Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperti meccanismi chiave dietro la degenerazione delle sinapsi nell'Alzheimer

Puntare il percorso di segnalazione appena identificato è promettente per trattare i disturbi neurodegenerativi.

Feng et al., Sci Adv, 2021A. Localizzazione dei componenti di segnalazione del percorso WNT/PCP nelle sinapsi glutammatergiche dell'ippocampo adulto, rilevati dalla microscopia a super risoluzione.
B. Diagramma schematico che mostra il bilanciamento della segnalazione WNT/PCP nella manutenzione delle sinapsi e il sito di legame dell'amiloide-beta oligomerica. (Fonte: Feng et al.).

Il cervello degli adulti sani è dotato di un vasto numero di sinapsi, strutture che permettono il passaggio dei segnali tra le cellule nervose per abilitare la comunicazione, l'elaborazione e la conservazione delle informazioni in tutto il sistema nervoso.


A parte i periodi dinamici, quando il cervello sta apprendendo nuove informazioni o abilità, il numero delle sinapsi 'glutammatergiche', il principale tipo di sinapsi che usano i neuroni per attivarsi l'uno con l'altro, rimane in gran parte costante negli adulti.


Nei disordini del cervello come il morbo di Alzheimer (MA), queste connessioni sinaptiche, che contengono i nostri preziosi ricordi, sono note per rompersi troppo presto e scomparire. Si ritiene che questa degenerazione delle sinapsi inizi molto prima della perdita della memoria e che acceleri con la progressione della malattia.


Le cause della degenerazione delle sinapsi nei disturbi neurodegenerativi non sono ancora ben comprese, principalmente perché gli scienziati non hanno ancora svelato i meccanismi chiave che di norma tengono insieme queste strutture minuscole (mediamente un micrometro di diametro) per tutta la vita.


Dei neurobiologi dell'Università della California di San Diego hanno ora scoperto i meccanismi a lungo ricercati dietro il mantenimento delle sinapsi glutammatergiche. In base a questa scoperta fondamentale, il ricercatore post-dottorato della divisione di scienze biologiche Bo Feng, il prof. Yimin Zou, e i loro colleghi, hanno identificato i componenti principali che guidano la degenerazione della sinapsi associate all'amiloide-beta (Aβ). L'Aβ è formata da peptidi di 36-43 amminoacidi derivati ​​dalla proteina precursore dell'amiloide (APP) ed è il componente principale delle placche amiloidi presenti nel cervello di persone con MA.


Nonostante sforzi tremendi, non è stato ancora possibile scoprire un farmaco per il MA. Finora, gli approcci principali sono stati ridurre la produzione di Aβ o eliminare le placche che essa forma. La nuova scoperta dei ricercatori dell'UC San Diego, pubblicata su Science Advances il 18 agosto 2021, suggerisce un approccio alternativo più a valle: proteggere le sinapsi bloccando direttamente le azioni tossiche dell'Aβ.


Le sinapsi glutammatergiche sono strutture altamente polarizzate con una parte pre-sinaptica da una cellula nervosa e una parte post-sinaptica da un'altra. Questo tipo di polarità garantisce la corretta direzione del flusso di informazioni. Il laboratorio di Zou aveva in precedenza scoperto che durante lo sviluppo del cervello le strutture sinaptiche altamente polarizzate sono assemblate da componenti del percorso 'polarità cellulare planare' (PCP, planar cell polarity): un percorso di segnalazione potente che polarizza le giunzioni tra una cellula e l'altra lungo il piano del tessuto.


Usando la microscopia a super risoluzione, i ricercatori hanno rilevato la posizione precisa di questi componenti di segnalazione PCP, chiamati Celsr3, Frizzled3 e Vangl2, nelle sinapsi glutammatergiche nel cervello adulto. Hanno quindi scoperto che la rimozione di questi componenti, essenziali per l'assemblaggio iniziale delle sinapsi da parte dei neuroni adulti, può alterare drasticamente il numero di sinapsi.


