studio svilupperà la demenza del MA, ma uno dei motivi per cui i nostri studi iscrivono individui di mezza età, è che possiamo potenzialmente rilevare i problemi prima che le persone sviluppino i sintomi della malattia"
, ha affermato la coautrice Barbara Bendlin PhD, prof.ssa di medicina dell'Università del Wisconsin di Madison.


"Questi risultati mostrano che gli effetti dell'infiammazione cerebrale sui picchi del sonno e sulla memoria si verificano attraverso i loro effetti sull'attività neuronale e sulle proteine ​​correlate al MA e sono evidenti anche prima della positività patologica", ha affermato la dott.ssa Ruth Benca, coautrice senior dello studio, prof.ssa e preside di psichiatria e medicina comportamentale della Wake Forest. "Ciò offre un bersaglio terapeutico promettente per fermare il declino cognitivo associato all'invecchiamento e al MA".

 

 

 


Fonte: University of California - Irvine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bryce Mander, ...[+17], Ruth M Benca. Inflammation, tau pathology, and synaptic integrity associated with sleep spindles and memory prior to β-amyloid positivity. Sleep, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.