Queste scoperte sorprendenti suggeriscono che il numero di sinapsi complessivo in un cervello normale viene mantenuto da un buon equilibrio tra Celsr3 (che stabilizza la sinapsi) e Vangl2 (che scompone le sinapsi). Desiderosi di capire se questi componenti sono coinvolti nella degenerazione delle sinapsi, i ricercatori hanno testato se l'Aβ, una guida cruciale della perdita di sinapsi nel MA, influisce sulla funzione o sull'interazione di queste proteine.


In una serie di esperimenti, hanno dimostrato che gli oligomeri Aβ si legano a Celsr3 e consentono a Vangl2 di smontare più efficacemente le sinapsi, probabilmente indebolendo le interazioni tra Celsr3 e Frizzled3. "È come se l'Aβ avesse scoperto da tempo il tallone d'Achille delle nostre sinapsi", ha detto Zou, professore nella Sezione di Neurobiologia della Divisione di Scienze Biologiche.


Quando i ricercatori hanno rimosso i Vangl2 dai neuroni, hanno scoperto che l'Aβ non riusciva più a causare la degenerazione delle sinapsi, sia nelle colture neuronali che negli animali esposti agli oligomeri Aβ.


Anche il Ryk, un regolatore del percorso PCP, che interagisce con Frizzled3 e Vangl2, si trova nelle sinapsi adulte e funziona allo stesso modo dei Vangl2 per mediare lo smontaggio della sinapsi. I ricercatori hanno scoperto che bloccare il Ryk con anticorpi di blocco delle funzioni può proteggere le sinapsi dalla degenerazione indotta da Aβ.


Per verificare ulteriormente l'ipotesi se questo percorso di segnalazione fondamentale è un obiettivo primario della degenerazione delle sinapsi nel MA, il laboratorio di Zou ha usato topi 5xfad, un modello della patologia Aβ. Questo topo transgenico porta cinque mutazioni umane che causano il MA e quindi mostra i sintomi gravi della degenerazione delle sinapsi e la perdita di funzione cognitiva.


Hanno scoperto che la rimozione del Ryk con la soppressione genetica dai neuroni adulti proteggeva le sinapsi e conservava la funzione cognitiva dei topi 5xfad. L'infusione dell'anticorpo che blocca la funzione del Ryk ha anche protetto le sinapsi e ha conservato la funzione cognitiva nei topi 5xFad, suggerendo che l'anticorpo Ryk è un potenziale agente terapeutico.


Questi risultati entusiasmanti suggeriscono che il percorso PCP è un obiettivo diretto della perdita di sinapsi indotta da Aβ nel MA.

"Poiché la patologia Aβ e la perdita di sinapsi di solito si verifica nelle prime fasi del MA, anche prima che sia evidente il declino cognitivo, l'intervento precoce, come il ripristino del riequilibrio del percorso PCP, darà probabilmente dei vantaggi ai pazienti di MA", ha detto Zou.


Anche la neuroinfiammazione, riflessa dall'attivazione degli astrociti e delle microglia, è un segno distintivo della patologia di MA, che può essere indotta dall'accumulo di Aβ ed è nota per accelerare la perdita di sinapsi. È interessante che il laboratorio di Zou abbia scoperto che l'anticorpo Ryk può anche bloccare l'attivazione di astrociti e microglia nei topi 5xfad.


Sebbene non possano distinguere se ciò sia dovuto all'effetto indiretto della protezione delle sinapsi o al blocco delle funzioni Ryk nell'infiammazione, o per entrambi, Zou ritiene che i risultati siano coerenti con il miglioramento del comportamento cognitivo e supporta ulteriormente il Ryk come potenziale bersaglio terapeutico sia per proteggere le sinapsi che per ridurre l'infiammazione nel MA.


"Questa scoperta può essere applicabile alla degenerazione delle sinapsi in generale, poiché i componenti PCP possono essere gli obiettivi sinaptici diretti che mediano la perdita di sinapsi in altri disturbi neurodegenerativi, come il Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica", conclude Zou.

 

 

 


Fonte: Mario Aguilera in University of California - San Diego (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bo Feng, Andiara Freitas, Lilach Gorodetski, Jingyi Wang, Runyi Tian, Yeo Rang Lee, Akumbir Grewal, Yimin Zou. Planar cell polarity signaling components are a direct target of β-amyloid–associated degeneration of glutamatergic synapses. Science Advances, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.